“Non si stanno rendendo conto che questa storia rischia di diventare una catastrofe per l’intera economia del nostro territorio”. Nel caos vissuto dal settore estrattivo di Guidonia in queste settimane si parla ovviamente in particolare di aziende e di operai, ma il panorama degli interessanti è ben più ampio.
Facile capire il perché: non c’è soltanto l’estrazione, ma anche la lavorazione. “Noi siamo da 40 anni nel settore della lavorazione delle pietre, in particolare appunto del travertino romano. Siamo artigiani, e tutto quello che sta succedendo intorno e relativamente alle cave è qualcosa di molto grave non soltanto per chi nelle cave ci lavora, ma anche per tutto l’indotto che gira intorno al settore”.
Le parole sono di Valerio Fantauzzi, artigiano, esperto della lavorazione delle pietre, soprattutto del travertino romano. Un “marmista”, per semplificare, una delle tante categorie degli artigiani che rischiano di essere travolti da tutto quello che sta succedendo in queste settimane a Guidonia.
“Ci siamo noi, ma ci sono anche elettricisti e idraulici. Gli addetti ai magazzini, i camionisti, chi vende gli abrasivi dunque utensili diamantati, dischi e fili da taglio, chi vende i mastici e tutti i prodotti che si utilizzano nel settore”. E non solo loro, perché l’impatto di una eventuale crepa nel settore andrebbe a travolgere anche altri settori. “Penso a chi lavora nell’edilizia – prosegue Valerio – quindi smorzi edili, muratori, operai stradali. Pensa alle cementerie che utilizzano la breccia. Forse in pochi si stanno rendendo conto del panorama che si andrebbe a creare”.
Conseguenze “a pioggia” per tutti. Uomini e donne senza impiego, meno lavoro per supermercati, meno persone che possono spendere. Il punto è anche ambientale secondo Valerio. “L’allagamento delle cave sarebbe la via per un nuovo disastro ambientale, senza dimenticare che le stesse cave rischiano di diventare enormi discariche a cielo aperto a causa dell’inciviltà di tante persone”.
Soluzioni future? La parola d’ordine è valorizzazione, del materiale e dunque dell’intero territorio. “Intorno a noi c’è una delle pietre più importanti al mondo, un materiale che troviamo quasi ovunque, di pregio e riconoscibile. Il paradosso è che invece di valorizzare tutto questo con fiere e scuole, e diventare così orgoglio per tutta la nostra zona, tutto quello che sta accadendo sta producendo effetti esattamente contrari. Non ci giro intorno: anche le aziende hanno la loro parte di responsabilità e di colpa. Ma proprio per questo adesso è il momento di mettersi seduti e trovare la quadra tra estrazione, ambiente, lavoro e valorizzazione. Oggi, che domani rischia di essere già tardi”.
Quella di Valerio è solo una delle storie che girano intorno al travertino e alla pietra di questo territorio. Storie che qui sono nate, storie “tipiche” di un lavoro duro e ben fatto. Storie che creano meraviglie, come si vede dalle foto. Trovare un filo che leghi tutto non è così impossibile. Certo, serve la volontà di tutti, senza dimenticare che è in corso una partita che mette in palio il destino di molti. Ed arrivare ai rigori rischia di essere una lotteria ancora più crudele del solito.
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