Palombara. Il Castello Savelli va a bando, i dubbi e le domande del Comitato Economia e Territorio

In Ambiente & Territorio, In Evidenza, Primo Piano da Yari Riccardi

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Una lettera aperta. L’oggetto è il Castello Savelli di Palombara, di recente “messo a bando” dal Comune, che ha proposto la concessione in locazione di alcune parti del Castello (Delibera di Giunta Comunale n. 155 del 04/12/14), con l’intenzione dichiarata di valorizzare e promuovere la cultura e il turismo del paese. A scrivere è il Comitato Economia e Territorio, per porre alcune domande sulla questione. Ma andiamo con ordine.

Il bando. La concessione riguarda la Foresteria (comprese zona ristoro e sala attigua), lo spazio verde esterno, la Sala Ottaviani (Congressi) e i locali tecnici a servizio, per una durata di nove anni con previsione di rinnovo e con un canone a base di gara pari a 15.000 euro più IVA l’anno. Il Castello è uno dei simboli, forse il più importante, della zona, ed ha un grande valore culturale e storico. Logico che il bando desti elevato interesse. Logico che chi ha a cuore il paese si ponga domande, con il desiderio che il maniero resti “ciò che è ora, un bene sentito da tutta lacomunità, accessibile per tutti i cittadini. Riteniamo – spiegano i componenti del Comitato – che sia di fondamentale importanza apprezzare i siti culturali del territorio che ci appartiene; questi, infatti, sono il frutto della nostra eredità storica, quella che ci hanno lasciato i nostri antenati, che dovremmo tutelare e preservare. Vedere dunque l’Amministrazione impegnata in questo non può che confortarci”.

Le domande del Comitato. Nel bando, vista anche l’importanza dell’oggetto della gara, sono presenti secondo il Comitato, numerosi punti oscuri. E vengono tutti evidenziati nella lettera protocollata nella giornata di venerdì 13 febbraio. “Crediamo che nel bando venga, forse, poco marcata l’intenzione e la possibilità per il Comune e per la cittadinanza di poter utilizzare secondo le proprie esigenze e gratuitamente tutti gli spazi affittati. Nel Capitolato Speciale, nella sezione “Impegni e doveri del concessionario” (punto 5) vi è scritto: ‘Al concessionario sono inoltre richieste le seguenti prestazioni: (…) la disponibilità a richiesta dell’Amministrazione comunale del giardino e dei saloni concessi, per l’organizzazione di eventi da parte della stessa Amministrazione secondo un calendario concordato con il concessionario e senza alcuna remunerazione per l’utilizzo degli spaz’”. Come mai non si citano gli immobili singolarmente? La foresteria sarebbe da considerare tra gli spazi ad utilizzo gratuito? La cucina e le camere della foresteria sarebbero da far rientrare fra i ‘saloni concessi’ oppure, come per esempio nelle giornate quali la Festa di Bacco, l’Amministrazione dovrà pagare per usufruire di tali spazi?”. E’ una analisi precisa e puntuale, quella che fa il Comitato. Altro dubbio è quello relativo al punto del bando che recita ‘L’aggiudicatario si impegna ad insediare in loco un’attività finalizzata a: (…) programmazione di eventi e manifestazioni di concerto con l’Amministrazione comunale e le associazioni locali; promozione di eventi turistici e culturali il cui fulcro sia rappresentato dal Castello e dal centro storico con i suoi monumenti, e valorizzazione di prodotti locali’. Viene fatto notare come l’Amministrazione comunale venga citata soltanto in merito alla generica programmazione di eventi e manifestazioni, ma non nella promozione di eventi turistici e culturali.” Non sarebbe più opportuno che il privato, o chiunque decidesse di affittare il Castello, debba comunque essere obbligato ad organizzare insieme al Comune e sotto la supervisione degli Assessorati competenti le manifestazioni che abbiano come fine turismo culturale e cultura?”. Non sono inoltre presenti clausole a tutela dello spazio verde esterno, e il Comitato si chiede inoltre se sia opportuno affittare anche la Sala Ottaviani, per la quale si propone il mantenimento di uno stato pubblico, lasciando al lasciando al privato la possibilità di utilizzarla, dietro permesso da parte del Comune, e, in caso di attività di pubblico interesse, lasciare la Sala gratuitamente all’aggiudicatario. Dubbi anche sui 9 anni previsti dalla durata del contratto. Discorso ampio è quello fatto sui requisiti professionali del concorrente ideale. Nel disciplinare viene descritto con una esperienza professionale di almeno cinque anni in uno dei settori citati nel bando e un fatturato globale d’impresa che non dovrebbe essere inferiore ai 300.000,00 euro relativo ai servizi o forniture nel settore oggetto della gara, realizzati negli ultimi tre esercizi finanziari, con dichiarazione di almeno un istituto bancario o intermediario autorizzato ai sensi di un Decreto legislativo particolare. “La descrizione è molto specifica. Perché proprio quella soglia economica? Come mai il privato dovrebbe soddisfare tutti questi requisiti? E’ davvero necessario che siano soddisfatti tutti in concomitanza? E se un bravo imprenditore attivo magari nell’agriturismo o nell’ospitalità destinata ai più giovani, che producono meno profitto, volesse mettere a disposizione le sue competenze? Perché escluderlo?”. Una interessante riflessione è quella sui punti attribuiti: come spesso accade, vengono dati maggiori punti per l’offerta economica (30) rispetto al progetto tecnico e a quello di gestione (20 entrambi). Il rischio è quello di valutare principalmente l’offerta economica a discapito della bontà complessiva di un progetto di più ampio respiro.

