Guidonia / Salva Cave, i sindacati: “La lotta a difesa del lavoro non si fermerà”

In Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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“Che ci sia la soluzione definitiva nella vertenza del distretto estrattivo e produttivo del Travertino di Tivoli/Guidonia è troppo presto per dirlo, ma che al tavolo regionale convocato ieri 20 luglio si siano fatti progressi importanti è una realtà concreta”.

Tornano allo scorso mese di luglio Claudio Coltella (Fillea Cgil), Remo Vernile (Feneal Uil) e Daniele Mancini (Filca Cisl) per commentare quanto accaduto alla Regione Lazio, dove il Consiglio ha dato via libera all’ormai famoso emendamento salva cave.

“Ancora una volta il ruolo della Regione Lazio, stavolta per tramite dei consiglieri regionali, diventa determinante per dare, o provare a farlo, una soluzione ad una situazione aperta il 10 agosto da una amministrazione comunale poco attenta alle conseguenze dei propri atti e soprattutto miope nella definizione di una situazione produttiva e ambientale come quella delle attività estrattive che necessita di strategie di medio o lungo periodo”.

La legge regionale modificata la scorsa sera apre una finestra all’interno della quale potrebbe essere – finalmente – possibile “definire una serie di provvedimenti organici e speriamo condivisi”. L’obiettivo per i sindacati è quello di “ridefinire il sistema produttivo e di recupero dei siti adibiti a cave, ma soprattutto a ridefinire un nuovo concetto di sfruttamento di risorse non rinnovabili quali sono le pietre ornamentali e nel caso specifico nel nostro distretto del Travertino Romano”.

Il quadro resta ancora da chiarire. “Servirà qualche ora per capire se effettivamente tutti rientrino nel provvedimento e se ci siano le condizioni per far ritirare i licenziamenti già avviati, ma certamente il segnale di attenzione all’occupazione inviato dalla Regione Lazio denota che la lotta dei lavoratori a difesa del loro lavoro, della loro professionalità e della loro storia familiare è arrivata lontano, fino alla Pisana”.

Da parte dei sindacati nessun passo indietro e soprattutto apertura a un quadro più ampio. I tre referenti lo rivendicano con orgoglio. “In queste tre settimane i lavoratori non hanno mai chiesto di dare un colpo di spugna sul passato, ma solo di dare al sistema il tempo di entrare in un nuovo regime di norme da costruire insieme e che dia garanzie di sicurezza, occupazione, formazione e riqualificazione a un settore produttivo e vitale per l’intera Regione Lazio”.

In ogni caso non è finita qui. Nei prossimi giorni le assemblee e le riunioni in programma definiranno le strategie da adottare. “La lotta a difesa del lavoro non si fermerà, continueremo a sollecitare le istituzioni e le aziende per arrivare a ridare alle famiglie la serenità che solo un posto di lavoro può dare”.

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