Guidonia/In Handbike per ricominciare a vivere, la storia di Bruno Mincione: “Ora sogno la Maratona di Roma”

In Cronaca & Attualità, Primo Piano, Salute & Dintorni, Spazio al Sociale da Yari Riccardi

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“…Mi sarei aspettato di reagire così? Eh no, assolutamente no. Quando avevo visto il film ‘Nato il quattro luglio’ con Tom Cruise su una sedia a rotelle ricordo che pensai: «Se capita a me mi ammazzo». Invece posso dire che di persone capaci di reagire a queste avversità ne ho conosciute tante altre…”. Le parole sono di Alex Zanardi. Uno che alle avversità ha reagito. Perché la vita cambia, spesso in pochi istanti. Quello che c’era prima, quello che eri prima, il giorno dopo non lo sei più. Nel 2011 Bruno Mincione – nome e volto tra i più noti a Guidonia, da anni attivo nell’associazionismo e nel volontariato – viene colpito dalla meningite, che provoca una lesione al midollo spinale e una sintomatologia sclerotica. Le gambe non rispondono più, metà corpo si blocca. E devi ricominciare. Reagire. Bruno lo fa, e oggi corre in handbike, come Zanardi – che questo sport lo ha decisamente amplificato – e come tanti altri che con un limitato – o assente – utilizzo delle gambe hanno imparato a usare braccia e spalle per continuare a sentire il vento in faccia e l’adrenalina che solo una corsa riesce a dare. «Io ho sempre fatto sport. Una volta che le mie condizioni hanno iniziato a stabilizzarsi dopo la malattia – racconta Bruno – tramite alcuni amici sono venuto a contatto con l’handbike». C’è un incontro decisivo nella nuova vita di Bruno, ed è quello con il dottor Marco Leti, medico oncologo e atleta disabile. È lui a prendere a cuore la situazione di Mincione, ed è lui a metterlo di nuovo su strada. Palestra e allenamenti, e tre gare già portate a termine. L’ultima di 20 chilometri. Con una missione. «Partecipiamo alle gare podistiche per far vedere e dimostrare che lo sport è davvero per tutti, anche per chi pensa di non poterlo fare più». Gare che dimostrano una grande sensibilità di spettatori e partecipanti. «Io correvo, e la gente faceva il tifo per noi, si sentiva nell’aria e si percepiva. Questa è stata la meraviglia della prima gara». Una vita, quella di Bruno, che nel 2011 oltre alla malattia ha visto anche un gravissimo lutto familiare. Un’esistenza che all’improvviso diventa quella di un disabile. Come si supera uno shock così? «Si supera cercando di somatizzare al massimo le tragedie che possono colpirti. Non sto dicendo che gli handicap non siano limitanti, sto dicendo che abbiamo tutti gli strumenti per ricominciare. Io sono nel Masci e nel Comitato per il Carnevale. Cosa mi ha aiutato? I tanti interessi, la fede, la vicinanza di Padre Andrea Stefani, del Vescovo Mauro Parmeggiani e del gruppo parrocchiale di Santa Maria di Loreto». Un occhio attento sulla città, quello di Bruno, che ora vive in una nuova veste. «Finchè certe cose non le vivi, non ci fai caso. Solo stamattina mentre venivo qui ho visto tre varchi per disabili per accedere al marciapiede tutti occupati, così sono dovuto passare in mezzo alla strada. Penso alle macchine parcheggiate sulle strisce pedonali, penso a chi per fretta, disattenzione o maleducazione si ferma sui posti riservati ai disabili, penso a come sia difficile attraversare la strada vicino la rotatoria di via Roma, visto che le strisce pedonali non hanno lo scivolo per i disabili». Sulla strada principale di Guidonia centro ci sono solamente due posti riservati ai portatori di handicap. «Le leggi ci sono, anzi, posso dire che da parte dello Stato l’attenzione c’è. Il problema è che poi bisogna applicarle: è dunque è a livello civico che occorre ancora lavorare». Gli allenamenti di Bruno proseguono con costanza, e non è raro vederlo nella zona della Sorgente. «Il mio sogno è quello di partecipare alla Maratona di Roma: ho ancora qualche difficoltà nelle curve, ma posso farcela. Anche perché ho la comprensione e la vicinanza negli allenamenti da parte di ex scout, che mi “scortano” quando sono in strada e con le loro biciclette mi danno il tempo e il passo da seguire. L’ultima volta ho fatto 20 chilometri in gara. Lavoro per arrivare ai quaranta della Maratona». Chiudiamo, ancora, con Zanardi. “…La verità è che il mondo è pieno di persone meravigliose capaci di ispirare gli altri. Io sono solo più esposto, più spesso sotto i riflettori…”. Parole che sembrano fatte per Bruno Mincione, uomo di una forza e di una passione oltre ogni immaginazione. Nel 2011 a un passo dal ko, ora nel pieno della sua nuova esistenza. Con un sogno nel cuore. E con un Amore che lo guida in ogni passo. Nei traguardi tagliati Bruno non è mai da solo. E non lo sarà mai.

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