Guidonia. Collettivo Apache, alimenti e vestiti per il centro di accoglienza Baobab

In Ambiente & Territorio, Cronaca & Attualità, In Evidenza, Spazio al Sociale da Yari Riccardi

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Alla fine si tratta solo di aprire la strada, quando si sogna un nuovo modello di città, fatto di senso di appartenenza e racchiuso sotto due parole. Bene Comune. “Uno spazio condiviso, un luogo che appartiene a chi lo vive oltre le barriere imposte dalla società. Per questo ci battiamo contro ogni forma di razzismo, sessismo, omofobia e fascismo. È uno spazio partecipato dove ciascuno possa mettere le proprie competenze, le proprie passioni e le proprie energie a servizio di tutti per una crescita collettiva. Dove i diritti di tutti non siano calpestati dagli interessi di pochi. Perché, fino ad oggi, il nostro ambiente, la nostra salute e il nostro sviluppo sociale ed economico sono stati sacrificati alla logica del profitto. La Città Bene Comune è uno spazio consapevole”. Un modello di città che non nasce da solo, ma attraverso l’impegno, le idee e i sogni di tutti. Impegno, idee, sogni. Aprire la Strada. Ci prova il collettivo Apache – in principio era ‘Ambiente Salute Lavoro’ – attivo a Guidonia e protagonista di una iniziativa che si è conclusa lo scorso fine settimana, una raccolta di generi alimentari, farmaci e indumenti per il centro di accoglienza Baobab di Roma. Alcuni banchetti allestiti per Guidonia, sia sabato 26 settembre che sabato 3 ottobre, e la consegna del materiale raccolto a Baobab già domenica 4. “La raccolta ha dato i suoi frutti, segno di una grande umanità  – racconta il collettivo – di chi ha donato beni di prima necessità in questi giorni nei presidi Apache dislocati tra Guidonia, Montecelio e La Botte. Siamo stati accolti dai volontari che ogni giorno offrono il loro aiuto ai profughi di guerra. Grazie a tutti voi! La solidarietà è un’arma!”. Obiettivo del collettivo – tutti ragazzi e ragazze del nordest romano – è quello, semplice e tremendamente ambizioso, di provare a proporre una alternativa, “far vedere ai cittadini quello che questa città può diventare e non solo quello che Guidonia è. Speriamo che questa ventata di ottimismo porti più persone a interessarsi e a prendere coscienza del luogo in cui vivono capendo che ognuno ha un ruolo per migliorare questo posto”. La scelta del nome Apache non è casuale, perchè sottolinea “l’attaccamento al nostro territorio, sia ambientale che sociale”. Azioni concrete e cittadinanza attiva. “Quando avranno inquinato l’ultimo fiume, abbattuto l’ultimo albero, preso l’ultimo bisonte, pescato l’ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche”: questo era Toro Seduto. Valeva allora, vale ancora di più oggi. E fa paura scoprire come certe cose, nei secoli, non sono mai cambiate.

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