Guidonia/Bruno Mincione taglia il traguardo della Maratona di Roma in handbike: “Un’esperienza bellissima”

In Cronaca & Attualità, Primo Piano, Spazio al Sociale, Sport da Yari Riccardi

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Il traguardo l’ha tagliato dopo 3 ore e 50 minuti. «Non è tanto il tempo impiegato, quanto il fatto di aver terminato l’intero percorso». Alla fine ce l’ha fatta Bruno Mincione a coronare il suo sogno di partecipare alla Maratona di Roma in handbike, come ci aveva raccontato lo scorso febbraio. I meravigliosi 42 chilometri che domenica 2 aprile hanno percorso tantissimi atleti da tutto il mondo hanno visto protagonista anche l’atleta guidoniano – nome e volto tra i più noti a Guidonia, da anni attivo nell’associazionismo e nel volontariato – colpito nel 2011 da una meningite che ha poi provocato una lesione al midollo spinale e una sintomatologia sclerotica. La pioggia non lo ha fermato. «È stata una bellissima esperienza. Ho sentito – racconta Bruno – l’incoraggiamento del pubblico al mio passaggio, e poi il percorso, uguale per tutti, disabili e normodotati, è stato davvero fantastico: siamo passati nei luoghi più belli di Roma. Un’organizzazione davvero perfetta». Una maratona che ha visto anche un piccolo record per Bruno, uno dei 33 atleti di handbike, tra i quali c’era anche Alex Zanardi. «Io ero l’unico partecipante di 70 anni, ed aver terminato il percorso mi riempie davvero di orgoglio». Un orgoglio più che giustificato, dopo mesi di allenamenti e tante persone a correre al fianco di Bruno. «Devo ringraziare Patrick Troiani, che alla Maratona mi ha seguito e assistito per l’intero percorso: devo ai suoi incitamenti quando ha iniziato a vedermi stanco il fatto di aver tagliato il traguardo». Una giornata che ha visto alla fine l’incontro con Alex Zanardi (che ha terminato la maratona in poco più di un’ora). «L’ho visto passare dopo la gara e l’ho chiamato. Si è dimostrato una persona umile e di grande disponibilità. Io ho iniziato ad andare in handbike proprio grazie alla sua testimonianza e al suo esempio: è stato bello aver avuto l’opportunità di dirglielo a voce». Bruno ha la voce che sorride mentre racconta la sua Maratona. Una lunghissima corsa verso un traguardo, uno dei tanti tagliati da un uomo forte e appassionato, che ha visto la sua vita sconvolgersi nel 2011. Una vita che si è ripreso, metro dopo metro, goccia di sudore dopo goccia di sudore, lacrima dopo lacrima. Quella linea rossa dopo 42 chilometri avvistata e oltrepassata dopo 3 ore e 50 è la testimonianza migliore di come ci si possa riprendere tutto quello che ci è stato tolto. Bruno lo sta insegnando a tutti. Senza lezioni, con un gran sorriso e con i fatti. Quelli che contano davvero.

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