Minorenne costretta a prostituirsi da fratello e fidanzato

In Cronaca & Attualità da Roma Est Magazine Commenti

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Una notte di controlli del Gruppo Sicurezza Sociale e Urbana, agli ordini del Comandante Carlo Buttarelli, impegnati nella repressione della prostituzione su strada nelle zone dell’Eur, della Salaria, dell’Ardeatina, della Laurentina e della Collatina, ha fatto emergere una storia ai limiti dell’incredibile per crudeltà, disperazione e degrado. Tra le oltre sessanta prostitute controllate, in gran parte romene e bulgare con un’età media di 25 anni, anche una romena di soli 14 anni. Arriva in Italia circa sei anni fa con la madre (già prostituta), un fratello e una sorella più grandi. Frequenta la scuola fino alla prima media, oltre la quale non va per le ripetute bocciature. Viene più volte affidata a strutture di accoglienza perché la madre e i fratelli non lavorano. All’età di 11 anni torna in Romania, dove conosce un giovane di sei anni più grande del quale si invaghisce e che ancora oggi frequenta. Rientrata in Italia lo scorso anno entra in contatto con una prostituta, amica della madre, che la costringe a sua volta a prostituirsi, ma la ragazza proprio non ce la fa a sopportare il marciapiede e si procura un lavoro da baby-sitter. Però la vita “normale” dura poco. A Ostia incontra un connazionale di 25 anni, un pregiudicato per reati contro il patrimonio. Questi la rende maggiorenne attraverso documenti falsi e la obbliga con minacce e botte a prostituirsi nuovamente, stavolta sulla Salaria: dalle nove di mattina alle ventuno di sera, per circa 600 euro al giorno che finiscono direttamente nelle tasche dello sfruttatore. Trova ancora la forza di fuggire e torna dalla madre, ma non riesce a sottrarsi alla dura legge dello sfruttamento neppure in ambito famigliare. È costretta a vendersi, oltre che dal fidanzato ora anche dal fratello, in una tenda sulla Colombo. La obbligano a continuare quella vita persino quando rimane incinta.
Questo il suo racconto, fatto tra le lacrime, alle agenti del G.S.S.U. e a una psicologa specializzata. Adesso la ragazzina è protetta in una struttura di accoglienza con supporto medico e psicologico.

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