L’analisi finale. Viene apprezzata dal Comitato l’idea di un polo culturale che faccia da centro alla vita del paese, nell’ottica – esplicitata nel bando – di mettere a sistema il Museo Archeologico, il Museo Storico, il Museo Naturalistico e l’intero Centro storico. Manca qualcosa, secondo il Comitato, ed il riferimento va alla biblioteca, neanche menzionata. “Non sarebbe giusto mantenere la biblioteca al Castello così da creare un polo perfetto? C’è forse un’idea futura di un’altra concessione in locazione di altri locali?”. La richiesta finale fatta da Economia e Territorio è quella di ripensare il bando, “arricchendolo di doverose precisazioni sui punti da noi indicati, e di riproporlo senza fretta eccessiva, consentendo un’ampia partecipazione, a garanzia della qualità della scelta che verrà prodotta. Chiediamo insomma che vengano specificate bene tutte le condizioni, prima tra tutte la possibilità per il Comune e per la cittadinanza di utilizzare gratuitamente tutti gli immobili affittati, senza alcuna limitazione”. Tutela e valorizzazione sono gli obiettivi alla base dell’idea di mettere a bando alcuni spazi del Castello Savelli. L’idea del Comitato è invece quella di un impegno diretto dell’Amministrazione Comunale, attraverso “politiche comunali adatte a questo fine, evitando la concessione ad un privato, e coinvolgendo, invece, le associazioni territoriali. Sarebbe necessario anche un dibattito pubblico per conoscere le reali intenzioni della cittadinanza circa la tutela di questo bene pubblico, così da capire anche quanto questa sia disposta a fare in termini di impegno e di utilizzo”. Un Comune che si faccia promotore e organizzatore, insieme alle associazioni locali interessate, di attività culturali, e formative, “contando sull’aiuto del privato e non il contrario, e che l’attività economica non prevalesse mai su quella culturale. E soprattutto, ci piacerebbe che il nostro Castello rimanesse un luogo aperto, da vivere in modi diversi, le cui bellezze possano essere alla portata di tutti per un turismo di qualità ma non d’élite, affinché si allarghi sempre di più la quantità dei cittadini italiani e stranieri che vengono a conoscere Palombara Sabina”. Niente fretta col bando dunque. Rivederlo è d’obbligo, magari dopo una consultazione pubblica con tutte le Associazioni del territorio. Un territorio ricco di idee e vivo. Un territorio che va ascoltato.

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