Rincari autostradali: anche il Consiglio di Stato dice “no”. Ma è caos ai caselli

In Cronaca & Attualità, In Evidenza, Primo Piano da Daniele Bongi Commenti

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Anche il Consiglio di Stato si schiera dalla parte dei pendolari.  I giudici di Palazzo Spada hanno infatti  respinto l'appello presentato dal Governo contro la decisione del Tar del Lazio che, giovedì scorso, aveva sospeso il rincaro dei pedaggi autostradali previsto dalle norme contenute nella manovra finanziaria. L'organo giurisdizionale amministrativo ha fissato al prossimo 31 agosto la discussione dell'istanza cautelare in camera di consiglio. Fino a quella data resterà perciò in vigore lo stop ai rincari autostradali deciso dalla sentenza del Tar.

Nel frattempo, nei giorni caldi dell'esodo estivo, manca però chiarezza sulle tariffe autostradali da applicare. L'aumento non è stato ritirato. I gestori delle infrastrutture (Anas e Autostrade) hanno spiegato che l'ordinanza del Tar sarà applicabile solo dopo la notifica (come specifica l'atto), cioè solo dopo che ne sia arrivata copia alle parti: cosa ancora di fatto non avvenuta. Per i pendolari, dunque, il pagamento della maggiorazione è ancora una triste realtà. Una situazione assolutamente ingiusta secondo gli avvocati del Codacons. “L'ordinanza del Tar è immediatamente esecutiva – spiegano dall'associazione – e ha già annullato di fatto il decreto del governo: si tratta di una decisione cautelare, quindi il Tar ha sospeso immediatamente i rialzi ai pedaggi, che in questo modo non hanno più copertura giuridica. E' un dato assolutamente inconfutabile".

 

Anche l'Adoc si schiera dalla parte dei cittadini, annunciando la possibilità di chiedere un rimborso totale delle spese “ingiustamente” sostenute: "Se il Consiglio di Stato confermerà la sentenza del Tar del Lazio sarà possibile chiedere il rimborso di quanto è stato finora pagato. I pendolari hanno già speso ingiustamente in media 40 euro a causa degli aumenti dei pedaggi autostradali". I caselli del Lazio nei quali era prevista la maggiorazione, e che invece per il Tar devono tornare ai 'vecchi' prezzi, sono quelli di Roma Nord, Fiano Romano, Roma Est, Lunghezza, Settecamini, Ponte di Nona, Roma Sud, Roma Ovest, Maccarese-Fregene.

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