Basf, il no di Alemanno e il sì della Provincia: arriva l’AIA per l’inceneritore

In Ambiente & Territorio, Cronaca & Attualità, Roma Est, Salute & Dintorni da Yari Riccardi Commenti

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La Provincia di Roma, dopo un lungo e controverso iter, ha concesso l’autorizzazione integrata ambientale all’inceneritore di rifiuti tossici e nocivi della Basf di via di Salone. Il tutto, a quanto pare, senza tenere conto del parere vincolante del sindaco di Roma, che, per legge, è chiamato a tutelare la salute dei cittadini. Alcuni cittadini, in proprio e come membri del Comitato di quartiere di Case Rosse, hanno presentato un regolare ricorso straordinario al Capo dello Stato contro l’autorizzazione, concessa per una durata e con una motivazione diverse da quelle riportate nel parere del sindaco di Roma, che ha affermato che “il parere sarebbe stato favorevole, ma limitato ad un anno ed a condizione che la Basf avesse sperimentato in questo periodo una nuova tecnologia ad emissioni zero, come l’Aquacritox, in sostituzione dell’inceneritore”. Se tale sperimentazione non fosse andata a buon fine, il parere di Alemanno prevede l’istituzione di un tavolo con l’industria per concordare la delocalizzazione dell’inceneritore o dell’intero stabilimento. la Provincia ha ignorato tale condizione sostituendola con l’esito dei controlli che il sindaco ha anche indicato ma che hanno invece la semplice funzione di “sistema di sorveglianza ambientale e sanitario a garanzia del costante mantenimento delle condizioni di rischio per la salute della popolazione ai più bassi livelli tecnicamente possibili” così come indicato in una nota dalla Asl RMB che ha espresso anch’essa parere negativo all’inceneritore.

Niente ricorso al Tar del Lazio per i cittadini ed i comitati, impossibilitati a reperire le risorse economiche necessarie. Resta il ricorso al Capo di Stato, ma la provincia di Roma ha precluso ai cittadini anche questa legittima soluzione. “Il presidente Zingaretti – spiegano i membri dei comitati di quartiere – dopo aver emanato l’atto, pur non essendo tenuto a farlo, ha ritenuto di trasferire il ricorso dei cittadini in sede giurisdizionale, cioè davanti al Tar del Lazio, indirizzandolo verso un percorso particolarmente oneroso”.

Se i cittadini non avevano le risorse per ricorrere al Tribunale prima, ovvio che non ce l’abbiano ora. Infatti, il ricorso è stato redatto dagli stessi cittadini e presentato, per loro conto da un avvocato che ha dato loro una mano curando solo gli adempimenti formali e il deposito e che – non essendo specialista in diritto amministrativo – non può dare loro alcun aiuto in sede giurisdizionale. Il risultato? Con tutta probabilità, la conferma dell’autorizzazione integrata ambientale all’inceneritore della Basf, senza la costituzione in giudizio dei cittadini, e senza la discussione dei numerosi aspetti ritenuti illegittimi ed evidenziati dai cittadini nei dettagli del ricorso. Resterà inapplicato il parere vincolante di Alemanno che è chiaramente negativo per l’inceneritore di rifiuti tossici e nocivi. Quindi, i cittadini devono difendersi anche da chi dovrebbe proteggerli, in questo caso la Provincia di Roma. Il rischio di convalida di un atto illegittimo c’è ed è probabile. Questa è l’ennesima puntata di una storia che va avanti da anni, 10 anni di battaglie dei cittadini contro l’inceneritore della Basf. Anni di discussioni su tutte le autorizzazioni rilasciate in passato. Anni che sembrano essere, ad oggi, vanificati dalla burocrazia e dalle amministrazioni, visto che la nuova AIA sostituisce tutte le vecchie autorizzazioni. Poi si parla di fiducia nelle istituzioni, di distacco della politica. Come può questa gente credere in tutto questo?

 

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