Guidonia. Il punto sui Servizi Sociali con Marco Berlettano

In In Evidenza, Politica, Primo Piano da Yari Riccardi

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Fondi che diminuiscono, emergenza abitativa, graduatorie e politica. Quasi mai il nome di Marco Berlettano, assessore ai Servizi Sociali della Città di Guidonia (in attesa della probabile conferma della delega) è apparso in questi giorni convulsi per la maggioranza che sostiene il sindaco Rubeis. Settore cruciale, quello del sociale, a maggior ragione in una città così vasta come popolazione e come esigenze. Settore spesso sotto gli occhi. Abbiamo fatto con Berlettano il punto su alcuni concetti chiave del settore, visto che, comunque, la delega ai Servizi Sociali era sua anche nel primo mandato di Rubeis.

Lei è stato praticamente invisibile nelle dinamiche politiche di queste settimane. Ci commenta l’azzeramento delle deleghe?
Parto col dire che non sono solito parlare di politica. Detto questo, non mi aspettavo tutto quello che è successo, ma vedo le intenzioni di risolvere i problemi e le capacità di proseguire con basi più salde. Credo che da ogni discussione politica possa nascere un forte rilancio di una azione amministrativa.

In molti hanno detto che la crisi della giunta nasce dai problemi all’interno di Forza Italia…
E’ chiaro che potrebbe sembrare così. Io credo tuttavia, facendo un’analisi più approfondita, che in questi casi la dialettica politica abbraccia tutti, volenti o nolenti.

Da anni uno dei problemi dei Servizi Sociali è la diminuzione dei fondi regionali. E’ ancora così?
E’ un problema nazionale: fondi dalla Regioni ridotti, e spariti, come nel nostro caso, quelli dalla Provincia. A una diminuzione delle risorse non possiamo far altro che rispondere con la razionalizzazione di servizi e spese: ad oggi non abbiamo ridotto nulla a causa di questa mancanza di fondi. Abbiamo certamente rimodellato e reimpostato, cercando di utilizzare meglio le risorse e mantenere un livello soddisfacente.

Parliamo dell’emergenza abitativa che da anni vive Guidonia…
Un bando della Regione ci ha permesso di reperire degli appartamenti per l’edilizia popolare, e questo è gà molto. L’Ufficio Casa viene visto spesso come un servizio di emergenza, e la stessa occupazione, che naturalmente condanno senza appello, nasce da una emergenza. Quindi stiamo lavorando per sopperire a questa situazione che non nasce oggi: gli uffici fanno molto.

E sulle polemiche per l’assegnazione delle case agli stranieri?
Sono polemiche superficiali, spesso fatte senza conoscere l’effettiva realtà delle cose. Ai bandi hanno accesso anche gli stranieri, ovviamente: e qui, su circa 25 appartamenti (tra via Guerrazzi a Villanova e La Botte) solamente 3 sono stati assegnati a immigrati. Non serve esasperare.

Quale è il problema più diffuso che ha incontrato in questi anni ai Servizi Sociali?
Oggi quello più evidente è la mancanza di lavoro, fenomeno che assume ogni giorni contorni più ampi. Abbiamo un notevole aumento delle richieste di accesso ai contributi economici, e questo vuol dire molto. Quello dei Servizi Sociali è un mondo da monitorare con attenzione: racconta tutto quello che c’è da sapere della realtà in cui viviamo.

Esiste il contrasto tra il Sociale, a livello di fondi, e gli altri settori di una amministrazione?
Nelle varie aree presenti nel bilancio comunale, le somme inserite sono il risultato delle indicazioni politiche e delle azioni amministrative: ogni area ha bisogno di risorse proprie, e spesso si riesce a fare ‘sociale’ anche in settori differenti dal nostro. Parlando di cifre, io non credo che ci sia mai stato tolto nulla, come fondi. Le risorse sono sempre state equamente divise.

Servizi sociali come quadro di una città, dal quale capire, e, si spera, intervenire con prontezza. Un quadro nel quale sono molti i pittori, e molti i colori. La politica non può esimersi dal guardare quel quadro, col dovere di capire dove mettere quel tocco di colore che manca. A Guidonia, tra l’altro, il vero valore aggiunto sono le associazioni, le Caritas, le parrocchie. Servizi sociali non ‘ufficiali’, ma concreti e reali. Dove la politica non arriva, possono arrivare loro, supporto oggettivo per ogni amministrazione. Non è nè un bene nè un male. Si chiama solidarietà, e non può non avvolgere anche la sola idea di Servizi Sociali.

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