Merce sanitaria ‘Made in China’ da destinare ai paesi poveri. Truffa alla Unione europea per 3 milioni: due arresti

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Microscopi, siringhe, ferri chirurgici, aerosol, medicazioni e altre apparecchiature sanitarie contraffatti e importati a basso costo dalla Cina e dal Pakistan per essere destinati ai Paesi in via di sviluppo. Una maxi-truffa messa a punto da una società di broker romana che si era aggiudicata un bando dell'Unione Europea da tre milioni di euro. A finire agli arresti domiciliari due imprenditori di 41 e 34 anni, rispettivamente amministratore unico e operatore commerciale dell'impresa con sede in zona Casal Del Marmo. Quindici gli indagati di cui 5 stranieri che nel corso degli anni hanno collaborato con l'azienda. Le indagini, partite da una segnalazione dell'Olaf (Ufficio europeo per la lotta alle frodi) e condotte dai carabinieri del Nucleo Antifrode dei Carabinieri di Roma hanno scoperto il raggiro di 3 milioni di euro messa a segno da questa società che, invece di fornire il materiale indicato dal bando di gara vinto (ossia prodotto in un Paese Europeo) comprava la merce scadente in Cina e Pakitan falsificando poi le etichette con tanto di marchio Cee. Gli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Nello Rossi, hanno accertato anche episodi di corruzione nei confronti di alcuni funzionari nigeriani che avevano il compito di controllare la regolaritá dei prodotti. Per guadagnarsi il loro appoggio offrivano computer, scarpe e altri oggetti di poco valore.
I carabinieri, diretti dal colonnello Maurizio Delli Santi, hanno avviato verifiche sulle attività svolte dalla societá che dal 2003 al 2007 si é aggiudicata gare dell'Ue per 10 milioni di euro per forniture in vari Paesi in via di sviluppo e in particolare Marocco e Nigeria. "I reati contestati sono truffa aggravata per acquisire contributi della Comunità Europea e corruzione di funzionari si Stato estero – ha detto Nello Rossi, procuratore aggiunto di Roma nel corso di una conferenza stampa – Le vittime sono di due categorie: da un lato i cittadini dei Paesi in via di Sviluppo, che hanno ricevuto materiale scadente, e dall'altro i contribuenti europei"

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