Comitato Popolare contro gli impianti nocivi di Fonte Nuova, Sant’angelo e Guidonia, la replica a Rubeis sugli impianti a biomassa

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no_impiantibiomassaIl  “rimpiattino”  politico  che  il  sindaco  di  Guidonia  Montecelio  tenta  di  giocare  con Zingaretti (dimissionario ma con evidenti responsabilità dei suoi uffici) non sta in piedi. Con un comunicato  stampa  del  13  febbraio,  Eligio  Rubeis  tenta  di  accreditarsi  come  “salvatore” dell’ambiente e della salute dei cittadini di Guidonia e delle limitrofe Fonte Nuova e Sant’Angelo Romano. Ma quest’operazione sa di ammuffito ritardo e di contraddittori e non chiari obbiettivi.   Per  il  Primo  cittadino  guidoniano  è  facile  ora,  –  dopo  una  grande  mobilitazione  della popolazione seriamente preoccupata dal problema, dopo la diffida del Consiglio comunale di Fonte Nuova,  dopo  l’adozione  di  regolamenti  vincolanti  e  stringenti  dei  Comuni  di  Fonte  Nuova  e  di  Sant’Angelo Romano – tirarsi indietro e rinnegare il parere positivo già espresso dal suo Comune in  Conferenza dei Servizi,prendendo spunto da presunti vincoli dell’ANAS.  Infatti, l’Ufficio Urbanistica comunale, a firma di Umberto Ferrucci (su delega peraltro del  suo sindaco), ha rilasciato un giudizio favorevole agli impianti a biomassa in quell’area dove, solo ora, Rubeis scopre vincoli insormontabili. Il sindaco dovrebbe “chiedere la testa” del suo dirigente,  incapace,  inefficiente,  evidentemente  favorevole  a  qualsivoglia  attività  imprenditoriale  e massacratore del territorio. La Provincia di Roma ha ben altre gravissime responsabilità, non avendo valutato, in quanto Ente  sovracomunale,  le  ricadute  ambientali  e  sulla  salute  delle  popolazioni  e  dei  centri  abitati,  vicino ai quali gli impianti sono stati autorizzati. Infatti non ha neanche chiesto i pareri dell’ ARPA Lazio  e  dell’Asl  di  competenza,  oltre  a  non  aver  valutato  i  vincoli  che  insistono  sul  lotto  in questione. Piuttosto che “buttarla in caciara” con uno Zingaretti che pensa a ben altro che alla difesa dell’ambiente  e  della  salute  delle  popolazioni  di  questi  territori,  il  sindaco  Rubeis  potrebbe esercitare il “principio comunitario di precauzione” (codificato anche dal nostro Ordinamento): la sua carica istituzionale gli permette di applicare gli artt. 216 e 217 del TULS (Testo unico delle leggi sanitarie), affinché si giunga alla riapertura della Conferenza in Provincia, per mancanza del “parere igienico sanitario” di competenza della ASL, visto che gli impianti a biomassa da costruire sono configurabili come “industrie insalubri di 1° categoria” adiacenti ad un centro abitato. Venerdì  15  febbraio,  il  Consiglio  comunale  di  Guidonia  Montecelio  farebbe  bene  –  così come già fatto all’unanimità dai Comuni limitrofi – a proporre e votare un Regolamento comunale di Igiene e Sanità, che preveda  prescrizioni rigide, vincoli autorizzativi e modalità stringenti per tutti  quegli  impianti  (fotovoltaico,  biomassa,  discariche,  cementifici,  antenne  di  comunicazione ecc.) che  nel territorio  comunale  siano operativi o in procinto di attivarsi. Il Consiglio dovrebbe all’unanimità  inviare  alla  Provincia  una  diffida,  affinché  la  sua  azione  non  sia  più  improntata  a “superficiale” giudizio ma a ponderata ed equanime disamina degli elementi reali, dei vincoli, degli interessi in gioco (ivi compresi quelli manifestati dalle responsabili associazioni e comitati locali). Su questo e non sulle chiacchiere partitiche si gioca l’incontro con una popolazione in cerca di sostenibilità ambientale. Su ciò Rubeis può fare la differenza con chi l’ha preceduto e con gli Zingaretti di turno. Sul coordinamento con i comuni vicini per una tutela ambientale maggiore e per l’annullamento  delle  autorizzazioni  agli  impianti,  i  cittadini  daranno  l’appoggio  alle Amministrazioni. Il Comitato popolare contro gli impianti nocivi resta vigile sulle decisioni amministrative del territorio e non rinuncia ad una battaglia che, come è stato recentemente dimostrato, ha il consenso delle  popolazioni  interessate.  Anche  per  questo  chiede  alle  Amministrazioni  coinvolte  maggiore trasparenza, competenza, responsabilità, apertura di tavoli di confronto con associazioni e comitati.

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