Guidonia. Legambiente contro il protocollo tra Comune e Co.La.Ri: “Sconcertante operare scelte così importanti senza le parti sociali e i portatori di interesse ambientali e di salute pubblica”

In Ambiente & Territorio, Cronaca & Attualità, Politica, Primo Piano, Roma Est da Yari Riccardi Commenti

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I protocolli d’intesa a Guidonia non hanno mai avuto vita facile. In particolare quelli sulle tematiche ambientali. Forse perché spesso troppo “sudditi” delle imprese con le quali sono stipulati. Valeva per quello tra l’amministrazione Lippiello e la Buzzi Unicem, vale anche per quello tra l’attuale amministrazione di Guidonia e il Co.La.Ri di Manlio Cerroni. Questo è quello che pensa il circolo Legambiente della Città dell’Aria, che definisce tale protocollo “talmente discutibile, in via generale e sotto ogni specifico profilo, che ci chiediamo fino a che punto valga la pena di entrare nel merito delle sue grottesche sfaccettature. Il nostro giudizio complessivo è totalmente negativo anche se, purtroppo, non cambia i fatti compiuti”. Un dato sul quale puntano gli ambientalisti del neo presidente Roberto Coccia è un vizio ormai patologico di certe scelte: il mancato coinvolgimento delle parti sociali e di chi si occupa di ambiente e di salute pubblica. Il futuro, per il Parco dell’Inviolata, è tutto fuorché luminoso: in una zona già maltrattata – eufemismo – si procederà ad uno smembramento ancora maggiore, a causa “dell’apertura di <<strade della monnezza>> che coinvolgeranno Santa Lucia e Ponte delle Tavole. I comuni che potranno conferire rifiuti apparterranno – proseguono dal Circolo – ad un ambito regionale. Contestualmente, nell'intesa, non compare nessun impegno del Co.La.Ri a rispettare un qualsivoglia limite di trattamento rifiuti inferiore alle 190.000 tonnellate/anno, autorizzate con il beneplacito del Sindaco che ha deciso ignorando la Delibera approvata dal Consiglio Comunale.Sono queste particolari omissioni che potrebbero essere interpretate come un atteggiamento compiacente o di sudditanza nei confronti del gestore privato”.

Per Legambiente Guidonia un esempio di come gli interessi privati vadano a scapito di quelli pubblici, esempio frequente in quanto frequente è “l’ esclusione della popolazione e dei portatori di interesse pubblico da ogni decisione ad alto impatto sociale, economico ed ambientale”. Una politica ambientale  bifronte che va dall’Agenda 21 che non riesce a partire alle priorità di parecchie amministrazioni cittadine, “l'impianto e lo svincolo: due infrastrutture irrinunciabili per gli attuali progetti del Co.La.Ri. e per le prospettive della Buzzi Unicem”. Qui gli ambientalisti fanno un tuffo nel passato, paragonando il protocollo con il Colari a quello della giunta Lippiello con la Buzzi, specificando come non sia “servito a nulla mostrare all'allora sindaco Lippiello (ed al Consiglio Comunale) che stava concludendo un pessimo affare per la città. Niente ha potuto smuovere la sua granitica certezza che il protocollo fosse un ottimo accordo! La cronaca successiva ha dimostrato che aveva ampiamente torto e che l'affare non lo faceva la città ma qualcun altro… a scapito nostro! Grazie Lippiello. Quando anche il protocollo con il Co.La.Ri. produrrà i suoi effetti perversi ringrazieremo Rubeis”. E ora che la raccolta differenziata, con enorme ritardo, sembra in procinto di partire sia a Guidonia centro che a Montecelio – spunto per le dichiarazioni di tanti, nuovi e inaspettati “ambientalisti” all’interno del consiglio comunale – Legambiente sottolinea come questa sia “l'arma principale con la quale contrasteremo il business del mega impianto di trattamento dei rifiuti nel parco”. A questo quadro si unisce un'altra pennellata: la questione della difesa del suolo, del sottosuolo, dei reperti archeologici e delle falde acquifere del Parco dell’Inviolata, problemi che “esistono anche nel resto del territorio – chiude il Circolo – per via di tutte le altre aree deturpate dalle escavazioni, dagli inquinanti e dal dissesto idrogeologico”. Questioni da affrontare con particolare attenzione, magari con il coinvolgimento di tutti. Sarebbe una testimonianza di poter e voler andare tutti nella stessa direzione, politica, cittadini, associazioni ambientaliste. Almeno nel campo ambientale, o meglio, della salute pubblica. Che non dovrebbe avere colori politici.

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