Cucchi, carabiniere al processo: “La sera dell’arresto era tranquillo e spiritoso”

In Cronaca & Attualità da Roma Est Magazine Commenti

Condividi

"La sera del 15 ottobre, quando dopo l'arresto fu portato nella caserma dei carabinieri della stazione Appia, Stefano Cucchi era tranquillo e spiritoso. Non disse di avere particolari problemi di salute… accennò ad una sofferenza di fegato… Aveva profonde occhiaie marroni, forse dovute all'uso di stupefacenti". Lo ha dichiarato il maresciallo dei carabinieri Roberto Mandolini, che era comandante della stazione Appia la sera in cui Cucchi fu arrestato, nel processo in corso a RomaIl sottufficiale ha anche ricordato che a Cucchi, fermato insieme con Emanuele Mancini, che stava comprando da lui droga nella zona dell'Appio Claudio, al parco Lemonia, furono sequestrati hashish, ecstasy, cocaina e un'altra pasticca. Venne sequestrato anche denaro. Poi il sottufficiale ha ricordato che Cucchi, senza dare alcuna spiegazione, si rifiutò di firmare il verbale dell'arresto. La stessa notte fu poi trasferito in una cella della caserma di Tor Sapienza perché all'Appia non c'erano celle. La mattina successiva fu portato in tribunale per il processo.

Nel processo per la morte di Cucchi, dove sono costituiti parte civile oltre ai famigliari il Comune di Roma e 'Cittadinanza attiva', ci sono12 imputati, cioè tre guardie carcerarie accusate di lesioni personali gravi, sei medici dell'ospedale Sandro Pertini dove Cucchi morì la mattina del 22 ottobre 2009 e tre infermieri. Tutti sono accusati di abbandono di persona incapace che, per mancanza di assistenza morì.

L'interrogatorio del maresciallo, convocato per oggi insieme ad altri sette carabinieri, ha occupato due ore. Rispondendo alle domande dei pm Vincenzo Barba e Francesca Loi e degli avvocati di parte civile e della difesa, ha ricostruito momento per momento i fatti della notte del 15 ottobre 2009, quando alle 23.30 Cucchi fu portato in caserma, si mostrò restio a macchiarsi le dita con l'inchiostro per rilasciare le sue impronte. Rifiutò anche il cibo, volle solo bere. Poi parlò a lungo con il sottufficiale diventando, come si è detto, ''spiritoso''.

Mandolini ha anche ricordato che Cucchi non indicò un luogo preciso dove abitava. Quella notte i carabinieri perquisirono anche la casa dei suoi genitori e un'abitazione nella zona di Morena dove Cucchi si recava saltuariamente quando non era ospite di amici. Alle perquisizioni partecipò lo stesso Cucchi, prima di essere trasferito nella cella di Tor Pignattara.

Condividi