BASF. I Comitati di Quartiere e le Associazioni respingono le conclusioni della campagna di monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità

In Ambiente & Territorio, In Evidenza, Primo Piano da Yari Riccardi

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La battaglia delle associazioni e dei comitati di quartiere contro la BASF, periferia di Roma, in mezzo tra la Capitale e Guidonia, sembra non voler finire mai. Anche perché è una saga che si arricchisce ogni volta di nuove puntate, tutte a discapito dei cittadini. L’ultima in ordine di tempo viene denunciata dal Comitato di Quartiere Case Rosse e da quello di Settecamini, e dalle Associazioni Raggio Verde, Forno Casale e Crescere Insieme. Un fatto così grottesco, che i Comitati lo definiscono farsa, “attuata dalla Provincia di Roma, questa volta con il supporto altisonante dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Dopo il tentativo di concedere nuove autorizzazioni all’inceneritore BASF, terminato con la vittoria del Comitato di Quartiere e di Raggio Verde di fronte al TAR del Lazio, si assiste ad un nuovo capitolo della vicenda che vede da anni i Cittadini della periferia est di Roma combattere contro la potente multinazionale, ma anche contro Istituzioni che dovrebbero tutelarli”. La relazione dell’ISS, datata fine novembre 2014, si è occupata dell’analisi e della valutazione della situazione ambientale e dei rischi sanitari connessi all’attività della BASF. Conclusioni, quelle dell’Istituto, che a detta dei Comitati si sono dimostrate “uno studio inattendibile proprio per come era stato concepito e condotto, che sarebbe servito solo a dimostrare ‘in modo scientificamente inoppugnabile’ che a Case Rosse è tutto a posto, che la qualità dell’aria è mediocre per colpa del ‘traffico’, non certo di un’industria chimica con annesso inceneritore di rifiuti tossici e pericolosi: un’industria definita ‘insalubre di prima classe’ che, secondo il regolamento Comunale, dovrebbe stare in aperta campagna – non in un quartiere in piena espansione con decine di migliaia di residenti e lavoratori”. Alla relazione dell’ISS – campagna di monitoraggio sulla quale i Comitati gi in partenza avevano rilevato gravi lacune nell’impostazione – è stata così oggetto di una ulteriore analisi da parte delle Associazioni, che hanno così incrociato e comparato i dati raccolti dalle centraline con quelli sulle emissioni dei camini provenienti dal sistema di autocontrollo della BASF (pubblicati dalla stessa azienda come prescritto dall’AIA).

“Ne è emerso uno scenario incredibile, con lacune e contraddizioni anche sotto il profilo tecnico-scientifico: le poche centraline di monitoraggio sono state collocate in luoghi inadeguati, o per eccessiva distanza dallo stabilimento, o perché la direzione dei venti le ha tipicamente escluse dalle ricadute delle BASF; per la durata del monitoraggio le emissioni degli inquinanti misurate al camino della BASF, in particolare le polveri, si sono ridotte drasticamente, per poi crescere subito dopo i controlli. I Comitati hanno più volte segnalato tale anomalia alle Istituzioni senza avere risposte; hanno quindi ipotizzato che la Basf avesse adottato azioni mirate nel periodo dei “controlli”, tra cui l’aumento delle temperature dei forni che, come descritto in letteratura, comporta la riduzione delle polveri grossolane e l’emissione di nanoparticelle non monitorabili ed estremamente nocive. I Cittadini chiedono di sapere se nel periodo dei controlli in particolare siano stati esposti a sostanze pericolose come le nano particelle”. Altro punto evidenziato dai Comitati è quello delle strumentazioni per il rilevamento delle polveri ultrasottili, installate nella postazione di monitoraggio più lontana dallo stabilimento e utilizzata per poco più di un mese, “Agosto 2014, un periodo in cui l’inceneritore BASF risulta spento per metà del tempo, per l’altra metà con Polveri quasi sempre azzerate, e in cui è noto il fenomeno della maggiore dispersione degli inquinanti atmosferici. I Cittadini hanno diritto di sapere che 100.000€ sono stati spesi dalla Provincia per misurare il nulla”. Nessuna analisi ulteriore, infine, per i valori sulle diossine e sul Palladio, più elevati nelle postazioni vicine allo stabilimento. Una storia, quella della BASF, che negli scorsi anni ha visto presentare, da parte dei Comitati, due memorie e una petizione con oltre 3000 firme, con le quali i cittadini si opponevano a tali controlli, definiti “provvisori e parziali, evidenziandone le carenze e facendo le loro contro-proposte, come di consueto ignorate da tecnici e politici. Ora si vedono costretti a elaborare una loro contro-relazione in cui smontano punto per punto la relazione finale dell’ISS gravemente carente nelle modalità operative, contraddittoria nelle conclusioni e, quindi, inefficace e destituita di ogni validità rispetto all’obiettivo dei controlli”. In tutto questo, un laghetto di pesca sportiva antistante la BASF risulta essere chiuso per inquinamento da maggio 2014, “naufraga il tavolo della delocalizzazione, vengono disattese le prescrizioni dell’AIA, dirigenti della BASF e della Provincia vengono indagati a vario titolo, un’inchiesta giudiziaria è ancora in corso, e il tempo inesorabile trascorre con quella colonna di fumo bianco del camino BASF che svetta nel cielo di Case Rosse”. Comitati determinati e pronti alla battaglia. Ma anche, e legittimamente, preoccupati. “Fino a quando dobbiamo andare avanti così? Intanto, come contribuenti, chiediamo che i soldi pubblici percepiti dall’ISS vengano restituiti e che i funzionari della Provincia si assumano le loro responsabilità davanti alla collettività, alla Corte dei Conti ed alla Magistratura, sospendendo l’Autorizzazione Integrata Ambientale alla BASF”. Ma si attendono risposte anche dal Comune di Roma, che, nella persona del sindaco Marino, ha l’obbligo di salvaguardare la salute dei cittadini. In che modo? “Installando subito una centralina di controllo polifunzionale permanente nell’area attigua allo stabilimento della BASF, un’area artigianale”. Il tutto in attesa della delocalizzazione dell’inceneritore, e del reparto di lavorazione delle ceneri. Il tutto nell’attesa che quel fumo bianco che esce dal camino diventi solamente un brutto ricordo. Per ora è una crudele realtà.

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