Riaprono le porte di Palazzo Barberini Galloni: “Scelte decori in base archivio”

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Roma, 16 set – Porte aperte alla "Grande Barberini", la sede rinnovata della Galleria nazionale d'Arte Antica, dopo due anni di restauro, 11 milioni di euro di spesa, una squadra di cinquanta restauratori, un lavoro sinergico tra documentazione storica sugli originali apparati decorativi e ammodernamenti secondo gli standard di sicurezza. A offrire un colpo d'occhio mozzafiato e' il monumentale scalone quadrato di Bernini, 1800 metri quadrati dove e' stata recuperata la lavorazione a gradina tipica d'epoca barocca, dove e' stato eliminato l'ascensore e smurata una finestra per dare aria alla prospettiva teatrale di grande suggestione. Il Salone di Pietro da Cortona si accende con gli effetti luminosi del lampasso dorato, tessuto con fili d'argento e d'oro lavorato nei laboratori di San Leucio, che contribuiscono a rievocare la luce dell'architettura barocca, e dove spiccano i 1800 metri quadrati di pavimentazione in cotto lombardo a due colori dove non c'e' un pezzo uguale all'altro. "Oggi restituiamo Palazzo Barberini come luogo d'arte per l'arte – dice il direttore regionale Federica Galloni – E' veramente l'architettura ritrovata perche' Palazzo Barberini, quintessenza del Barocco, e' mostra di se stesso. Quello che volevamo riprendere e' il sapore della residenza barocca. Prototipo di architettura barocca e' l'unico palazzo che come sede della Galleria e' aperto al pubblico, mentre gli altri esemplari o sono private o sedi di ambasciate o accademie. Il restauro ha puntato a recuperare la struttura in degrado, ma soprattutto a ricreare le caratteristiche della residenza barocca", ci tiene a sottolineare Federica Gallore. Le anticipazioni sulle scelte dei restauratori avevano suscitato critiche velate su colori e tessuti, e sui pavimenti. E stamattina Galloni ha motivato le soluzioni apportate: "Tutte le scelte sono state fatte sulla base di un archivio copioso e indiscusso che puo' comprovare le riletture in chiave moderna, come le cromie di stucchi e le coloriture ad affresco per le nove sale al piano terra. Le pareti in origine erano infatti coperte da damaschi e velluti con colori decisi. Per questo si e' voluto coniugare esigenze di recupero con quelle di riproposizione storicistica, ma anche di sicurezza oggettiva secondo gli standard moderni. Le cromie sono ottenute con miscele di colori di terre naturali, non si tratta di ridipinture ma di decori secondo le stesse modalita' dell'epoca barocca". Se i lavori degli ultimi due anni sono stati finanziati con 11 miioni di euro, suddivisi tra fondi di Roma Capitale, fondi ordinari e fondi del Lotto, sul fronte dei prossimi interventi, interviene Federica Galloni: "I prossimi lavori di riqualificazione riguardano i prospetti sui giardini, con 3,5 milioni di ero, e i locali al secondo piano da aprire al pubblico, con cifra analoga. Con un impegno di circa 10 milioni avremo il complesso del Palazzo restituito. I lavori di facciata dureranno almeno quindici mesi. Mentre al secondo piano in otto mesi, dodici al massimo, saranno riaperti". omniroma.it

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