Tivoli Terme / CRA e Comitato Salviamo Ponte Lucano: “Ex Stacchini, cemento e asfalto le soluzioni del Comune: così si distrugge un ambiente naturale residuo”

In Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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Non solo reazioni positive alla delibera della giunta del Comune di Tivoli relativa all’ex polverificio Stacchini, alla sua bonifica e relativa riqualificazione.

“Vi fareste curare da un medico responsabile della morte di un vostro congiunto?”: si apre così la nota congiunta del Comitato Risanamento Ambientale e del Comitato Salviamo Ponte Lucano, che definiscono quanto sta per avvenire “l’ennesimo attacco agli ambienti naturali residui dei travertini delle Acque Albule”.

Il primo punto segnalato dai due comitati riguarda il testo della delibera, che per gli ambientalisti risulta “infarcita di grossolani errori tendenti a sminuire il valore naturalistico del SIC, Sito di Importanza Comunitaria Travertini delle Acque Albule, Bagni di Tivoli, area protetta istituita in virtù della Direttiva europea Habitat per la sua ricchezza botanica del tutto particolare, ed enfatizza l’importanza dell’intervento di risanamento”.

L’attenzione dei due comitati si rivolge anche ai dettagli dell’azione di risanamento, che si farà rimuovendo i rifiuti delle aree degradate, “ma anche eliminando la vegetazione e, dulcis in fundo, realizzando un bel centro logistico che coprirà quella parte del SIC con decine di ettari di asfalto e cemento. Per evitare nuove situazioni di degrado e instaurare un’attività di ‘sorveglianza’ del sito, si darà sfogo all’impattante costruzione di capannoni, palazzine alte fino a 14 m, nuova viabilità”.

Evidenti le conseguenze per i due comitati. “Risulta evidente il tentativo realizzare nuove pesanti infrastrutture usando come grimaldello il degrado in cui l’area è stata fatta giungere, in assenza di adeguati controlli da parte dei privati e degli enti che avrebbero dovuto effettuarli. Tutto ciò in un’area particolarmente sensibile dal punto di vista ambientale. E’ infatti nota a tutti l’annosa vicenda dell’area Stacchini, zona oggetto di un vergognoso abbandono al quale nessuno negli anni ha voluto far fronte. Un degrado iniziato sommessamente già alla fine degli anni Novanta, ma esploso in tutta la sua violenza nei primi anni Duemila. Nel tempo l’area è stata ridotta in condizioni disastrose, con tonnellate di rifiuti di ogni genere sparse accuratamente su tutta la superficie, e a ben poco sono valsi gli sporadici, e talvolta altrettanto distruttivi, interventi delle pubbliche amministrazioni. Ma questo è quello che sanno tutti…”.

C’è però molto altro. “In pochi sanno che l’area dell’ex Polverificio Stacchini è una delle aree di maggior interesse naturalistico del Lazio, nota per la sua ricchezza botanica già dalla prima metà del secolo scorso, tanto da essere perimetrata come SIC. I Siti di Importanza Comunitaria porteranno, una volta concluso il percorso istitutivo, alla realizzazione di una rete europea di aree protette. Un riconoscimento importante del valore naturalistico dell’area, ma del quale il Comune di Tivoli – forse sazio di siti Unesco, FAI e quant’altro – non sente evidentemente il bisogno, mentre di asfalto e cemento continua ad avere, con tutta evidenza, appetito”.

L’incarico di redigere il progetto sarà assegnato proprio alla Società Stacchini, che in questi anni certamente non ha provveduto al controllo sui suoi terreni.

“Ancora una volta, a dispetto di tante belle chiacchiere sulla tutela e la conservazione della natura che escono dalla bocca di molti politici e politicanti di ogni livello, beni collettivi come quelli naturalistici e ambientali vengono sacrificati, alla prima occasione, sull’altare degli interessi di poche persone. La cosa davvero sconcertante è che questo si possa verificare anche nelle aree protette, che, in quanto tali, sono istituite con lo scopo di tutelare specie animali e vegetali o ambienti naturali di particolare valore scientifico. Questi, analogamente ai beni culturali, devono essere salvaguardati perché anche i posteri possano fruire non soltanto della loro bellezza o valore scientifico ma, nel caso degli ambienti naturali, anche per i servizi ecosistemici che essi forniscono. In aggiunta a ciò, va ricordato che il Comune di Tivoli e la Rete Ferroviaria Italiana hanno ulteriori gatte da pelare, in relazione al proposto bypass nella stessa area, Via Cesurni, per la rimozione del passaggio a livello di Tivoli Terme. Devono infatti tener presente, obbligatoriamente, quanto disposto dalla DGR 813/2017 concernente il SIC Travertini Acque Albule e l’intero progetto va rinviato a procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale. Il rispetto per i beni naturali non sembra interessare l’Amministrazione tiburtina”.

Polemiche più che roventi dunque, come spesso accade quando si parla di ambiente. E di Stacchini

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