Tivoli. La Città dello Sport è una Città Fantasma

In Ambiente & Territorio, In Evidenza, Primo Piano da Elena Giovannini

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Tivoli. Sotto il cielo di febbraio quella che avrebbe dovuto essere la città dello sport sembra più una città fantasma. L’insegna di un bar chiuso da secoli, lo stemma della Tivoli calcio sotto l’ingresso delle gradinate,cartelli che annunciano da tre anni lo stesso evento sportivo, rimasti lì ultima resistenza a un tempo che segna l’avanzare di un rapido abbandono. Nell’aria fredda si intuiscono i segni di un passato migliore: sembra quasi di sentire le voci di chi affollava quel campo, le partite nei giorni di sole, le tifoserie sugli spalti. Di tutto questo resta ben poco: eccetto le piscine gestite dalla Lazio Nuoto, il resto delle strutture versano in uno stato di quasi completo degrado.
Il palazzetto che nel 2013 ospitò la finale di karate, ormai dichiarato inagibile è aperto ed è possibile entrare: al suo interno tutto è semidistrutto e abbandonato. Gli spogliatoi sono sporchi e infestati dai topi. La pista da corsa è ancora tenuta in uno stato abbastanza buono, grazie all’impegno costante dei ragazzi e degli allenatori che la utilizzano. Al centro della pista due reti indicano la presenza di quello che in passato era stato un campo da calcio e oggi è una distesa di erbacce.
Da un anno e mezzo non c’è più neanche l’acqua, impossibile dunque utilizzare i bagni: per fare la doccia si torna a casa e per fare i bisogni si è costretti ad addentrarsi nell’erba alta o recarsi all’edificio delle piscine.
Alle 14 e 30 al campo di Atletica troviamo come tutti i giorni Alighieri Tarquini presidente della Società Atletica Tiburtina e allenatore. Ci spiega che sono gli allenatori ed i ragazzi ad occuparsi della manutenzione, sottolineando gli evidenti problemi, come la mancanza d’acqua. Sembra però un tipo che preferisce guardare i lati positivi: con orgoglio mi parla dei molti ragazzi che usciti da questo campo hanno gareggiato a livelli nazionali e mondiali. Li chiama per nome, affettuosamente, mi mostra le foto sul podio che tiene tutte salvate sul telefono. “Il piccoletto laggiù è Davide Campana, domenica è arrivato tra i primi d’Italia, poi c’è Grossi di Sambuci che ha partecipato ai Mondiali l’anno scorso”. Tra gli allievi dell’Arci anche Barbieri, un ragazzo di San Gregorio che è stato campione italiano di atletica per molti anni. Forse nessuno di coloro che li ha visti salire sul podio con una medaglia al collo ha potuto immaginare lo stato del campo dove per anni, sognando quel momento, si sono allenati. Viene da dar ragione a un poeta, dai diamanti non nasce niente.
Riguardo al palazzetto Alighieri non ha dubbi: “Se non ci mettono le mani sarà uno spreco di energie non indifferente. Già una ristrutturazione ad oggi costerebbe sicuramente molto.”
Tra i ragazzi che si allenano c’è anche Dalila, 20 anni, frequenta il campo da 6 anni e pratica il lancio del giavellotto. Ci racconta in breve come è cambiato negli anni questo posto. “Quando ho iniziato il campo era ben tenuto perché i ragazzi del calcio si allenavano qui, costruirono il palazzetto e usavamo gli spogliatoi ed i bagni. Quando la società del calcio si è trasferita da almeno due o tre anni, tutto questo è rimasto dimenticato”. Per lei lo stato in cui versa il luogo è vergognoso. “Non c’è sicurezza, i guardiani all’entrata effettuano un controllo minimo: chiunque può entrare e c’è chi porta a spasso i cani, lasciando i bisogni degli animali al centro del campo dove c’è l’erba, a volte ho sorpreso ragazzi dentro il palazzetto a fare i vandali con gli estintori. Inoltre la palestra è fredda, non ci sono molte attrezzature, alcune sono rotte e altre si stanno rovinando perché non ci sono locali interni dove custodirle. Da quando non abbiamo più l’acqua l’allenatore porta le bottiglie che riempie alle fontanelle e beviamo da quelle. Pure per andare al bagno è un problema e dobbiamo appoggiarci alle piscine”. Lo dice con appena un po’ di amarezza, con la rassegnazione di chi sa che le cose non possono cambiare. “Credo che da parte del comune dovrebbe esserci un po’ più di interesse visto che è un luogo che è utile e potrebbe essere sfruttato anche per organizzare eventi o anche gare importanti”.
Abbiamo finito un altro giro di pista. Dalle gradinate vuote immagino le grida di una tifoseria accesa, gli applausi per la giocata buona, i fischi. Il silenzio di adesso è solo il grido colpevole di un’occasione sprecata.

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