Roma, prosegue l’emergenza nei pronto soccorso. Il Nursind: “Alle 12 c’erano 318 persone in attesa di ricovero”

In Cronaca & Attualità, Salute & Dintorni da Redazione

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E’ ancora emergenza nei Pronto Soccorso. Emergenza diffusa, quasi endemica, in tutti gli ospedali romani. A farlo sapere è il sindacato Nursind, con i dati aggiornati alle ore 12 di lunedì 9 febbraio. “Punte di 136 pazienti al Policlinico Umberto I° di cui 40 in attesa di ricovero, 119 a Tor Vergata di cui 45 in attesa, 111 al Gemelli di cui 37 in attesa di ricovero, 90 al San Camillo-Forlanini con 50 in attesa di ricovero, 97 al Sant’Andrea con 59 utenti in attesa di ricovero, al Sant’Eugenio 86 con 17 in attesa di ricovero, San Filippo Neri con 76 pazienti di cui 38 in attesa di ricovero e 83 al Pertini con 32 pazienti in attesa di posti letto”. Numeri che definire elevati è anche poco: 800 pazienti circa, con 318 in attesa di ricovero. Emergenza che, oltre ai pazienti, complica il lavoro del personale in servizio. “Ancora assistiamo ad ambulanze ferme e a pazienti sistemati nei corridoi anche per giorni. Quest’effetto “rebound” provoca a sua volta il blocco dei ricoveri programmati oltre alla difficoltà dei singoli reparti di drenare i pazienti allocati nelle Unita Operative idonee alla loro fase di ricovero. E’ notizia di pochi giorni fa la chiusura temporanea di una sala della Camera Operatoria Neurochirurgica del San Camillo per ospitare tre pazienti critici cui l’Azienda non poteva assegnargli un posto nelle Rianimazioni del nosocomio. Questa situazione di stallo nelle strutture ospedaliere comporta che circa il 40-50% dei pazienti che afferiscono a DEA di II livello siano quotidianamente in attesa di allocazione sostando in condizioni disagiate anche per più giorni”. Il sindacato parla senza problemi di “sistema al collasso, come gli operatori che ci lavorano”. Sulle decisioni e sugli accordi presi dalla Regione in questi giorni, il Nursind parla di “effetto camomilla verso i lavoratori e, soprattutto, verso l’opinione pubblica dato che alcune soluzioni già erano presenti nei DEA di II° livello (Bed Manager, dimissioni 7 giorni su 7, OBI, reparti a gestione infermieristica) ma se non si definiscono a priori il personale infermieristico e medico necessario ad occupare questi posti di lavoro (sblocco completo del Turn Over)e, in parallelo, non si attuano in maniera chiara e precisa i percorsi intra ed extra ospedalieri, anche la presenza dei fantomatici Stewart sarà solo una mera pubblicità spendibile ora in ambito sindacale e politico”. Resta lo stato di agitazione, in attesa dell’incontro con il Prefetto.

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