Guidonia / Una firma “cittadina” per The End? L’Inferno Fuori: incontro con Cristiano Ciccotti

In Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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Talento, studio, preparazione, formazione e perseveranza. “La sceneggiatura, la prima idea, l’abbiamo scritta nel 2010”. E oggi quella sceneggiatura ha una locandina, tante sale cinematografiche e un nome, “The End? L’inferno fuori” del regista Daniele Misischia, che vede protagonista il bravissimo Alessandro Roja.

Le parole con le quali abbiamo iniziato non sono tuttavia del regista ma di chi è sceneggiatore e autore del soggetto insieme a Misischia. Si chiama Cristiano Ciccotti, abita a Guidonia, ha frequentato il Liceo Classico di Tivoli: c’è anche il suo nome dietro alla storia del film. Nei titoli figura anche come aiuto regista.

“La passione per il cinema e la scrittura l’ho sempre avuta: con Daniele ci siamo incontrati alla Nuct di Cinecittà, e abbiamo immediatamente capito di essere complementari per gusti musicali e cinematografici. Oggi è il mio migliore amico”, racconta Cristiano.

Un percorso condiviso che ha visto tanti lavori realizzati insieme, in particolari opere indipendenti, corti e serie web. “Poi ci siamo guardati e abbiamo deciso di fare il passo successivo”.

Ed ecco la nascita dell’idea di The End. Era la fine del 2010. “Abbiamo immaginato la storia di un uomo chiuso in un ascensore mentre fuori si scatenava l’apocalisse. Niente zombie, solo persone infette e pericolosissime”. Un soggetto carico dei gusti e delle esperienze precedenti dei due. “Abbiamo l’ambizione – prosegue Cristiano – di aver realizzato un film di genere, che non intende essere né commedia né dramma, ma che fa storia a sé, portando sullo schermo quello che ci piace, le nostre influenze, quello che abbiamo visto e quello che abbiamo immaginato di vedere”.

Un lavoro che rientra perfettamente in quell’evoluzione del cinema italiano già annunciata dalla trilogia di Smetto Quando Voglio e da Lo Chiamavano Jeeg Robot: spettacolo, tecnicismi, storie e contenuti di nuovo alla ribalta sul grande schermo, dove vengono proiettati lavori di altissimo livello e tutti made in Italy.

Nel 2011 la prima stesura della sceneggiatura del film, poi l’incontro di Misischia e di Cristiano con i Manetti Bros, che si sono letteralmente innamorati della sceneggiatura: è infatti The End? il primo film prodotto dalla Mompracem, fondata dai due registi italiani, insieme a Carlo Macchitella, e a Rai Cinema. La pellicola ha già al suo attivo la partecipazione al Fright Fest di Londra, alla Festa del Cinema di Roma, e alla rassegna FIPILI.

Cristiano Ciccotti, classe 1981, è oggi al primo vero momento magico di una carriera che ha sempre visto lo studio e la passione al centro del suo percorso: prima gli studi al liceo classico Amedeo di Savoia di Tivoli, poi il DAMS a Tor Vergata, poi la NUCT e infine tanto lavoro sul set.

“Il sogno è sempre stato quello della scrittura. Non mi sento di dare consigli a chi vuole lavorare nel cinema, dico solo che serve perseveranza, ed è fondamentale guardare ed analizzare tanti, tantissimi film. Non posso dimenticare la fortuna e gli incontri del destino: in tanti hanno letto la sceneggiatura, e tante porte in faccia abbiamo preso, fino all’incontro con i Manetti Bros e Macchitella”.

“The end? L’inferno fuori” è un horror/thriller che ha la capacità di farti restare seduto sulla sedia, condividendo con il protagonista Claudio le angosce e le paure di una situazione ai limiti: chiusi in un ascensore mentre fuori davvero accade il finimondo. Sangue, tensione, suspence, sorrisi, momenti di amarezza che fanno da contraltare a quelli dove l’adrenalina scorre al pari del sangue durante il film. Se non fossimo in una Roma post apocalittica, opaca e livida, la storia sarebbe quella di un buon action thriller americano. Da non dimenticare la grande prova d’attore di Alessandro Roja unita a quella del poliziotto Marcello, con il volto del bravo Claudio Camilli.

Dunque, Cristiano, perché vedere The End? “Perché è un film italiano, perché è diverso dagli altri, perchè è divertente e perché c’è tanto coraggio dentro. Se il botteghino ci sarà favorevole, allora potremo far fare un altro passo al nostro cinema verso strade ancora più importanti e luminose”.

Una storia bella, quella di Cristiano Ciccotti. Bella perché conferma, e ce n’è sempre tanto bisogno, come il talento, la perseveranza, lo studio e la preparazione conducano esattamente dove abbiamo sempre voluto andare. Ancora più bella perchè parte da una città e arriva lontano. Come le favole, come i sogni. Come, mai come in questo caso, un gran film.

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