Tivoli / Zingaretti visita lo Spazio Ascolto e Accoglienza per le vittime di Violenza

In In Evidenza da Yari Riccardi Commenti

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Accoglienza e ascolto per le vittime di reato, una prima consulenza sia psicologica che legale a titolo gratuito e il collegamento con le strutture territoriali sociosanitarie: queste le fondamenta dello Spazio Ascolto e Accoglienza per le vittime di Violenza, servizio attivo all’interno dei locali della Procura della Repubblica di Tivoli dallo scorso gennaio e riservato in particolare a donne e minori, e comunque a tutte quelle persone che vivono in forma sia diretta che indiretta l’esperienza di abuso, maltrattamento, violenza, nonché ad operatori ed operatrici di servizi pubblici, quindi insegnanti, forze dell’ordine, personale socio-sanitario, e professionisti privati che intendano avere delle informazioni anche al fine di essere indirizzati verso la denuncia.

Uno spazio simbolo della collaborazione tra i vari enti istituzionali e dell’eccellenza del lavoro di rete – esiste un protocollo d’intesa firmato dalla Asl Roma 5, dall’Ordine degli Psicologi del Lazio, dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati e dalla Camera Penale di Tivoli, sotto il coordinamento della Procura di Tivoli –  che si è andato man mano a formare. Uno spazio che ha ricevuto nella mattina di giovedì 21 settembre la visita del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, accompagnato nei locali dal direttore generale della Asl Roma 5 Vitaliano De Salazar e dal Procuratore della Repubblica di Tivoli Francesco Menditto.

Prima un incontro riservato negli uffici di Via Antonio Del Re, poi la visita negli spazi della struttura, dove i vari responsabili e il personale incaricato hanno riportato a Zingaretti la validità dell’esperienza che ha preso vita da gennaio e che periodicamente offre momenti di formazione. La conferma dell’eccellenza dell’iniziativa viene anche dal presidente al termine della sua visita. “Questo Centro è la porta d’ingresso in un’altra vita, migliore di quella che si vive nella violenza. Ora lavoreremo e sosterremo questa realtà ma, rivolgendoci ai protagonisti di questa esperienza, vogliamo far sì che tutti i tribunali della regione siano dotati di questo servizio”.

Un tema, quello della violenza contro le donne, che è tremendamente attuale. “C’è il rischio dell’assuefazione, e tutto continua come prima – ha detto ancora – e dobbiamo evitarlo. Voi qui avete creato un modello, costruito e pensato grazie alla collaborazione tra soggetti istituzionali. Abbiamo nel Lazio una legge tra le più avanzate d’Italia, abbiamo bandi che puntano alla presa in carico di figli e figlie orfani delle vittime di violenza, i bandi di reinserimento lavorativo per le donne che hanno la forza di rompere una situazione drammatica. Ci sono progetti rivolti agli uomini violenti, perchè dietro ogni violenza sulle donne c’è un uomo – ha ricordato – e bisogna indagare e intervenire. Penso poi alla valigia dell’associazione Salvamamme”.

Quello nato a Tivoli è un modello nuovo, che potrebbe dunque diventare apripista per altre iniziative simili, e non solo nel Lazio. “Quello che ho visto oggi è un progetto che uccide quegli spazi vuoti che scoraggiano il cittadino a presentare una denuncia per la paura di rimanere soli. Possiamo fare tantissimo per non lasciare le persone sole: sapere che una donna vittima di violenza ha una possibilità concreta di denuncia è un potente deterrente”.

Un centro che sia avamposto dello Stato e strumento di dissuasione. Magistrati, psicologi, avvocati e personale sanitario uniti per un progetto comune e condiviso. Una unione fondamentale per mettere un freno agli atti barbari che quasi giornalmente subiscono donne, ragazze, madri, figlie, bambine.

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