Tivoli. Lo stato degli uffici, il lavoro dei magistrati, le necessità e le richieste del territorio: la relazione della Procura della Repubblica/3

In Cronaca & Attualità, Primo Piano da Yari Riccardi

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Lo stato degli uffici. Un circondario che include 75 Comuni ad alta densità abitativa. E una pianta organica della Procura che è immutata rispetto agli anni precedenti – 34 unità – e dunque assolutamente inadeguata non solo per l’ampiezza del territorio ma anche per il numero dei procedimenti penali pendenti. “Appare improcrastinabile un ampliamento della pianta organica”. Il D.M. 01/06/1999 istitutivo degli Uffici Giudiziari di Tivoli aveva previsto per la Procura una pianta organica “provvisoria” di 30 unità, con riserva di aumentarla a 48, una volta superata la iniziale fase di operatività dell’ufficio, ma tale incremento non è mai stata realizzato, e con il D.M. 01/07/2005 è stato disposto un limitato aumento di organico di appena 4 posti: un direttore amministrativo, un funzionario giudiziario e due cancellieri. Una pianta organica ridotta – sia per magistrati che per personale amministrativo – che addirittura vedeva vacanti tre posti, un direttore amministrativo, un funzionario giudiziario e un cancelliere. Gli ultimi due sono stati coperti con il passaggio alla Procura del personale appartenente alla ex Polizia Provinciale.

Il lavoro dei magistrati. “Devo rilevare la grande capacità e professionalità dei magistrati che riescono a fare fronte a un rilevantissimo carico di lavoro”. Le parole del Procuratore racchiudono l’enorme mole di lavoro di oltre 1.000 procedimenti noti sopravvenienti per anno, tutti definiti, con un arretrato “non intaccabile”. Un oggettivo disagio, da valutare su più fronti. In primis quello della carenza dell’organico, perché se la pianta organica dei magistrati risulta coperta, “si deve ribadire che la Procura della Repubblica di Tivoli presenta una grave insufficienza  – così la relazione – dell’organico previsto, 1 Procuratore e 7 Sostituti”.  Una insufficienza riconosciuta dallo schema di decreto ministeriale di modifica delle piante organiche, presentato dal Ministro della Giustizia al CSM il 19 luglio 2016, che propone l’aumento di un sostituto. Una proposta che tuttavia sembra essere ancora insufficiente, come già Menditto aveva rappresentato lo scorso agosto alla Procura Generale e coe lo stesso Procuratore Generale ha riconosciuto nel parere reso il 16 settembre 2016 al Consiglio Giudiziario. Servono due magistrati per risolvere le problematiche derivanti dall’insufficienza dell’attuale pianta organica dei magistrati, che influisce in modo assai significativo sull’attività d’indagine e sulla trattazione e definizione dei procedimenti in un territorio in cui la criminalità, anche organizzata, è evidentemente diffusa.

La necessità di un costante presidio sul territorio. La relazione – ma soprattutto i procedimenti portati avanti – dimostrato la rilevanza della Procura di Tivoli nel territorio distrettuale, senza dimenticare la vicinanza con Roma, di cui costituisce il prosieguo certamente territoriale ma anche criminale. “La quantità e natura dei delitti evidenziano come sia necessario un efficace presidio di legalità diretto a contenere una diffusa e penetrante criminalità”. I fattori evidenziati sono i seguenti, che riassumiamo per semplicità:

  • la penetrazione della criminalità organizzata e alcuni collegamenti con le indagini del procedimento relativo a Mafia Capitale
  •  gli esiti dei procedimenti relativi alla criminalità organizzata, anche calabrese, operante in comuni del circondario, tanto da essere oggetto di applicazione di un PM della Procura di Tivoli alla DDA di Roma
  • la constatazione della diffusione nel circondario della criminalità, anche organizzata (come descritto nel recente Rapporto Mafie nel Lazio 2016)
  •  la presenza di associazioni per delinquere finalizzate alla commissione di gravi reati, anche con l’uso delle armi
  •  la diffusione dello spaccio di sostanze stupefacenti da parte di soggetti radicati in contesti criminali, con procedimenti che non di rado consentono di fare emergere vere e proprie associazioni, con trasmissione degli atti alla DDA di Roma, o ancora con persone comunque collegate alla criminalità organizzata
  •  i numerosi omicidi volontari, la rilevanza dei reati nei confronti della pubblica amministrazione, “solo in parte perseguiti per la difficoltà di indagare e il clima di omertà che si registra, anche in una sorta di rassegnazione di chi è oggetto di concussioni”
  • la diffusione e la difficoltà di emersione nei reati ai danni delle vittime particolarmente vulnerabili – recente l’apertura di uno sportello ad hoc – oltre che i delitti di violenza sessuale e ai danni delle donne
  • la frequenza di reati con violenza alla persona, rapine, estorsioni, anche con l’uso delle armi
  • la chiara percezione della presenza di delitti di criminalità economica, solo in parte emersi
  •  la presenza di un territorio rilevante dal punto di vista urbanistico ed ambientale, da tutelare

Dalla relazione scaturiscono quelle che sono le necessità del circondario di Tivoli. Presenza delle istituzioni, continua attenzione delle forze di Polizia e della Procura della Repubblica. Necessità che sono richieste, richieste che diventano impegni da prendere. Ogni giorno. La Procura lo ha appena fatto.

 

http://www.romaest.org/news/02/2017/tivoli-le-attivita-del-gruppo-criminalita-organizzata-e-il-rapporto-mafie-nel-lazio-2016-la-relazione-della-procura-della-repubblica2/

http://www.romaest.org/news/02/2017/il-quadro-dei-reati-del-circondario-di-tivoli-la-relazione-della-procura-della-repubblica1/

 

 

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