Tivoli. La Lottizzazione di Piazza Catullo e la guerra intestina alle Acque Albule SPA

In Ambiente & Territorio, In Evidenza, Politica, Primo Piano da Yari Riccardi

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Storia complessa, quella della lottizzazione di Piazza Catullo a Tivoli Terme. Complessa perchè affonda le sue radici su atti di quasi 10 anni fa, complessa perchè tocca direttamente i rapporti interni all’interno di una delle aziende partecipate più importanti di Tivoli, le Acque Albule Spa. HA fatto chiarezza il sindaco di Tivoli Giuseppe Proietti, durante la conferenza stampa che si è tenuta giovedì 12 febbraio. Chiarezza per una storia che di punti oscuri ne presenta numerosi. Una storia nella quale, giova ribadirlo, il Comune di Tivoli è socio di maggioranza all’interno dell’azienda. Una posizione che dovrebbe essere di forza, e che invece non lo è.

2006: l’inizio. La storia di Piazza Catullo – che sul PRG non esiste, è una piazza di fatto – nasce nel 2006, con l’inizio della privatizzazione delle Acque Albule. Un aumento di capitale deliberato per affrontare le perdite viene affrontato dalla parte privata, socio di minoranza (con Terranova in testa) con ingresso di denaro contante, dalla parte pubblica (il Comune di Tivoli) con la concessione di terreni edificabili a Tivoli Terme per il valore di circa 2 milioni e 600 mila euro, valutati tramite regolare perizia. “Nelle premesse della delibera dell’atto di conferimento si specifica – spiega Proietti – che le unità immobiliari avrebbero aveuto come destinazione d’uso il potenziamento dell’offerta turistica ricettiva”. Passano gli anni, e nel 2009 si arriva al piano di lottizzazione della zona. Un piano che non ha il riferimento alla precedente destinazione d’uso, ma il comune di Tivoli approva, e i lavori prendono il via.

Il Lotto A e il Lotto B. Il primo lotto di costruzioni – portati avanti dal socio di minoranza, 40 % delle Acque Albule, il resto è del Comune di Tivoli – è stato realizzato: sono circa 40 gli appartamenti pronti, di cui 20 sono quelli già venduti. Come è stato possibile?  “Il potere di vendita al Consiglio di Amministrazione – prosegue il sindaco – è stato dato all’epoca dall’Assemblea degli Azionisti al Consiglio di Amministrazione”. La storia si complica con l’ormai famigerato Lotto B, che si compone di 20 appartamenti. “Il socio di minoranza di Acque Albule chiee di realizzare questi appartamenti, il comune non risponde, e viene aperto un contenzioso tra il socio di minoranza e quello di maggioranza, cioè il comune. In questo modo il comune è e sarà sempre soccombente”. Il ricorso al TAR è il passo successivo: il Tribunale, dando ragione alla società che fa riferimento alle quote di minoranza, nomina un Commissario ad Acta, che rilascia il permesso per costruire. Non per potenziare l’offerta turistica, ma ad uso residenziale. Una parte festeggia, e non serve specificare chi. Alle richieste dei presenti in sala sulle motivazioni per le quali il Comune non ha presentato ricorso, Proietti risponde chiaramente. “Il nostro legale, l’avvocato Piccinni, ci ha detto che non esistono presupposti documentali per impugnare la sentenza”. Carta canta, dunque. E la sentenza del TAR mette la componente che fa capo al gruppo di Bartolomeo Terranova in una evidente posizione di forza.

Una nuova via. L’obiettivo dell’attuale amministrazione di Tivoli, più volte ripetuto da Proietti nel corso della conferenza, è quello di far rispettare le ormai antiche decisioni prese sul tema, ossia il potenziamento dell’offerta ricettiva turistica. Ed è per questo che ha avuto inizio una vera e propria battaglia a colpi di carte bollate. “Abbiamo scelto la via interna: atti di indirizzo e diffide a che pretendono il ripristino della precedente destinazione d’uso, oltre alla necessità, da parte della società, di attenersi a criteri di trasparenza, terzietà e selezione pubblica”. Una via che evidentemente non piace granchè alla controparte (fa pensare parlare di controparte nell’ambito di una stessa azienda). “Durante l’assemblea che si è tenuta lo scorso lunedì – va avanti Proietti – la componente privata di Acque Albule ci ha chiesto di allegare agli atti una ricostruzione analitica della vicenza, ma non è tutto. Ci hanno richiesto anche una revisione della perizia sui terreni del 2006, perchè, in caso di cambio di destinazione d’uso, a detta loro quei terreni ora valgono meno”. Il Comune ha risposto con la volontà, a questo punto “di revisionare l’intero aumento di capitale”. Ma dall’incontro sono arrivate anche buone notizie. E’ stato infatti revocato al CDA la delega alla vendita, che torna al Consiglio dei Soci, ed è stata inserita la clausola della destinazione d’uso nei contratti di vendita delle costruzioni. Sui dubbi manifestati dalla sala sulla facoltà da parte di Acque Albule di costruire, Proietti fa notare che lo statuto della società è piuttosto lacunoso sul punto, “ma un riscontro si trova, all’interno del documento, nella previsione di attività per la crescita finanziaria della società”. E da queste parti cosa c’è di meglio delle costruzioni?

Le reazioni. Il pubblico della conferenza è particolarmente attento. “Le Terme che citano il comune di fatto citano se stesse: l’unico dato certo è che il solo a perdere è il comune di Tivoli”. A parlare è Carlo Centani, rappresentante storico della politica tiburtina e attento conoscitore della vicenda Terme. “L’unico atto da fare per riportare l’ordine è azzerare il CDA”. Cause che non fanno bene a nessuno, ma appartamenti da vendere che fanno bene invece, e molto, se si pensa che “gli ultimi 2 anni delle Terme – specifica Proietti – sono in utile solo grazie alla vendita degli appartamenti”. E mentre si cerca il colpevole – “La delega al CDA per la vendita – racconta Centani – è stata data dll’ex sindaco Baisi” – e la domanda più ricorrente al sindaco è sui motivi per i quali non sia stato fatto ricorso contro la decisione del TAR – “Se un avvocato dà parere contrario, è il caso di fermarsi, come un qualsiasi cittadino al quale un avvocato dà un parere negativo” – si arriva presto al futuro delle Acque Albule. “Non avendo funzioni strumentali per un comune, abbiamo l’obbligo di dismettere la società termale, mantenendo tuttavia la concessione delle acque. Stiamo già prendendo contatti con un advisor”. Ma prima c’è da risolvere l’intricato caso di Piazza Catullo, e mettere il punto su una guerra intestina, che, tra destinazioni d’uso magicamente cambiate, deleghe alla vendita degli appartamenti assegnate non si capisce bene da chi e perchè, piazze che sul PRG non ci sono, appartamenti da vendere, revisioni, diffide e atti di indirizzo, fa l’interesse di pochi, ma fa danni, e ne fa parecchi, al comune di Tivoli.

http://www.romaest.org/news/11/2014/tivoli-piazza-catullo-il-sindaco-proietti-chiede-limmediata-sospensione-dei-lavori-di-edificazione-del-lotto-b/

http://www.romaest.org/news/11/2014/tivoli-proietti-acque-albule-scatta-la-diffida-per-limmobile-di-piazza-catullo-il-sindaco-rispetto-del-vincolo-di-destinazione-fini-turistico-termali/

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