Tivoli. Niente mamme allo spettacolo per la Festa del Papà: la lettera

In Cronaca & Attualità, In Evidenza, Primo Piano da Yari Riccardi

Condividi

Una mamma che vuole assistere a uno spettacolo dei suoi figli, in scena in una storica scuola privata parificata e cattolica di Tivoli, organizzato per la Festa del Papà lo scorso 17 marzo. L’uomo non poteva partecipare causa lavoro, e la donna, mamma di due bimbi di 34 mesi, non vuole lasciare i piccoli senza nessuno a guardarli. E’ questo l’inizio di una lettera firmata, scritta da una donna di Tivoli. “Sono stata letteralmente attaccata dalla direzione della scuola da loro frequentata – racconta la mamma – perché ho osato presentarmi allo spettacolo organizzato per la festa del papà, in veste di sostituto di mio marito, fuori per lavoro. Era per me un ordine tassativo andare via e allontanarmi immediatamente!”. Qualsiasi altra soluzione sarebbe stata accettata, un nonno, uno zio, un nipote, un cugino, purchè di sesso maschile. Famiglie di origine lontane per entrambi i genitori, un papà fuori tutto il giorno, rientra nella normalità per una mamma andare ad assistere alla recita dei due piccoli, per fare le veci del ‘festeggiato’. “Apriti cielo! Stavo creando un danno, un trauma psicologico  – prosegue la lettera – ai miei figli con la mia presenza, a detta della direttrice! Certo, tutti i bambini avrebbero visto in sala qualche familiare e i miei si sarebbero trovati, soli, senza nessuno! E sono io mamma che intende creare traumi?”. L’intervento di una delegazione di papà presenti comunica alla direzione che la signora poteva restare senza problemi. “La direzione ha risposto che sarei rimasta contro la volontà della scuola”. La riflessione della donna diventa più ampia. “Se fossi stata vedova? Separata? Ragazza madre? O magari lesbica? Molti hanno posto la questione dell’omogenitorialità a riguardo. I miei figli avrebbero dovuto assistere alla platea dei parenti maschi dei loro amichetti, magari in un angolo della stanza nell’attesa che qualcuno potesse arrivare? Sono io mamma che arreco loro un danno psicologico?”. Nel pomeriggio di martedì 22 marzo arriva per i due genitori la convocazione della preside. “Siamo stati tutt’altro che accolti da una suora non presente all’accaduto. Mi sono state imposte le dimissioni dalla carica di rappresentante di classe per il comportamento a dir poco ortodosso da me tenuto, e senza neanche voler ascoltare la mia versione dei fatti”. La donna ammette una reazione “fuori dagli schemi, probabilmente fuori controllo, ma altre mamme nella mia situazione avrebbero agito diversamente?”, ma alla fine l’esito dello scontro è quello scontato. I due genitori hanno iscritto i bimbi a un’altra scuola.

 

Condividi