Guidonia. “Un danno erariale e una totale assenza di obiettivi sportivi”: Guglielmo in tackle sul bando dei campi di calcio

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Lo Stadio Comunale di Guidonia Centro, l’impianto Attilio Ferraris di Villanova e il Piero Fiorentini di Montecelio. Sono questi i tre campi oggetto del bando pubblicato dall’Assessorato allo Sport, uno dei tanti settori di competenza della mega Area IX del Comune di Guidonia, gestita da Valentina Torresi, assessore nella sfera del gruppo Bertucci – Vallati, tutti e tre appassionati di calcio, vista la grande esperienza nella sport dell’assessore, componente, tra l’altro, della Commissione Valutazione Ditte della FIGC, e vista la passione per questo sport dei due consiglieri, tifosi vip di certe squadre di calcio locali. Tre campi, un bando che prevede canoni di locazione a costi decisamente ridotti – € 28.800 euro all’anno per il Ferraris di Villanova, € 19.200 all’anno per lo Stadio Comunale di Guidonia, € 9.600 all’anno per il Fiorentini – e la seria eventualità del ‘ritorno dei padroni’. Di fatto, dal 3 luglio in poi, giorno in cui si apriranno le buste della gara, gli impianti sportivi subiranno una rivoluzione, passando da una apertura e da una reale disponibilità per più società alla gestione univoca. Un bene? Un male? Quello che è certo è che la gestione precedente, regolamentata nella precedente giunta da Ernelio Cipriani, portò più società a giocare tra l’altro negli stessi campi oggetto di bando. Il lavoro dell’attuale assessore ai Lavori Pubblici intendeva far tornare il patrimonio della città in possesso di Guidonia, appunto facendo tornare a totale carico del comune la manutenzione ordinaria e straordinaria e la guardiania, insieme alla copertura assicurativa, in cambio di una tariffa oraria che per le società che già usavano i campi era ridotta del 20%: da tre squadre che usavano i campi si è passati a più del doppio. Decisione che ha messo fine ad anni di gestione privatistica dei campi di calcio da parte delle società, che spesso, peraltro, hanno accumulato debiti importanti nei confronti del comune. “Ora sono ai Lavori Pubblici, e sento molto la responsabilità  – spiega Cipriani – di questo settore. Se il mio metodo di gestione degli impianti sportivi sia stato giusto o sbagliato, lo valuteranno i cittadini una volta usufruito dei servizi”. Un ritorno al passato, quello di una squadra per un campo, non è evidentemente da escludere.

 “Un bando che privilegia…”. E’ stata la stessa Torresi a dire che il bando “privilegerà le società o associazioni che possono vantare un titolo sportivo di categoria superiore o che semplicemente hanno una forte presenza sul territorio, con incidenza sociale e pubblica utilità”. Incidenza sociale e pubblica utilità ma anche un buon affare, visto che ai concessionari competono tutte le entrate derivanti dall’uso dell’impianto concesso in gestione ed in particolare quelle derivanti dalle attività poste in essere autonomamente dal concessionario medesimo nell’impianto sportivo (è permesso l’uso a terzi a fronte del pagamento delle tariffe calmierate previste dal tariffario comunale), quelle del servizio di ristoro, se presente nella struttura, quelle  della pubblicità e quelle derivanti da sponsorizzazioni sulle attività sportive. Cura del concessionario sarà anche la gestione ottimale delle attività della struttura, con riferimento alle esigenze di terzi, nonché la realizzazione dei necessari interventi manutentivi, che devono tendere alla valorizzazione funzionale e sociale dell’impianto sportivo e della “struttura sportiva e delle sue potenzialità, finalizzate anche a fornire risposta alle esigenze degli utenti del sistema sportivo locale: la costruzione di realtà di eccellenza che rappresentino il territorio comunale nelle varie categorie calcistiche e l’organizzazione e la gestione di eventi e manifestazioni sportive volte alla valorizzazione della struttura sportiva e delle sue attività nell’ambito del sistema sportivo locale e delle interazioni con l’Associazionismo sportivo”. Onori e oneri. Più onori che oneri per chi vince, perché lo stadio torna, se non sulla carta certo nella quotidianità della gestione, dei privati, con i relativi introiti che sono una gestione tale può garantire. A fronte di un canone annuale per il comune, una società, che magari ha una scuola calcio con 300 bambini che pagano all’anno 500 euro, ha entrate immediate per 150 mila euro, in uno stadio che per 5 anni diventa quasi di proprietà, fermo restando occasioni specifiche di ‘condivisione’. Nessun riferimento, nel bando, a eventuali obblighi delle società di agevolare le famiglie che non possono permettersi di mandare il proprio figlio a calcio, ma questo è solo un esempio di incidenza sociale e pubblica utilità, o ancora, perché no, prevedere una quota di ragazzi di Guidonia in ogni squadra/società, che possa riportare i ragazzi della città a vestire con orgoglio la maglia del loro quartiere, che sia Villanova piuttosto che Montecelio, piuttosto che Villalba piuttosto che Guidonia. A quando una squadra fatta di soli guidoniani, che possano dire con orgoglio “Io sono Guidoniano”? “Presto partiranno i bandi anche per le palestre comunali, con congrui criteri di assegnazione. Si tratta di una presa di posizione – prosegue la Torresi – che nulla ha a che vedere con i rapporti interpersonali tra le parti, ma che mira a creare un rapporto di collaborazione professionale tra le parti”.

