Guidonia / Caos Aec, il Comitato Spontaneo Disabili Guidonia: “Nessuna soluzione proposta dall’amministrazione”

In Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

Condividi

“Nessuna soluzione proposta alle famiglie”. Lapidario il commento del Comitato Genitori dei bimbi disabili di Guidonia, alle prese con l’emergenza dell’assistenza AEC nelle scuole.

L’incontro tra le famiglie del Comitato Spontaneo Disabili Guidonia e l’assessore ai Servizi Sociali Davide Russo si è svolto nella sera di giovedì 11 ottobre. Il punto della delicatissima questione sta tutta nella mancata copertura del servizio AEC per la maggior parte dei bambini disabili nelle scuole di Guidonia.

“I genitori si sono presentati in commissione sociale circa due settimane fa, facendo presente che con l’attuale bando, ancora non attivo essendo attualmente in vigore una proroga di due mesi, non si andrà a coprire più del 50 per cento del fabbisogno del servizio, e che in attesa dell’esito di gara, la maggioranza dei bambini disabili erano in quella data, e lo sono tutt’ ora, ancora senza assistenza”, spiega il Comitato.

Un incontro al quale hanno partecipato genitori, alcuni assistenti AEC, un consigliere di minoranza e uno di maggioranza. Di fatto solo posti in piedi. Storie, quelle raccontate, che sono andate oltre la mera burocrazia. Hanno parlato madri, padri, hanno parlato genitori che hanno raccontato le loro difficoltà quotidiane, non senza qualche lacrima.

“Come risolvere la situazione? Molti bambini non hanno alcuna ora di AEC: cosa faremo? Come manderemo a scuola i nostri figli con la consapevolezza che senza assistenza potrebbe accadere loro il peggio?”, queste le richieste delle famiglie all’assessore.

Da parte di Russo nessuna risposta concreta. “L’assessore, dopo aver ascoltato le testimonianze e dopo un acceso confronto ha risposto così alle domande delle famiglie : ” <questa amministrazione si impegnerà…>. L’impegno preso è quello di Conclude rimpinguare denaro per il servizio senza specificare quantità e soprattutto tempistica, tanto da costringere i genitori ad insistere con le richieste”, proseguono i genitori.

La domanda ricorrente è stata una soltanto. “Cosa farà dal giorno successivo l’assessore ai servizi sociali per coprire dall’assistenza AEC oggi assente in molte classi? L’assessore ha risposto chiedendo ai genitori di aspettare che il bando parta e che poi si sarebbe impegnato in qualche modo. Alle rimostranze delle famiglie li ha invitati ad uscire dagli uffici comunali perché stavano per chiudere”.

Inevitabile l’insoddisfazione. “Il comitato ricorda all’amministrazione che attualmente i bambini sono senza AEC nelle scuole e che le famiglie non possono aspettare e che è loro responsabilità provvedere a questa emergenza come stabilito dalla legge 104/92. Il comitato si impegnerà in tutte le sedi preposte affinché vengano riconosciuti i diritti dei propri figli”.

Cosa è l’Aec? Un assistente educativo culturale svolge il proprio operato principalmente nelle scuole, dove in collaborazione con l’insegnante di classe e quella di sostegno si occupa di alunni con diverse disabilità, da quelle cognitive a quelle psicomotorie. Il tutto attraverso un piano educativo che viene stilato all’inizio dell’anno scolastico dopo una attenta osservazione dello studente: dunque non solo supporto in tutte le attività didattiche, ma anche principale “strumento” nelle mani dei bambini per portare avanti attività specifiche per il raggiungimento di obiettivi come il contenimento, il rispetto delle regole, la gestione delle emozioni, l’autonomia personale, lo sviluppo linguistico e molto altro. Gli aec sono donne e uomini in continua formazione, attraverso corsi messi a disposizione sia dalle Cooperative che dalla Asl: formazione fondamentale, perché parliamo di un lavoro che va svolto con umanità e professionalità, e ruolo spesso ben poco conosciuto. Non stiamo parlando di chi si occupa della sola igiene personale del bambino, compito che in realtà non spetta a un Aec a meno che non faccia parte del piano educativo del bambino, per fare in modo che questo possa imparare a gestire da solo tale necessità: spetta ad un Aec colmare tutte le esigenze del bambino, comprese quelle sanitarie. Non sono pochi infatti i lavoratori formati per il soccorso immediato e per la somministrazione di farmaci salvavita, proprio perche sono loro ad occuparsene, tutti i giorni. Il tutto per un compenso orario inversamente proporzionale rispetto all’importanza e alla responsabilità del lavoro svolto.

Condividi