Atac, varato nuovo assetto: 5 direzioni centrali sotto dipendenze AD

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Il consiglio di amministrazione di Atac, presieduto da Luigi Legnani, riunito ieri, in attuazione del ridisegno organizzativo approvato nella precedente seduta del 12 gennaio 2011, ha preso atto del nuovo assetto di vertice con la nomina dei dirigenti apicali dell'azienda. La nuova struttura organizzativa di Atac, comunica l'azienda, prevede cinque direzioni centrali alle dirette dipendenze dell'Amministratore delegato, cui sono stati conferiti anche i poteri di Direttore generale. La direzione centrale finanza, sistemi e contratti di servizio è affidata ad Antonio Cassano. Vengono create la Direzione centrale risorse umane e organizzazione, affidata a Riccardo Di Luzio; la Direzione centrale strategie, marketing e sviluppo commerciale, affidata a Emanuele Ludovisi; la Direzione centrale affari societari, acquisti e valorizzazione immobiliare, che viene guidata ad interim dall'Amministratore delegato. Alla guida della Direzione centrale operazioni viene chiamato Pietro Spirito, e nell'ambito di tale Direzione Giuseppe Cassino assume la responsabilità dell'area tecnica.

La responsabilità dell'area superficie viene assunta ad interim da Gianni Nicastro che mantiene la guida dell’area metro-ferrovia. Su indicazione dell'azionista, Marco Coletti – già Direttore centrale industriale – è stato cooptato nel Consiglio d'Amministrazione dell'ATAC con la carica di vice-presidente, in sostituzione di Arcangelo Spagnoli. Spagnoli assume l'incarico di consigliere delegato della società Trambus open. La Direzione relazioni esterne e comunicazione è guidata da Carlo Parmeggiani. Le relazioni istituzionali, a diretto riporto della Presidenza, continueranno ad essere guidate da Stefania Fois, cui verrà affidata anche la responsabilità dei progetti internazionali (UITP). I dirigenti di nuova assunzione hanno tutti incarichi a tempo determinato. Il ridisegno organizzativo, che in taluni casi ha comportato anche un ricambio delle responsabilità manageriali che va correttamente interpretato in una necessaria logica di discontinuità, è orientato a rafforzare le competenze di natura tecnico-operativa attraverso l'immissione di manager di lunga, solida e diversificata esperienza nel settore trasportistico, favorendo così anche un rinnovamento culturale della dirigenza.

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