Era bello anche solo immaginarli. I piccoli al campo sportivo, e quelli un po’ più grandi a correre al Golden Gala per la Staffetta dei Comuni. E’ stato bello immaginarli, ancora meglio guardarli seguire con concentrazione ed entusiasmo le direttive delle maestre e degli istruttori, pieni di colori e orgogliosi di essere lì per raccontare ai loro genitori che hanno riempito le tribune dello Stadio Comunale una storia dolce e giusta, come solo le storie che parlano di bambini riescono a fare. Si è chiuso così il 4 giugno il progetto “Sport in Classe”, iniziativa del MIUR in collaborazione con CONI e Presidenza del Consiglio dei Ministri, realizzata dall’IC Leonardo da Vinci con il supporto organizzativo e logistico dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Guidonia, che ha anche competenza dello Sport Scolastico. Studenti della scuola dell’infanzia e della scuola primaria: sono stati loro i veri protagonisti della giornata, per un progetto iniziato nel primo quadrimestre che ha avuto l’obiettivo di valorizzare e rilanciare l’educazione motoria. Almeno una volta al mese l’incontro con gli istruttori Davide Lozzi e Angela Silvestri, che hanno accompagnato i bambini alla giornata finale. Il tema era quello dell’integrazione tra i popoli, con lo sport come strumento principale. Bandiere, colori, coreografie e staffette, ostacoli, capriole e corsa nei sacchi: nulla è stato fatto mancare dai bambini (più di 900) agli spettatori accorsi per loro. “Un progetto – racconta la preside dell’Istituto, Gabriella Di Marco – che ha avuto un ottimo riscontro tra i bambini: siamo riusciti a coinvolgere tutti in una sola grande manifestazione. Il tutto mentre 60 ragazzi delle nostre medie stanno correndo la Staffetta dei Comuni al Golden Gala: una giornata da ricordare per tanti motivi”. Anche per chi scrive: perchè assistere alla gioia di così tanti bambini, e all’entusiasmo delle maestre e dei maestri – ecco gli esempi di buona scuola, quella che le riforme spesso neanche considerano – nell’accompagnarli passo dopo passo ci ricorda, ed ogni tanto è necessario, i motivi per cui abbiamo scelto di fare questo lavoro. Quali? Trovarsi davanti a 900 sorrisi, e raccontare una storia bella, una di quelle che ti fa fare pace con tutto quello che hai intorno. Bastano un paio d’ore. Quei sorrisi, quei canti, quei palloni lanciati verso il cielo, te li porti dentro per tutti i giorni che vengono dopo. Lo diciamo con certezza. Noi c’eravamo il 4 giugno: e sappiamo cosa ci hanno regalato tutti quei piccoli atleti.
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