Guidonia, in bilico il futuro del Centro Prevenzione Tumori (Cpt) che l’8 marzo ha festeggiato i suoi primi 20 anni

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I servizi sanitari traslocano ma ancora non si conosce la sorte del Centro Prevenzione Tumori che ha sulle spalle 20 anni di attività, 25mila pazienti e 150mila prestazioni: pronta la battaglia del Pd e delle associazioni. Rita Salomone (Pd): “E’ un’eccellenza: non si tocca. Pronti a tutto per difenderlo. Scriveremo a Zingaretti”.

Il Distretto sanitario di Guidonia si muove, cambia sede ma ci si trova di fronte una scacchiera sghemba dove non tutte le pedine hanno la loro casella. Ad ottobre una parte dei servizi sanitari traslocherà da via Fratelli Gualandi alla palazzina “F” dell’Italian Hospital Group su via Tiburtina presa in affitto dalla Asl Rmg per “risparmiare”. Non sono stati però ancora indicati tempi certi per la consegna della seconda palazzina, sempre all’interno dell’IHG, che dovrebbe avvenire tra sei-sette mesi (forse). La questione è che entro il 31 dicembre la sede di via Gualandi deve essere sgombra.

Che fine farà il Centro Prevenzioni Tumori che l’8 marzo ha festeggiato i suoi 20 anni di attività con oltre 150mila prestazioni diventando centro di primo livello screening? Ancora non si sa.

“Dove andrà a finire il Centro Prevenzione Tumori – chiede a gran voce il capogruppo del PD e vice presidente della Consulta per le Pari Opportunità Rita Salomone –, che segue 25mila pazienti, che solo negli ultimi dieci giorni ha diagnosticato ben sei casi di tumori al seno e che è considerato un centro di eccellenza a livello regionale?”.

“Ancora una volta Guidonia Montecelio, terza città del Lazio – prosegue Salomone – rischia come è già avvenuto per Ater, Equitalia e Inps, di perdere servizi essenziali per la popolazione. Chissà – chiede ancora il capogruppo – se il sindaco Eligio Rubeis è al corrente del rischio di perdere il CPT e se sì che tipo di atteggiamento intenda assumere in merito”.

“Le forze politiche e le associazioni non sono state ascoltate – conclude Rita Salomone –  Per non parlare poi della terribile tendenza, consolidatasi nel tempo, di impoverire, decentrare e spacchettare i servizi rivolti alle donne. Noi del Pd, insieme al Comitato delle Pari Opportunità, di cui sono vice, e la Consulta delle associazioni, attraverso il suo Presidente Anna Maria Tafani, non solo scriveremo a Zingaretti ma metteremo in campo tutte le azioni possibili per evitare scelte scellerate da parte della Asl Rmg”.

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