Guidonia / Inviolata, il punto del CRA: “La falda inquinata non si bonifica da sola…”

In Ambiente & Territorio, In Evidenza da Yari Riccardi Commenti

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Sei anni. Da tanto dura la Conferenza dei Servizi sulla discarica dell’Inviolata. “Al Comune di Guidonia e alla Regione Lazio credono che la falda inquinata si bonifichi da sé”.

Torna all’attacco il Comitato Risanamento Ambientale. Oggetto è ancora la gestione della Conferenza dei Servizi sul tema dell’Inviolata, arenata “sulla mancanza di controlli da parte di Arpa Lazio, sulla poca partecipazione delle Direzioni regionali interessate, Rifiuti e Bonifiche, e sulla altrettanto poca iniziativa da parte dello stesso Comune di Guidonia”.

Questo il quadro che il CRA ha fatto con l’ultima nota. Una situazione definita “triste e realistica”, quella della falda acquifera sotto la discarica dell’Inviolata, “gestita dalla Eco Italia 87, che all’interno dell’ultima seduta della Conferenza dei servizi del luglio scorso, dove ci sono state assenze importanti, ha candidamente ammesso che ogni tentativo di sperimentare azioni di bonifica è miseramente fallito”.

Sei anni di stallo e di attesa: il risanamento ambientale è ben lontano anche solo dal cominciare. “Il piano di bonifica deve ancora essere presentato dalla società ed approvato dai vari Enti. Per non parlare della messa in sicurezza di emergenza del sito ad oggi ancora non completata. Per esempio, non è stato tuttora confinato l’inquinamento sul lato sud-ovest, in direzione di Marco Simone e di Santa Lucia di Fonte Nuova”.

Niente da fare anche per i sei piezometri da tempo richiesti da Arpa Lazio, che avrebbero dovuto andare ad aggiungersi ai 32 che circondano il sito ma che risultano esterni alla proprietà della discarica, visto che sono individuati dentro al perimetro del Parco Regionale dell’Inviolata: devono essere ancora realizzati.

“Il fatto è che l’inquinamento continua, mentre il gestore ha compiuto solo azioni palliative o inutili, forte dell’assenza di controlli e di stimoli da parte di quelle istituzioni delegate a ciò”. L’attacco del CRA è diretto. “L’interesse pubblico, la sanità dei luoghi, il rispetto per l’ambiente sono chimere disattese dalle istituzioni e di cui i cittadini devono tenere conto per organizzare risposte collettive e decise”.

I ricorsi intanto non si fermano, e il CRA chiama a raccolta le popolazioni locali a partecipare alla raccolta fondi per il provvedimento da presentare al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio: solo pochi mesi fa il Tribunale ha dichiarato l’ormai famosa autorizzazione integrata ambientale (AIA) regionale all’impianto TMB di Cerroni, firmata nel 2010, non passibile di nullità, “senza che gli stessi giudici amministrativi prendessero “seriamente” in considerazione la chiara Ordinanza cautelare della Cassazione in sede penale (che ha dichiarato palesemente illegittima l’AIA stessa). Si rammenta, a tale proposito, che il suddetto impianto è tuttora sotto sequestro giudiziario e che il procedimento regionale della Conferenza dei servizi sulla concessione in variante non sostanziale è congelato, in attesa (da quasi due anni) del parere del Consiglio dei ministri, richiesto dalla stessa Regione Lazio”, chiude il Comitato.

Per partecipare alla pubblica colletta è possibile effettuare un versamento online sul sito www.aniene.net/ricorsoaltar/ oppure donando direttamente una libera somma nelle mani dei membri delle associazioni aderenti al CRA.

 

 

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