Guidonia – Fonte Nuova – Sant’Angelo / Situazione idrogeologica e igienico sanitaria, la diffida del CRA

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Destinatari sono le istituzioni del territorio, dalla Regione ai Comuni di Guidonia, Fonte Nuova e Sant’Angelo Romano. Ha la firma delle associazioni Amici dell’Inviolata, Sant’Angelo Romano – Economia e Territorio, Comitato Cittadini Marco Simone – Setteville Nord e USB dell’hinterland romano la lettera aperta avente per oggetto la situazione idrogeologica ed igienico-sanitaria dell’area nord-est della Città Metropolitana di Roma Capitale.

Il primo focus è puntato sull’area compresa tra il Fosso di Pratolungo e la Palombarese, già oggetto di numerose segnalazioni dei cittadini e aggravata dalle forti piogge di queste settimane. “Una grave emergenza idrogeologica e igienico sanitaria: gli intensi rovesci che si sono succeduti nei giorni di maggio hanno infatti creato una situazione di ingrossamento a dismisura, ed in taluni casi seguito da esondazione e danni, del corso d’acqua del fosso stesso, già oggetto di attenzione da parte delle istituzioni in epigrafe. Le abbondanti precipitazioni si sono venute però ad aggiungere e mischiare non solo con le acque contenute nei fossi, ma anche con quelle sversate illegittimamente, e da anni, attraverso tubature non allacciate al collettore fognario, spesso assente in tale area, dando luogo ad una micidiale e pericolosa miscela inquinante e maleodorante”, scrivono le associazioni.

Un quadro al quale si va ad aggiungere la “situazione di inquinamento della falda rilevato nell’area di Santa Lucia di Fonte Nuova che ha prodotto, due anni fa, un’Ordinanza sindacale di divieto assoluto, tuttora vigente, di utilizzo dei pozzi privati per l’accertata contaminazione delle acque sotterranee, riconducibile all’assenza di rete fognaria”.

Altro fronte è quello del mancante allaccio da parte di molte utenze private “nelle località Pichini di Guidonia Montecelio, Ponte delle Tavole di Sant’Angelo Romano, Santa Lucia di Fonte Nuova, Marco Simone di Guidonia Montecelio ad un oltremodo insufficiente collettore fognario: mancano tuttora 200 metri di rete fognaria del collettore primario, all’interno del comune di Sant’Angelo Romano) ed alla relativa pompa di sollevamento”.

Il tutto nell’attesa del depuratore di Marco Simone, ancora in attesa di ricevere l’autorizzazione alla messa in esercizio della parte ampliata, “nonostante siano completati i lavori di adeguamento, in quanto iniziati, collaudati e terminati già da alcuni anni, cosi come per il collettore fognario primario, denominato Pichini-Santa Lucia, per un totale di circa 7 milioni di euro di spesa”.

Una condizioni che le associazioni definiscono “assurda e non più accettabile, che continua a generare inequivocabilmente una precaria salubrità pubblica, di cui i sindaci sono i primi responsabili ai sensi del D.lgs. 267/2000, senza dimenticare i collettori sia pubblici che privati che sversano le acque reflue domestiche nel corso d’acqua di Pratolungo, e che il corpo idrico ricettore giace “in condizioni ambientali pessime, assediato da urbanizzazioni “spontanee”, da assenza di controlli soprattutto da parte delle Amministrazioni comunali interessate e da un’impermeabilizzazione dei suoli che si spinge illegittimamente ed illegalmente fino alle sue sponde”.

Già nel 2012 il CBTAR aveva denunciato abusi di opere edilizio di genere vario a 10 metri dall’argine del corso d’acqua di Santa Lucia, “che impediscono la normale manutenzione, bonifica e pulizia del corso d’acqua di Pratolungo lungo il confine tra il comune di Fonte Nuova e quello di Guidonia Montecelio: opere che continuano ad essere tali,  andando a costituire pericolo per la pubblica incolumità in caso di forti precipitazioni, oltre che configurandosi come passibile di reato penale per omissione di atti di ufficio da parte degli amministratori competenti dei comuni interessati, dunque Guidonia Montecelio e Fonte Nuova”.

Nei fatti la lettera è una diffida alle autorità in indirizzo. “Chiediamo alle amministrazioni pubbliche coinvolte il superamento delle difficoltà fin qui incontrate, per arrivare ad ottenere in tempi brevi gli allacci fognari necessari alle utenze private al depuratore di Marco Simone già pronto all’utilizzo. Si chiede quindi che venga rilasciata l’autorizzazione all’ampliamento del depuratore di Marco Simone e che i comuni interessati, congiuntamente alla Regione Lazio ed alla Città Metropolitana, si adoperino affinché si concluda celermente il protocollo di intesa richiesto dalla Città Metropolitana, in modo da individuare e poi realizzare le opere necessarie all’espansione del Fosso di Pratolungo, così come previsto dagli Enti interessati negli ultimi incontri e da essi stessi pianificate. Si chiede inoltre di provvedere con urgenza alla realizzazione della parte mancante (200 metri circa) del collettore fognario primario denominato Pichini-Santa Lucia, nella zona ricompresa all’interno del comune di Sant’Angelo Romano sulla Via Palombarese, e della relativa pompa di sollevamento posta nelle immediate vicinanze della rotonda tra Via delle Molette e Via Palombarese, opere, entrambe, previste nel progetto ed altresì già finanziate”.

Viene richiesto anche un immediato intervento ambientale e igienico sanitario, “che non soltanto renda più sicura l’area in oggetto in caso di ripetizione di fenomeni “estremi” e pericolosi per l’incolumità pubblica come quelli in corso nel mese di maggio 2018, ma che disponga controlli sulla zona ripariale del Fosso di Pratolungo e suoi affluenti al fine di preservare la legittima possibilità di pulizia e bonifica da parte del competente Consorzio di Bonifica del Tevere e Agro Romano. In ultimo, ma non per importanza, si chiede urgentemente di adottare tutte le misure necessarie affinché le acque di falda, emunte dai pozzi privati, (se pur utilizzate per le sole finalità irrigue e di abbeveramento animali) tornino ad avere i parametri ambientali ed igienico sanitari entro i termini di legge e di pianificare dei monitoraggi costanti sul territorio di cui trattasi. Nel caso gli enti in diffida non giungessero a concludere il protocollo di intesa, che loro stessi si sono impegnati a realizzare, con il rilascio conseguente dell’autorizzazione provinciale all’ampliamento del depuratore di Marco Simone, entro 45 gg. dalla ricezione della presente, le associazioni scriventi saranno costrette ad adire ulteriori vie (Autorità giudiziaria, Comunità europea, Corte dei conti ecc.), al fine di ottenere il necessario e sacrosanto collettamento e depurazione, in riferimento anche alla Direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane”. Il tutto con riserva di richiesta di danni e di ulteriore individuazione di responsabilità.

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