Tivoli / “Le Terme tornano di proprietà del Comune”: il caso Acque Albule e i dettagli della trattativa tra amministrazione e privato

In Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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Fa chiarezza il Comune di Tivoli sulla vicenda delle Acque Albule, che ha infiammato il dibattito politico e cittadino di questi ultimi giorni.

Il punto della situazione viene effettuato dal sindaco Giuseppe Proietti, che parla di “rettifica delle inesattezze per doverosa trasparenza nei confronti della cittadinanza.

Lo snodo cruciale è uno: le Terme non andranno a Terranova. “La normativa vigente obbliga gli Enti Locali alla dismissione delle Società partecipate che svolgono attività di produzione di beni e di servizi non strettamente necessari per il perseguimento delle finalità istituzionali”, afferma il primo cittadino.

Inevitabile la conseguenza: il Comune deve dismettere la propria partecipazione in seno alla Società Acque Albule che gestisce le Terme di cui, a partire dal 2001, è proprietario del 60%, mentre il rimanente 40% è di proprietà privata (appunto di Terranova).

E’ un obbligo di legge, e per questo l’amministrazione comunale ha avviato in merito una specifica trattativa con il Socio privato tutta basata sulla ripartizione degli immobili – il cui valore è stato preventivamente determinato da esperti – che costituiscono il patrimonio delle Acque Albule (lo ricordiamo: dal 2001 in proprietà al 60% del Comune ed al 40% del Terranova): dunque ad una nuova società immobiliare tutta di proprietà comunale andrà la proprietà al 100% delle Terme, delle Piscine, dell’edificio Mc Donald’s, dell’edificio Agenzia delle Entrate, dell’ex Bar Paradiso, mentre al privato andrà il 100% dell’Hotel Victoria degli appartamenti a piazza Catullo e dell’area PRUSST nell’ansa della ferrovia adiacente allo Stabilimento Termale.

Le Terme dunque torneranno ad essere di intera proprietà comunale, come previsto dalla normativa.

“Al Socio privato le Terme/complesso immobiliare sarebbero invece affittate, in cambio del pagamento di un canone ipotizzato in 750.000 Euro all’anno, a fronte dei circa 250000 Euro che il Comune ricava annualmente e complessivamente dalla propria partecipazione al 60% nella Società: oltre al canone delle Terme, il Comune riceverebbe anche gli affitti Mc Donald’s e Agenzia delle Entrate, che ammontano ad oltre 300.000 Euro all’anno”.

Al Comune andrà poi anche l’ex Bar Paradiso, nel quale stanno per iniziare i lavori che lo vedranno ospitare i locali della Delegazione comunale, della Polizia Locale e del Punto informazioni turistiche.

“La trattativa in corso prevederebbe inoltre la cancellazione di tutti i contenziosi in essere da anni con il Socio privato, ivi compreso quello conosciuto come “opzione Put”, instaurato nel 2012 e relativo ad un’intesa del 2001 Comune/Terranova, che se dovesse essere confermata dal Tribunale la decisione già pronunciata dall’apposito Collegio Arbitrale, obbligherebbe il Comune a versare al Socio privato la somma di 14.000.000 (quattordici milioni) di Euro per rilevare il suo 40% della Società”, prosegue Proietti.

La palla ora passa al Consiglio Comunale, che sarò chiamato all’approvazione dell’accordo. Un accordo che l’amministrazione ritiene “assolutamente favorevole agli interessi economici della Comunità Tiburtina, che tornerebbe unica proprietaria del proprio gioiello di famiglia, ed alle prospettive di sviluppo imprenditoriale ed occupazionale del suo Territorio”. Così chiude il sindaco. Una vicenda intrecciata e complessa, che ha ancora, inevitabilmente, molto da dire certamente a livello di dibattito politico.

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