Case Rosse. Per la BASF i cittadini ricorrono al TAR del Lazio: la Provincia aumenta la quantità e la varietà di rifiuti pericolosi bruciati nell’inceneritore

In Ambiente & Territorio, In Evidenza da Redazione

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Crescono la paura e la rabbia dei cittadini di Case Rosse e Settecamini, popolosi quartieri in espansione alla periferia est di Roma. In quell’area, la società BASF brucia ogni giorno tonnellate di rifiuti chimici tossici, nocivi e pericolosi nell’inceneritore di uno stabilimento qualificato come “industria insalubre di prima classe”.
La Provincia di Roma, con il colpevole silenzio di altre istituzioni come il Comune e l’ARPA, ha recentemente concesso un aumento del 254% (da 240 a 850t/anno) dei rifiuti pericolosi bruciati nell’inceneritore. Non solo. La Provincia autorizza il trattamento di nuove tipologie di rifiuti (catalizzatori esausti liquidi) che prima non potevano essere trattati a Roma. I rifiuti totali da bruciare nell’inceneritore aumentano così del 45% (da 1100 a 1600 t/anno).
Tutto ciò nonostante la presenza di un asilo nido e centinaia di famiglie con bambini che vivono nei pressi dello stabilimento.
La reazione iniziale è stata di incredulità: anni di lotte e di pressioni dei Cittadini avevano indotto la Provincia ad autorizzazioni sempre più prescrittive, con una sia pur minima e lenta riduzione delle quantità di rifiuti tossici, nocivi e pericolosi stoccati e lavorati.
I Cittadini delle zone limitrofe allo stabilimento, da anni riuniti nei Comitati di Case Rosse e Settecamini, oggi si chiedono sgomenti che bisogno c’era di autorizzare nuovi tipi di smaltimento ed incrementare la quantità e varietà di sostanze chimiche pericolose bruciate a via di Salone, in una zona così densamente popolata con case, asili, scuole, esercizi commerciali.
Il tutto mentre il Sindaco Ignazio Marino, facendo seguito a quanto pubblicamente promesso in un incontro con Comitati e Cittadini lo scorso 22 novembre, ha già avviato un tavolo per trattare la delocalizzazione dello stabilimento e ha in agenda un incontro con BASF il 7 febbraio prossimo.
Intanto, il Comitato di Quartiere di Case Rosse, supportato da un legale dell’associazione ambientalista Raggio Verde, ha depositato ricorso al TAR del Lazio contro il provvedimento, con contestuale richiesta di fissazione dell’udienza di sospensiva.
Anche per coordinare la protesta, confrontare le proposte ed informare i tanti cittadini che continuano ignari a respirare i fumi tossici, i Comitati organizzeranno nei sabati di Febbraio una serie di assemblee pubbliche sul territorio di Case Rosse ed annunceranno una serie di iniziative, anche clamorose e visibili, per sensibilizzare Cittadini, istituzioni ed opinione pubblica su un problema che da almeno dieci anni aspetta una soluzione che oggi non è più rinviabile.

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