È stato il Tribunale di Roma a dichiarare la mancanza di giusta causa nella revoca dalla carica di amministratore di Francesco Di Romano, revoca assunta con delibera dell’assemblea dei soci delle Acque Albule SpA dell’11 agosto 2013. Sentenza con una conseguente condanna per la società, chiamata a risarcire il danno derivante dalla revoca senza giusta causa e il danno all’immagine causato a Di Romano. Nominato in quota del socio pubblico, all’ex amministratore “venne revocata la carica per la sua posizione contraria alla vendita degli appartamenti del lotto A di Piazza Catullo. Secondo il Tribunale, invece, Di Romano – scrive Alleanza per Tivoli in una nota – è stato amministratore che ha perfettamente perseguito gli interessi della Società, mantenendo l’indirizzo del socio pubblico”. Nel dispositivo della sentenza viene ricordato che la vendita di immobili a uso abitativo è estranea dall’oggetto sociale e che i terreni furono conferiti dal Comune per il potenziamento dell’offerta turistica e termale. “Esprimo soddisfazione non solo per l’esito favorevole del ricorso – commenta Francesco Di Romano – ma soprattutto perché la sentenza chiarisce che la mia posizione nel C.d.A., contraria alla vendita degli appartamenti destinati allo sviluppo termale, che aveva provocato la revoca, rappresentava solo la posizione e gli interessi del Comune di Tivoli, azionista di maggioranza della società Acque Albule”. A Di Romano arrivano i ringraziamenti di Marino Capobianchi, Alleanza per Tivoli, “per la tenacia, la costanza e la serietà con cui ha sostenuto la posizione politico amministrativa, tendente esclusivamente a salvaguardare la comunità tiburtina”.
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