Duello Comune/Legambiente, la risposta di Rubeis: “Gli amici ambientalisti si informino prima di assumere posizione su cose che non conoscono”

In Ambiente & Territorio, Cronaca & Attualità, Politica, Primo Piano, Salute & Dintorni da Yari Riccardi Commenti

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Arriva la risposta dell’amministrazione comunale di Guidonia al circolo di Legambiente. Il sindaco Eligio Rubeis fa notare come tutte le dichiarazioni degli ambientalisti siano compromesse da un errore di fondo, in quanto il protocollo d’intesa con il Co.La.Ri, fanno sapere da Palazzo Matteotti, ancora non è stato firmato. "Gli amici di Legambiente – spiega il primo cittadino – si informino prima di assumere posizione tanto nette su questioni che evidentemente non conoscono". Un protocollo che, a quanto si apprende, risulta ancora essere lettera morta per mancanza di intesa tra le parti: il documento “assume per intero i punti della convenzione già parte integrante degli accordi sottoscritti tra Regione, Colari e comune in sede di conferenza dei servizi del marzo del 2010”. Punti mai recepiti nella nota Autorizzazione Integrata Ambientale del 2 agosto, che dà il via libera al consorzio per il trattamento di 190 mila tonnellate di rifiuti nell’impianto. “Se la convenzione fosse stata recepita in quella determinazione regionale, essa sarebbe risultata in contrasto con il quantitativo annuo di Rsu da trattare nel futuro impianto, dal momento che vincola le tonnellate all'Ato attuale che di rifiuti ne produce 140mila, 110 di inerte e 30mila di umido”. Questo è il punto cardine del ricorso al Tar del comune: un punto che potrebbe essere superato “se Colari accettasse direttamente nel protocollo le condizioni già fissate nella convenzione”. Un andirivieni di carte bollate, che nulla aggiunge e nulla toglie ad un progetto, quello dell’impianto, che entra a gamba tesa sulla situazione ambientale di Guidonia. Se sarà un infortunio lieve, o fine carriera – per usare metafore calcistiche – lo dirà soltanto il tempo, e la voglia di dire basta agli schiaffi della Regione e alla potenza – o al delirio di onnipotenza – del Co.La.Ri, evidentemente troppo abituato a fare come vuole, da sempre.

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