Via Palombarese, ancora attesa per il collettore fognario. Il Cra: “Opera già realizzata e collaudata, situazione parossistica”

In Ambiente & Territorio, Cronaca & Attualità, In Evidenza da Yari Riccardi

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Un problema preda del rimpallo di responsabilità. È ancora in una situazione di stallo la questione degli allacci fognari e del depuratore di Marco Simone a cui dovrebbero connettersi le acque reflue delle residenze lungo la Via provinciale Palombarese, dunque nei comuni di Sant’Angelo Romano, Guidonia Montecelio, Mentana e Fonte Nuova. “Situazione parossistica – scrive il Cra in una nota – per la quale siamo arrivati al livello di allarme sanitario sia per i cittadini che per l’ambiente”. Di fatto il collettore fognario – “già realizzato e collaudato”, prosegue il Comitato – non può essere messo in funzione fin quando non verrà preso in consegna dall’Acea. “Un caos istituzionale e burocratico, che coinvolge non solo i quattro comuni – spiega il Cra – con le frazioni che si affacciano sulla Palombarese, ma anche la Città Metropolitana, la Regione Lazio ed il Consorzio di Bonifica del Tevere e dell’Agro Romano. Tutti fermi”. Sembra essere tutto un problema di autorizzazioni. “Parrebbe infatti che gli uffici preposti della Città Metropolitana non possano rilasciare l’autorizzazione allo scarico al gestore del depuratore (Acea Ato2) posto in località Marco Simone. Infatti, affinché il collettore fognario possa entrare in funzione ed essere dunque consegnato ad Acea è necessario che il depuratore di Marco Simone, già ampliato dalla Regione, si munisca dell’autorizzazione allo scarico per le nuove volumetrie di acque da depurare, acque che inevitabilmente andrebbero ad aggravare col loro “peso idraulico” le condizioni idrogeologiche del Fosso di Pratolungo che scorre lì vicino e che, secondo il CBTAR, non può ricevere altri volumi idrici per ragioni di sicurezza, in caso di forti precipitazioni”. Una questione che coinvolge come detto anche la Regione Lazio, che da anni ha stanziato risorse pubbliche – sia per la realizzazione del collettore che per l’ampliamento del depuratore di Marco Simone per “ospitare” il maggiore afflusso delle acque reflue dell’area – ma si trova nella condizione di non poterlo mettere in esercizio, “in grave contrasto con la Direttiva 2000/60/CE sulla qualità delle acque oltre che con il Piano di Tutela delle Acque Regionali (PTAR). Si è raggiunto così l’inverosimile, la mancata possibilità, come sarebbe sacrosanto diritto, di allacciarsi alla pubblica fognatura, cosa che impedisce di conseguenza la possibilità di ottenere un nuovo contatore per l’acqua”. Un nodo burocratico ogni giorno più stretto e più intricato. Nell’attesa delle responsabilità non sembra essere così remoto ipotizzare carte bollate e segnalazioni alla Commissione Europea. Oltre naturalmente alle proteste di cittadini e associazioni.

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