Roma / Operazione Dolce Vita: la Finanza sequestra beni per 30 milioni

In Cronaca & Attualità da Yari Riccardi Commenti

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Un valore complessivo di 30 milioni di euro. Questa è l’entità del sequestro di rinomati ristoranti e bar situati in prestigiose zone della capitale, oltre a un disco club con brand internazionale, un ipermercato, un’autorimessa, immobili, autoveicoli, beni aziendali, partecipazioni societarie e disponibilità bancarie per un valore complessivo di circa 30 milioni di euro, riconducibili ad un noto imprenditore, per una misura applicata dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma in esecuzione del decreto del locale Tribunale – Sezione Specializzata Misure di Prevenzione.

Un provvedimento ablativo “eseguito dagli specialisti del Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma che dimostra, ancora una volta, l’efficacia – scrivono le Fiamme Gialle in una nota – dell’azione sinergica dell’Autorità Giudiziaria e della Guardia di Finanza nell’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati dai soggetti socialmente pericolosi”.

L’operazione si inserisce nel contesto di una più ampia indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica e ha consentito di individuare in Aldo Berti, classe 1949, già noto alle Forze di Polizia e già condannato dal Tribunale capitolino per reati fallimentari, il reale dominus di un articolato sistema societario attraverso il quale ha “schermato”, nel tempo, “un ingente patrimonio, del tutto sproporzionato rispetto alla sua capacità reddituale, frutto del reimpiego dei proventi dell’attività delittuosa e, soprattutto, di una pianificata evasione fiscale – così la nota della Finanza – e contributiva che gli ha consentito di sottrarre al Fisco e all’Inps oltre 50 milioni di euro. Al Berti è riconducibile, di fatto, la gestione di 23 società, formalmente intestate a compiacenti “prestanome”, le quali, attuando un complesso sistema di partecipazione al capitale, assunzione e dismissione di cariche societarie, nonché fittizie acquisizioni e cessioni di azienda, hanno sistematicamente omesso la presentazione delle dichiarazioni fiscali e il versamento delle ritenute e dell’IVA ed effettuato indebite compensazioni tributarie, per poi cedere il passo, dopo due o tre anni di operatività, a nuovi soggetti giuridici destinati a replicare lo stesso meccanismo di frode”.

Sotto sequestro sono finiti il capitale sociale e l’intero patrimonio aziendale di 23 società, gran parte con sede a Roma e operanti prevalentemente nel settore della ristorazione, della somministrazione di alimenti e bevande e della grande distribuzione, e ancora quota di partecipazione al capitale di altre 3 società, un ipermercato, 9 unità immobiliari, una autorimessa per parcheggio ad ore, 9 veicoli, conti correnti e titoli, il tutto per un valore complessivo pari a circa 30 milioni di euro. L’operazione è stata chiamata “Dolce Vita”: i locali sequestrati – alcuni dei quali evocati i fasti della dolce vita romana appunto – sono tutti ubicati in luoghi ad alta frequentazione turistica: da oggi saranno gestiti da amministratori giudiziari nominati dal Tribunale di Roma.

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