Guidonia/Manifestazione sui mancati pagamenti del Comune per “pochi intimi”: in 20 in piazza con Di Silvio. Assente la cooperativa La Sponda

In Cronaca & Attualità, Politica, Primo Piano da Yari Riccardi

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C’erano la cooperativa Labirinto, l’associazione Prima Cultura, i rappresentanti di Insieme. E l’organizzatore Emanuele Di Silvio. Mancavano quelli che in settimana avevano destato il maggior interesse, i lavoratori della Cooperativa Sociale La Sponda, ente per il quale il Comune è in arretrato per un milione e mezzo di euro, con conseguenti nubi sul destino dei circa 70 dipendenti. Una manifestazione che di fatto non c’è stata, quella in programma in piazza Matteotti per le ore 14 di giovedì 2 marzo. Sono circa 20 le persone – con loro anche Patrizia Carusi, storica sindacalista dells Cgil ed ex capogruppo del Pd, che ha dichiarato vicinanza alla situazione dei lavoratori coinvolti dai ritardi nei pagamenti – che hanno accolto l’invito dell’ex consigliere del Pd e possibile/probabile candidato alle primarie. Un numero decisamente inatteso, visto il riscontro mediatico che la questione dei mancati pagamenti ha sollevato, ma che è rimasto sulla piazza social. In quella vera tutto il fervore denunciato su Facebook è rimasto a casa.

I presenti. Gruppi sparsi, attesa di un qualcosa che non è mai arrivato. Il problema dei ritardi dei pagamenti è notoriamente comune a molti enti e a molti professionisti, ma in piazza si palesano solo tre realtà. L’associazione Prisma Cultura si occupa del museo Rodolfo Lanciani e di Piedibus. «L’ultima fattura che ci è stata pagata – racconta il presidente Martina Izzo – è relativa a dicembre 2015, ma ne abbiamo alcune insolute anche del 2013». L’iniziativa di accompagnare a scuola a piedi i bambini di Montecelio va avanti solo grazie al volontariato e al sostegno dei genitori, che contribuiscono con piccole somme. Il discorso più complesso è quello relativo al Museo, dove l’associazione giornalmente cura spazi e tempi del complesso all’interno dei Frati. «Proseguiamo il nostro servizio – chiude la Izzo – solo per il nostro forte senso di cittadinanza attiva». In piazza anche i lavoratori della cooperativa Labirinto, che si occupano di assistenza domiciliare per l’handicap, per una azienda che attende ancora la prima fattura liquidata rispetto a un servizio cominciato 14 mesi fa. Tuttavia i lavoratori erano in piazza non per loro, visto che gli stipendi non sono assolutamente in discussione, ma per altro. «Siamo qui alla manifestazione – spiega Sabrina Staltari, Rsa della Cgil e coordinatrice del servizio – per motivi di solidarietà con i lavoratori de La Sponda, che on si sono presentati, e per senso civico, evidentemente, visti i numeri della manifestazione, caduto in disuso. Quello che mi piacerebbe sapere sono le motivazioni che l’amministrazione pone alla base di questi mancati pagamenti». C’erano anche l’associazione Insieme con tanto di rappresentanza dei ragazzi disabili che giornalmente passano parte della loro vita all’interno del centro diurno distrettuale in via Trento e in via delle Regioni, a Villalba. Dei disabili che usufruiscono della struttura, 40 sono residenti a Guidonia. «Oggi noi siamo con la convenzione sospesa – racconta il segretario Isidoro Fabi – e siamo costretti a proseguire la nostra attività in maniera privata. Un bel problema, se pensiamo che attendiamo ancora la quota della Regione relativa al finanziamento 2015 per il Piano di Zona, soldi arrivati in Comune e che in Comune si sono fermati».

