Guidonia. Strisce blu e disabili, l’opposizione contro la maggioranza. Rubeis: “Rispettata una sentenza della Cassazione”. Di Silvio: “Non ci faremo prendere in giro da chi specula sui meno fortunati”

In Cronaca & Attualità, Politica, Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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Polemiche su un tema che di polemiche ne ha portate parecchie. E continuerà a farlo. Parliamo di strisce blu, quelle messe da qualche mese nelle strade di Guidonia, e che continuano ad essere presenti nel dibattito politico. Chi le definisce illegittime, chi ne rivendica l’utilità, chi parcheggio non lo trova lo stesso. Nell’ultimo consiglio comunale una mozione dell’Idv di Emanuele Di Silvio – approvata una di Bertucci che permetterà l'applicazione della fascia oraria con mezz'ora di ritardo per i parcheggi a pagamento nelle vicinanze dei plessi scolastici – ha di nuovo incendiato il tutto. La proposta del giovane consigliere era questa: escludere i veicoli adibiti al trasporto di persone diversamente abili, dotate di regolare contrassegno identificativo dal pagamento del ticket previsto per i parcheggi con striscia blu per l’intera giornata. Accade così al comune di Tivoli. La mozione è stata bocciata dalla maggioranza. Perché, lo ha spiegato il sindaco Rubeis “i diversamente abili sono già esentati dal pagamento dello stallo nella prima ora di sosta se muniti di disco orario, lo prevede il dispositivo dell’ordinanza del 2010 che istituisce le strisce blu nel comune di Guidonia Montecelio. Deroga ispirata da una politica amministrativa finalizzata ad agevolare il più possibile la mobilità delle persone diversamente abili, senza però andare contro la giurisprudenza vigente”. Ordinanza quindi che non si può modificare, lo ha affermato il comandante dei Vigili Urbani Marco Alia, in quanto “saremmo andati contro una sentenza della Cassazione, la 21271/2009, che stabilisce l’esatto contrario”. Una sentenza che dispone il fatto che un diversamente abile debba pagare il ticket anche se non ha trovato posto nelle aree riservate, rigettando il ricorso di un automobilista disabile palermitano che si era opposto a una multa  per mancato pagamento della sosta. Gratuità non significa mobilità: la Cassazione ha affermato che “dalla gratuità, anziché onerosità della sosta, deriva un vantaggio meramente economico e non in termini di mobilità la quale è invece favorita dalla concreta disponibilità del posto dove sostare”. La sentenza stabilisce quindi che in caso di “indisponibilità dei posti riservati ai disabili, non vi è ragione di consentire, in mancanza di previsione normativa, la sosta gratuita alla persona disabile che abbia trovato posto negli stalli a pagamento”. Poteva finire qui? Evidentemente no. Sono arrivate le risposte alle spiegazioni da parte dell’opposizione. L’autore della mozione, Emanuele Di Silvio, ha dichiarato che nel togliere l’obbligo di dover far pagare il ticket su strisce blu ai diversamente abili “non si viola nessun riferimento giuridico, difatti la mia proposta impegnava il Sindaco e la Giunta ad intraprendere tutte le iniziative necessarie, al fine di esentare dal pagamento previsto per i parcheggi con striscia blu i veicoli di portatori di handicap, regolarmente muniti di apposito contrassegno identificativo e non parlava di nessuna ordinanza”. Facendo notare al sindaco che il primo cittadino di Tivoli ha già fatto tutto questo, Di Silvio ha concluso sottolineando che “non ci faremo prendere in giro da chi pensa di fare cassa speculando sui più sfortunati. Presenterò nei prossimi giorni una proposta di delibera per modificare il regolamento. Attendo poi di vedere come si comporterà il Sindaco e la sua maggioranza”. Nel dibattito è intervenuto anche il Pd, affermando con il capogruppo Simone Guglielmo, che “l’handicap non può essere considerato ad ore, come pensa di fare il sindaco e la sua maggioranza, che, invece di lavorare si permette di chiedere, impropriamente, i numeri legali sulla continuazione dei lavori consiliari. Ha chiuso, in questo turbine di dichiarazioni, il capogruppo del Pdl, Marco Bertucci, affermando di trovare vergognosa questa strumentalizzazione della disabilità da parte dell’opposizione, in quanto poi "la volontà politica da parte dell'amministrazione comunale di andare incontro alle esigenze dei disabili e dei loro accompagnatori è più che chiara, ma la giurisprudenza impone dei limiti contro i quali non si può andare. L'opposizione che insiste a polemizzare su questo aspetto dimostra di non voler prendere in considerazione le sentenze della Cassazione”. Dunque un dibattito serrato. Per alcuni tratti anche interessante. La domanda è perché non possa essere sempre così. Perché dover assistere a consigli comunali inutili e dannosi per l’immagine della politica, quando poi, se si riesce ad andare nel merito delle cose, quanto emerge sono finalmente i provvedimenti utili per la città. Slang politichese decisamente abusato, ma stavolta legittimo.

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