Villa d’Este: arte, cultura, una dolce notte di metà maggio a Tivoli. Racconto di un sabato sera diverso per tante persone

In Cronaca & Attualità, In Evidenza, Primo Piano da Riccardo Sgroi Commenti

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Sabato notte passeggiando per Tivoli avreste sicuramente notato una folla un po’ più folta del solito e la maggior parte di questi visitatori si dirigevano di gran passo verso Villa D’Este. La visita notturna della Villa non è di per sé una vera e propria novità poiché già da qualche anno, tutti gli ultimi martedì del mese, è possibile accedere a questa fastosa struttura, ma la notizia positiva è che, in confronto  all’abituale movida notturna di fine settimana, il richiamo è risultato essere irresistibile per moltissime persone eterogenee per provenienza e fasce d’età. Si sentono passeggiando voci straniere, accenti pugliesi, siciliani, altri vengono da paesi vicino come Montecelio o Olevano. Alcune famiglie, moltissimi giovani solitamente dediti ad una serata in compagnia al chiuso di pubs, discoteche o qualsivoglia ritrovo hanno preferito “immergersi”, è il caso di dirlo, nella magia vellutata di un patrimonio inestimabile dell’arte. Giochi d’acqua e luci soffuse hanno attratto a frotte  moltissimi turisti incuriositi, non di meno erano i visitatori abituali e gli abitanti di Tivoli stessa, tanto da superare i tremila biglietti d’ingresso, che ovviamente erano solo una pura formalità dal momento che l’ingresso, ci piace sottolinearlo, era gratuito.

All’interno di alcune sale della Villa è possibile, fino al 5 giugno, visitare la mostra su Listz, compositore giramondo di fine ottocento che rimase abbagliato dalla bellezza di Tivoli, oppure ammirare i numerosi affreschi cinquecenteschi e le pompose decorazioni interne dell’appartamento nobile; ma bisogna ammettere che non tutta la struttura gode di ottima salute e “fa male” vedere di tanto in tanto qualche crepa nel soffitto, pessimi interventi di manutenzione e qualche becera incisione vandalica. Decisamente meglio ( o chissà se il buio trae in inganno) lo stato del giardino.

La fontana dell’Ovato, la fontana di Proserpina, la fontana dei Draghi, la Rometta sono solo alcune di una lunghissima lista: il gusto dell’arte e del bello riempivano gli occhi con una luce delicata, adatta a creare un’atmosfera indimenticabile in un posto che lo è già di suo con un giardino che complessivamente misura 35.000 km² al cui interno si possono contare 50 fontane, 100 vasche, 255 cascate, 250 zampilli comunicanti tra loro, come voleva il maestoso progetto del genio napoletano di Pirro Ligorio, sapientemente scelto dalla famiglia Estense per decantarne la fastosità. Obiettivo per altro pienamente raggiunto!

La scelta del sabato, del libero accesso, la serata fresca: le cause del successo sono molteplici e alcune anche ovvie, ma và dato atto che si tratta di un’idea indiscutibilmente apprezzata e condivisa soprattutto considerando che l’arte e la cultura sono state ultimamente il bersaglio preferito di discutibili tagli. Così per fortuna, varcata il cancello principale, almeno per un brevissimo sabato sera è stato possibile lasciarsi alle spalle quei problemi che settimanalmente ci affliggono; le roboanti e stridenti polemiche che incessantemente la fabbrica della politica produce hanno lasciato il posto ai gorgheggi delle fontane presenti nel giardino, il brusio dei numerosi visitatori era il rumore di uno stomaco affamato di cultura che ancora, nonostante tutto da qualche parte c’è ed è vivissimo; l’unica melodia, profonda e vibrante è stata quella proveniente Fontana dall’Organo . Non male, in effetti.

    

   

 

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