Tivoli/Il Codice Antimafia per la misura di prevenzione a tutela di una donna maltrattata: il provvedimento richiesto dalla Procura della Repubblica e applicato dal Tribunale di Roma

In Cronaca & Attualità, Primo Piano da Yari Riccardi

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È stato il Tribunale di Roma – sez. mis. Prevenzione, presidente Guglielmo Muntoni – ad applicare su richiesta della Procura della Repubblica di Tivoli ad A.I. la misura di prevenzione del divieto di soggiorno nei comuni frequentati dalla moglie, a tutela della stessa in quanto già oggetto di maltrattamenti e in grave pericolo a seguito dell’imminente scarcerazione del marito. Un provvedimento di prevenzione urgente a tutela della donna maltrattata, un provvedimento che la Procura della Repubblica di Tivoli ha definito “innovativo perché applicato al di fuori del procedimento penale: è stato richiesto (e ottenuto) per dare effettività alla tutela delle vittime di violenza, come richiesto anche dalla Corte Europea dei diritti dell’Uomo che ha recentemente condannato l’Italia per non avere agito con sufficiente rapidità per proteggere le vittime di violenza domestica”. La condanna per A.I era arrivata nel 2015, per il reato di maltrattamenti in famiglia ai danni della moglie ed altri capi d’accusa, una sentenza che raccontava il clima di terrore in cui la donna aveva vissuto a causa delle violenze patite. Nell’imminenza della scarcerazione dell’uomo, la donna, attraverso la sua legale, si è rivolta alla Procura della Repubblica di Tivoli. “Era terrorizzata – si legge nella nota a firma del dottor Francesco Menditto – temendo che il marito, dopo la scarcerazione, potesse picchiarla e riprendere le violenze nei suoi confronti interrotte solo dall’arresto e dalla detenzione del marito”. Un timore che i magistrati hanno fatto proprio: gli accertamenti svolti hanno verificato la serietà della richiesta della donna, visto che A.I. “durante la detenzione non aveva intrapreso alcun percorso di rieducazione, riportando anche provvedimenti disciplinari a causa del comportamento tenuto pur se ristretto. All’atto dell’imminente scarcerazione l’uomo sarebbe tornato libero, senza alcun vincolo o possibilità di serio  controllo a tutela della donna”. È il processo penale che non consente di adottare misure a tutela della donna se non dopo la commissione di un reato nei confronti della vittima.: provvedimenti di carattere amministrativo, come l’ammonimento del Questore, oltre che non praticabili nel caso costituiscono una mera esortazione a non porre in essere atti ai danni della donna. Qui sta l’intuizione della Procura. Nell’assenza di provvedimenti a tutela immediata della vittima, non consentiti dal codice di procedura penale né dall’ordinaria attuale legislazione, Menditto ha ritenuto di potere utilizzare la normativa prevista dal d.gs. n. 159/2011 (cd. Codice Antimafia) e, in particolare, “l’applicazione provvisoria e urgente della misura di prevenzione. E’ stata, perciò, immediatamente richiesta la misura di prevenzione del divieto di soggiornare nei comuni frequentati dalla donna, in considerazione della spiccata pericolosità di A.I ai sensi dell’art. 9, comma 2, d.lgs. n. 159/2011”. Il provvedimento è stato emesso dal Presidente della Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Roma il giorno dopo la richiesta, fissando l’udienza per la conferma che si terrà nei prossimi giorni nel contraddittorio delle parti. “A seguito del provvedimento presidenziale, emesso con estrema tempestività, A.I., all’atto della scarcerazione, sarà sottoposto alla misura e, in caso di violazione (e dunque di ingresso in uno dei Comuni frequentati dalla donna) potrà essere arrestato per violazione di una specifica norma del codice antimafia”. Un atto innovativo che rappresenta un ulteriore rafforzamento dell’azione di tutela delle donne vittime di violenza da parte della Procura della Repubblica di Tivoli, un percorso già intrapreso con l’ordinaria attività d’indagine rafforzata dall’apertura di uno sportello informativo all’interno degli uffici di via Antonio Del Re con personale specializzato.

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