Gli assenti. Un’assenza completa, troppo evidente per passare inosservata. La Sponda, la cooperativa che aspetta dal Comune un milione e mezzo di euro di arretrati per il servizio Aec – Assistente Educativo Culturale – e per altri relativi al Piano di Zona. Tutto questo per lavori effettuati al 31/12/2016 e già fatturati, 1 milione di euro quelli relativi all’Aec e tutti a carico del Comune di Guidonia, il restante mezzo milione e spiccioli risultano contributi regionali al piano di zona. Una cifra che sta mettendo in ginocchio la cooperativa e le sue 75 dipendenti,donne e uomini, che vedono a rischio il loro prossimo stipendio, visto che oltretutto – ed ecco i primi effetti delle disastrate condizioni delle casse comunali – anche le banche stanno iniziando a rifiutare le fatture del Comune di Guidonia, per cui risulta spesso complicato per ditte, aziende e cooperative arrivare solo a richiedere anticipi. Un quadro complesso e delicato. La Sponda alla manifestazione del 2 marzo però non c’era. Motivi che sembrano essere del tutto logistici. Abbiamo raggiunto telefonicamente il presidente Adriano Puce «I nostri lavoratori – ha spiegato – lavorano nelle scuole, e con il tempo pieno è stato complicato per molti raggiungere la manifestazione. Probabilmente in molti non hanno avuto notizia del cambiamento di orario, e il primo appuntamento, quello alle ore 11, potrebbe aver fatto desistere più di qualcuno: non potevo essere io a organizzare le “truppe”, il mio lavoro è con le amministrazioni». Dal Comune intanto non arriva nessun riscontro circa i pagamenti, neanche, al momento, rispetto all’eventualità di un anticipo, che darebbe sollievo alla coop in vista del 21 marzo, giorno di stipendio secondo il CCNL di categoria. Una situazione che peggiora ma che non prevede in nessuna eventualità il blocco del servizio. «Portiamo avanti i nostri compiti – chiude Puce – senza alcun ripensamento, abbiamo operatori consapevoli, responsabili e affezionati, che si fidano di noi. Ho mandato una Pec al commissario per richiedere un incontro urgente, ma non ho ricevuto risposta».

L’organizzatore. Ci ha messo la faccia Emanuele Di Silvio. Ed è innegabile il duro colpo ricevuto. «Siamo rimasti in piazza, seppur in pochi, con gli enti che hanno partecipato alla manifestazione. Da parte nostra continua la battaglia sulla mancata liquidazione delle fatture da parte del Comune nei confronti di cooperative, associazioni, enti e professionisti. Ho intenzione di chiedere in questi giorni, e lo farò a breve, ai deputati del Partito Democratico di presentare una interrogazione parlamentare per portare questa vicenda a più alti livelli di discussione». Lapidario sulla “buca” di uno dei maggiori enti coinvolti. «Mi dispiace davvero – chiude l’ex consigliere – della forte assenza dei rappresentanti della cooperativa sociale La Sponda».

Tempi stretti. Detto del 21 marzo come D Day per i dipendenti della cooperativa sociale che si occupa dell’Aec, il futuro di molti degli enti in attesa dei fondi dovuti è atteso da qui ai prossimi quattro giorni, con la presentazione del piano di riequilibrio predisposto dall’amministrazione comunale di Guidonia alla Corte dei Conti. In caso di approvazione potrebbe partire a stretto giro di posta il piano dei pagamenti. Tutto accadrà nella prossima settimana, e non saranno solo le ditte e i professionisti a conoscere il proprio futuro, ma anche l’intera città. Perché riequilibrio mette in condizione l’ente di sanare i debiti. Se non arriva il nullaosta della Corte, il fantasma del dissesto – ma anche con il riequilibrio le  conseguenze economiche per i guidoniani non saranno lievi –  tornerà ad aggirarsi nei corridoi del Comune, nelle vie di Guidonia e nelle tasche di circa 90 mila cittadini. Che, sia chiaro, pagheranno colpe non loro. E nemmeno dei commissari.

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