Tivoli, il Pd attacca Gallotti sulla gestione delle Acque Albule. Vincenzi: “Siamo ai saldi di fine stagione”

In Cronaca & Attualità, In Evidenza, Politica da Yari Riccardi Commenti

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Il comune di Tivoli si ritrova con il 48 % delle azioni delle Acque Albule. Perdendo la maggioranza – e la faccia – per 300 mila euro. Questo è quello che racconta il Partito Democratico di Tivoli, con il capogruppo in consiglio comunale Francesco Luciani e con l’ex sindaco Marco Vincenzi. Il primo teme che “con la latitanza del sindaco Gallotti nella gestione amministrativa del comune, rischiamo di passare dalla paralisi ai danni seri, gravidi di conseguenze per la città di Tivoli”. E racconta quanto successo nell’assemblea degli azionisti delle Acque Albule, dove il comune di Tivoli si è ritrovato in minoranza in seguito al pignoramento di circa il 12% delle azioni della società termale detenuto dall'Amministrazione tiburtina. “A causa di un credito con il Comune di appena 300mila euro – riprende Luciani – un imprenditore fornitore dell'Amministrazione è riuscito a spuntare il pignoramento del 12% delle azioni di Acque Albule, pari a circa un milione e 200mila euro, a garanzia del credito stesso. Così, nell’assemblea dei soci della società termale convocata per rinnovare le cariche sociali, di fatto il comune di Tivoli si è ritrovato con circa il 48% delle azioni, quindi decisamente in minoranza. Una scena surreale, imbarazzante”. Una situazione delicatissima, alla quale si è tentato di porre rimedio rinviando la riunione di alcuni giorni. Un virtuosismo tecnico, che potrebbe anche servire a poco. Entra a gamba tesa anche Marco Vincenzi, l’ex sindaco di Tivoli per molti anni, sconfitto proprio da Gallotti nell’ultima tornata elettorale. Il consigliere del PD definisce l’episodio “esemplare dello sbandamento che scuote ormai tutti i gangli dell'Amministrazione comunale. Un sindaco indaffarato ad accontentare gli appetiti di una maggioranza litigiosa e insaziabile, si disinteressa della gestione del bene pubblico. Siamo veramente ai saldi di fine stagione. Basta un credito di appena 300mila euro e il comune perde il controllo di un autentico gioiello, quale siamo riusciti a recuperare nei 10 anni di buon governo del centrosinistra, come la Acque Albule”. Una azienda che non più di due anni fa aveva un capitale sociale di 16 milioni di euro. “Anche l'Asa, d'altra parte – chiude Vincenzi – si trova in grosse difficoltà per l'inerzia del sindaco come ha denunciato sulla stampa locale il presidente dell'azienda Fabrizio Mancini, che giustamente non ci sta a fare da capro espiatorio per un servizio caro, inefficiente, che lascia la città nella sporcizia e nel degrado. Situazione da allarme rosso quindi a Tivoli, dove lopposizione spinge per costringere la maggioranza a mollare. E la terminologia usata è tutto meno che soft. Il Partito democratico non intende rimanere indifferente – sintetizza  Luciani – mentre Gallotti e la sua maggioranza portano in rovina Tivoli. Rinnoviamo ancora una volta l'invito al sindaco e a questa coalizione rissosa e ingorda di prebende e posti di potere, di fare il più presto le valigie, prima di trascinare l'intero comune nelle macerie. Dichiarazioni che parlano da sole. E che simboleggiano l’aria tesa che soffia sulla Città dell’Arte, a pochi anni dall’insediamento di Gallotti. Dopo tanti anni di stabilità politica – di vero e proprio regno – probabilmente è una eventualità che molti avevano messo in conto. Tranne, evidentemente, Gallotti.

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