“Un danno erariale e una totale assenza di obiettivi sportivi”. A suonare la sveglia sui campi sportivi è stato Simone Guglielmo, consigliere comunale del PD. Prima soffermandosi sull’occasione persa a livello sportivo, visto che “manca completamente l’anima di una vision in questi bandi, tre copia e incolla dai quali si evince la totale assenza di obiettivi sportivi da raggiungere. Penso a Sassuolo, Carpi e Frosinone in serie A, e penso all’eventualità di proporre un bando proprio per sviluppare le strutture sportive del nostro comune. Magari uno di questi tre bandi poteva essere costruito per valutare opportunità di crescita sportiva e calcistica consone a una città del nostro livello: un bando per attirare il Lotito della situazione, avrebbe portato fondi e investimenti, per la crescita di una realtà calcistica degna di una città di 100 mila abitanti. In serie A ci sono società con 1/3 dei nostri abitanti”, e poi entrando nel tecnico all’interno dell’ultimo consiglio comunale.  “L’amministrazione comunale e’ infatti in procinto di affidare la gestione dei campi sportivi comunali  a società sportive ad un canone di locazione  irrisorio rispetto a quelli che sono i canoni di mercato. Il canone inadeguato per l’impianto sportivo è fonte di responsabilità per l’ente per danno erariale. La Corte dei Conti ha più volte ribadito che l’assegnazione dei campi sportivi a soggetti terzi senza un adeguato corrispettivo si configura quale scelta antieconomica e dannosa, visto che l’Ente locale subisce forti perdite in conseguenza delle spese per allestimento  dell’impianto sportivo, che non trovano copertura con i canoni versati dai concessionari”. Questo è quanto ha detto Guglielmo all’interno dell’ultimo consiglio comunale, un intervento argomentato anche con sentenze della Corte dei Conti, pensando soprattutto ai recenti esborsi sostenuti dal Comune per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria dei campi sportivi. “Sono proprio queste cifre che rendono necessario un ripensamento da parte dell’Ente, che deve riesaminare il procedimenti perché profondamente viziato: il canone di concessione di un bene pubblico, a maggior ragione di un bene in grado di produrre lucro quali gli impianti sportivi oggetto dei bandi in corso di pubblicazione,  deve rispettare il principio di remuneratività dello stesso che è insito in ogni affidamento di concessione di beni pubblici”. Tutta teoria quella del consigliere PD? Non proprio. La Corte dei Conti – sezione giurisdizionale per la Toscana – con la sentenza n. 96 del 23 maggio 2014 ha condannato un comune per danno erariale perché il  Palazzetto dello Sport era stato concesso dall’Ente a condizioni economiche non remunerative. “Il collegio, nell’esaminare la questione sulla base di un’istanza depositata dalla Procura, ha accertato la sussistenza di una responsabilità a titolo di colpa grave del dirigente amministrativo preposto, che, quale responsabile del servizio, ha redatto la relazione/perizia  per la Giunta comunale, rivestendo pure il ruolo del responsabile di procedimento. La condanna è stata estesa anche al Sindaco che in qualità di capo dell’amministrazione era ed è tenuto a vigilare”. Il rischio è quello di mancati introiti per le casse comunali, con conseguente eventualità di danno erariale. Soluzioni? “E’ quindi necessario che, tempestivamente l’amministrazione provveda in autotutela ad annullare i bandi di gare relativi agli affidamento dei campi sportivi e degli impianti essendo  il canone di concessione previsto non solo non remunerativo ma non in linea con quanto previsto nel libero mercato per la gestione di strutture/impianti sportivi di analoghe dimensioni e caratteristiche, e pertanto illegittimi”. Illegittimi perché contrari alla legge, visto che “ai sensi dell’art. 9, comma III, della legge 24 dicembre 1993, n. 537 A decorrere dal 1° gennaio 1994, il canone degli alloggi concessi in uso personale a propri dipendenti dall’amministrazione dello Stato, dalle regioni e dagli enti locali, nonché quello corrisposto dagli utenti privati relativo ad immobili del demanio, compresi quelli appartenenti al demanio militare, nonché ad immobili del patrimonio dello Stato, delle regioni e degli enti locali, è aggiornato, eventualmente su base nazionale, annualmente, con decreto dei Ministri competenti, d’intesa con il Ministro del tesoro, o degli organi corrispondenti, sulla base dei prezzi praticati in regime di libero mercato per gli immobili aventi analoghe caratteristiche e, comunque, in misura non inferiore all’equo canone. A decorrere dal 1 gennaio 1995 gli stessi canoni sono aggiornati in misura pari al 75 per cento della variazione accertata dall’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) dell’ammontare dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e impiegati, verificatasi nell’anno precedente”. In caso di mancato annullamento dei bandi in autotutela, Guglielmo ha garantito che informerà la Corte dei Conti, “per non portare danni alla nostra collettività”. Tutto questo Guglielmo l’ha detto in consiglio comunale, mentre i consiglieri Bertucci e Vallati parlottavano. “Non capisco perché la collega Vallati e il collega Bertucci si stiano scaldando in questo modo. Sembrano parti in causa. Non ho capito perché – Guglielmo si rivolge direttamente a loro – mi state rispondendo in questa maniera voi due”.

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