Roma. Elisabetta Parise (Formiche Giovani): “Non bisogna sottovalutare gli episodi di bullismo”

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Martedì 15 gennaio scorso, presso l’Università di Tor Vergata,  a Roma, organizzato dall’ “Osservatorio nazionale del bullismo e doping”,  è stata presentato il Calendario 2013, il progetto delle attività e sono stati premiati alcuni degli atleti partecipanti alle ultime Olimpiadi. In tale sede, inoltre, e’ stata consegnato un premio a Elisabetta Parise per l’ attenzione che, attraverso la Fondazione Formiche Giovani, ha rispetto alle variegate tematiche interessanti i giovani; per l’importanza che riconosce al ruolo delle Istituzioni per monitorare il sempre più crescente fenomeno del bullismo e per le iniziative che attraverso il sociale, ad esempio i Centri di ascolto, promuove per le scuole.  “La cronaca anche di questi ultimi giorni ha riproposto, in tutta la sua attualità e drammaticità, il fenomeno del bullismo e di quello, diretta conseguenza delle moderne tecnologie e dell’utilizzo del web, del cyberbullismo – dichiara la Parise -. Se diverse sono le modalità adottate nel molestare, le finalità sono sempre le stesse: attacchi personali, offendere, molestare, diffamare, appropriarsi dell’identità altrui, diffondere informazioni riservate, escludere, perseguitare. Tutto ciò può avere un effetto destabilizzante sulla vittima. Il bullismo si configura come un fenomeno sociale complesso, che coinvolge più persone con ruoli e responsabilità diverse. Per una sua effettiva comprensione è necessario considerare diversi fattori di rischio interagenti, come, tanto per citarne soltanto alcuni: la famiglia, il sistema socio-culturale di riferimento e le nuove tecnologie. Il fenomeno del bullismo è una piaga sociale sempre più diffusa. Fino a non molti anni fa sembrava essere un fatto di “nicchia”, appartenente soprattutto agli strati più disagiati della società. Oggi sta emergendo in tutta la sua drammatica gravità e coinvolge, inesorabilmente, ogni strato sociale. Purtroppo, il momento storico in cui viviamo, caratterizzato pure da importanti tagli alla spesa sociale, rende ancora più difficile contrastare, con mezzi appropriati, il bullismo. Tra le maggiori carenze: mancano corsi di formazione per gli insegnanti; i Centri d’ascolto nelle scuole sono una necessità e devono essere incrementati; sono necessari Centri d’ascolto fuori dalle scuole (sotto forma di cooperative sociali) per raggiungere i bambini e i ragazzi che si vergognano di farsi vedere a scuola mentre vanno dallo psicologo; occorrono Centri medici specializzati nella cura di vittime di abusi (fisici e mentali); è necessaria la terapia gratuita per le vittime e le loro famiglie; è opportuno un adeguato sostegno economico alle famiglie che denunciano gli aguzzini dei loro figli per consentirgli di intraprendere azioni legali e per fornire cure adeguate. Il bullismo è un malessere sociale molto diffuso, ed è anche lo specchio del disagio relazionale che si manifesta soprattutto tra adolescenti e giovani, ma che non è non circoscritto a nessuna categoria, né sociale né anagrafica.  Il bullismo non è un problema legato al difficile passaggio tra l’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta, ma si evolve con l’età, cambia forma, e nell’età adulta muta in tutte quelle forme di prevaricazioni sociali, lavorative e familiari che sempre più spesso sono sotto i riflettori della cronaca. L’obiettivo da perseguire è scuole sicure per una società più sicura. E su questo – conclude la Parise – ci impegneremo  a supportare  l’Osservatorio e tutte quelle iniziative che riterremo utili a contrastare questa vera e propria piaga sociale”

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