De Priamo-Pellegrino-Sordini (FdI): “Red Zone inutile palliativo che produce solo degrado”

In Cronaca & Attualità, Politica da Redazione

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Dura critica di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale alla proposta di creare dei quartieri a luci rosse all’Eur. Secondo il portavoce romano, Andrea De Priamo «Ormai nella sinistra romana fanno a gara a chi la spara più grossa. Questa volta è il turno della premiata ditta Santoro-Danese, promotori della fantasiosa proposta di istituire delle strade a luci rosse all’interno dell’IX Municipio di Roma. Si tratta di un provvedimento che non risolverebbe alcunché e che dimostra ancora una volta come a questa amministrazione non interessi risolvere i problemi dei cittadini, ma solo gettare fumo negli occhi con inutili, se non dannosi, palliativi. Il rischio infatti è quello di creare ulteriori zone franche in una città che sta diventando terra di nessuno. Nonostante le proteste e le manifestazioni dei cittadini la situazione nel Municipio è ancor più peggiorata e non è condannando un quartiere in particolare, non si sa con quale metodo individuato, che si risolve il problema».

Rincara la dose Cinzia Pellegrino, referente romana del Dipartimento di FdI-AN dedicato alla tutela delle vittime di violenza: «Non si capisce – spiega Pellegrino -a cosa serva spendere 5000 euro al mese per continuare a mantenere le prostitute per strada, con l’unica differenza che sarà il Municipio a decidere sotto casa di chi mandarle. Al contrario, scoraggiando la prostituzione su strada e pensando a provvedimenti volti a riaprire le case chiuse, il fenomeno, oltre a eliminare l’attuale degrado che porta nelle nostre periferie e garantendo maggiori controlli sanitari, si autofinanzierebbe potendo essere finalmente tassato e regolamentato».

E sulla vicenda è intervenuto anche Simone Sordini, capogruppo FdI-AN in IX Municipio che contesta l’iter del provvedimento: «Come al solito apprendiamo le farneticanti strategie del Presidente del IX Municipio, Andrea Santoro, dai giornali, senza che queste siano passate né in Consiglio né tanto mento in Commissione. Questa è una visione un po’ contorta della democrazia e del funzionamento delle Istituzioni. Ci piacerebbe confrontarci apertamente con lui e con l’assessore Danese, discutere di come normare il fenomeno seriamente e non con queste boutades».

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