Guidonia. L’incanto del Presepe Vivente della scuola primaria dell’IC Leonardo da Vinci travolge anche il Grinch

In Primo Piano, Scuola & Università da Yari Riccardi

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C’era una volta il Grinch, un mostriciattolo verde e peloso che odiava il Natale. Noi lo abbiamo visto aggirarsi nel cortile dell’I.C. Leonardo da Vinci di Guidonia, tra gli alunni della primaria e le loro maestre, che hanno dato di nuovo vita a un suggestivo ed emozionante Presepe Vivente. Tutti rigorosamente vestiti dei costumi dell’epoca della NAtività, i bambini sono stati protagonisti di una rappresentazione piena di colori e di luci, di sorrisi che spazzavano via il freddo “giusto” di un pomeriggio di dicembre. Sorrisi che hanno spazzato via subito lo spirito dell’antiNatale del Grinch, che non si aspettava certo tutto questo. Era pronto a non emozionarsi, era pronto a dire “bah”, ma una volta circondato da quei piccoli pastori, mercanti, fabbri, fornai, contadini e re magi, angioletti e tutta la Sacra Famiglia, che chiedevano solamente di essere felice di essere lì e ora, a quei grandi che spesso hanno troppo da fare per pensare ancora al Natale, beh, anche quel tormentato mostriciattolo del Grinch si è lasciato andare. E ha iniziato a girare tra gli  stand preparati appositamente, una serie di capanne che richiamavano con dolcezza l’allegra confusione della Betlemme che ci piace immaginare nei giorni di Natale. Festosa e brillante. E c’era un forno che sfornava focacce e biscotti, una bottega di un falegname che lavorava senza sosta, e un recinto con gli animali, e piccoli bazar dove i lavoretti fatti dai bambini illuminavano anche più delle luci accese ovunque. E c’era certamente la Capanna: qui il Grinch si è soffermato un po’ di più, rendendosi conto che il Natale visto e raccontato dai bambini, guidati dalle mani sapienti delle maestre, ha un sapore certamente diverso. E proprio pensando alle maestre ha fatto un ragionamento che con il Natale c’entra poco, ma che comunque era dolce: la scuola pubblica ha in sè tutte le caratteristiche per continuare ad eccellere, nonostante tutto. Lo dimostrano ampiamente gli occhi di quelle maestre che si aggiravano indaffarate per il piazzale della scuola: affettuose, competenti, punti di riferimento per bimbi e genitori e perfetto esempio di come il lavoro dell’insegnante dovrebbe essere sempre vissuto. Un lavoro duro rappresentare la Natività: ma quelle insegnanti, dimostrando coraggio e passione, prendendo per mano bimbi anche molto piccoli, hanno reso possibile quello che fino allo scorso anno era solo un bel sogno. E che quest anno si è dimostrato una splendida realtà, dimostrando la validità della scuola pubblica come agenzia educativa e come punto di aggregazione. Tanti genitori, anche loro mascherati, sono la prova che l’entusiasmo e il cuore pieno d’amore portano a fare piccoli miracoli. Come far ricordare al Grinch il vero spirito del Natale. Come far ricordare ai grandi che anche loro sono stati bambini, e si stupivano davanti alla magia che sprizza ogni giorno di dicembre. Come ritornare a farci credere, a noi come a quel Grinch che abbiamo visto andare via con gli occhi un po’ rossi, che è proprio grazie ai bambini che il buio può finire. E non è retorica, il Grinch non ce lo perdonerebbe mai, da buon cuore brontolone quale è. Se esci dalla scuola e ti immagini di essere davvero a Betlemme, e torni a casa pensando a Babbo Natale e ai suoi piccoli aiutanti, allora vuol dire che anche se sei grande, verde, musone e scorbutico, tutti quei bambini e le loro maestre ti hanno toccato il cuore. E che da ieri è Natale davvero. Anche per il Grinch. Che non ci ha voluto lasciare dichiarazioni. Ma quando lo abbiamo salutato sorrideva, e ci ha sussurrato…”devo aver dormito per tutta la mia vita. Non posso credere di essermi perso tutto questo in tutti questi anni. Vado a scrivere la letterina a quel Babbo Natale. Chissà se si ricorda di me…”. Vogliamo rassicurarlo. Chiunque era ad assistere al Presepe della Leonardo da Vinci un regalo l’ha già avuto, e presto ne arriveranno altri. A noi l’ha detto un folletto che abbiamo incontrato appena usciti dal cancello. Si è presentato come piccolo aiutante di Babbo Natale. No, non era il vin brulè che avevamo bevuto. Era solo la magia che splendeva nei volti di quei bambini. E noi quel folletto siamo certi di averlo visto. Degna conclusione di un pomeriggio incantato. Con tanti auguri allo Spirito dell’AntiNatale.

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