Guidonia. Impianto TMB all’Inviolata. Rubeis riceve apprezzamenti e Legambiente ribatte: “Un rimedio peggiore del male”

In Ambiente & Territorio, Cronaca & Attualità, Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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Si parla ancora dell’impianto TMB. Eligio Rubeis continua la sua corsa per la realizzazione della struttura all’Inviolata, convinto, ovviamente, delle sue ragioni. E, come se non bastassero le convinzioni del primo cittadino, arrivano gli apprezzamenti di Roberto Cavallo, scrittore e autore del saggio “Meno cento chili, ricette per la dieta della nostra pattumiera” (edito da Edizioni Ambiente), tratto dall’omonimo testo teatrale. Cavallo è stato il relatore nel convegno “Obiettivo 65” organizzato a Guidonia lo scorso 7 dicembre dalla Regione Lazio. “Caro sindaco, vai avanti”: così inizia la lettera di Cavallo, che conferma la sua impressione positiva, specificando la premura nel “diffondere il più possibile le buone pratiche e le buone intenzioni tra le quali annovero questa sua manifesta volontà di chiudere il ciclo di gestione degli scarti urbani puntando al massimo recupero di materia”. Un assist niente male per l’amministrazione comunale, che questo impianto lo vuole a tutti i costi, anche facendo investimenti di soldi vista l’attuale latitanza di chi l’impianto dovrebbe realizzarlo. “Ringrazio Roberto Cavallo per l’apprezzamento espresso verso la politica attuata da questa amministrazione nel campo dei rifiuti – dichiara Rubeis – queste posizioni da parte di esperti mi invogliano a proseguire sulla strada intrapresa che è quella di realizzare al più presto un impianto di Tmb a Guidonia”. Roberto Cavallo è nato a Torino nel 1970 ed è stato assessore all’Ambiente del Comune di Alba, uno dei primi ad avviare una efficiente raccolta differenziata. E’ fondatore di Erica, l’azienda  leader nella consulenza tecnica e comunicazione ambientale per gli Enti pubblici individuata dalla Provincia di Roma, governo Zingaretti, per affiancare l’amministrazione di Guidonia Montecelio nell’avvio e nella realizzazione del sistema di raccolta porta a porta. La lettera di Cavallo ha fatto da viatico all’annuncio di un convegno nazionale in programma per la primavera prossima al quale saranno invitati i sindaci dei comuni italiani dove si sono registrati i più importanti risultati di raccolta differenziata e di chiusura del ciclo dei rifiuti.

“Vediamo se è vero”. La risposta al “pressing” del sindaco verso l’impianto arriva da Legambiente Guidonia. Il circolo si dice “preoccupato mancata correttezza dell'informazione resa e per le pesanti ripercussioni che le posizioni espresse possono comportare”. La risposta di Legambiente dipinge anche il futuro. Che non sembra essere di un bel colore e di un odore gradevole. Tutte o quasi le ultime amministrazioni comunali hanno palesato il convincimento che un impianto di trattamento del tal quale sia condizione necessaria ed irrinunciabile per far chiudere la discarica dell'Inviolata. Ma è davvero così? “Per ragioni economiche l'impianto dovrà essere in esercizio – spiega Roberto Coccia, presidente del Circolo Legambiente di Guidonia – per almeno 30 anni. Per il suo funzionamento necessita della disponibilità di un nuovo invaso dove poter sversare ciò che non può essere trasformato in ecoballe. Praticamente, tra scarti e perdite, circa 2/3 del flusso in entrata. Insomma, ha bisogno di essere installato <<a bocca di discarica>>. Il TMB continuerà a riempire gli invasi, e dunque ad ingrandire e non a chiudere la discarica, con volumi annui costanti anche quando la città avrà raggiunto obiettivi molto alti di differenziata”. Facciamo un balzo nel 2042: nello scenario previsto da Legambiente c’è ancora “una discarica in espansione e un impianto che, per non <<andare in perdita>> economica, dovrà richiamare 140 o 190 mila ton/anno di rifiuti indifferenziati. Nel frattempo l'impianto avrà sversato all'Inviolata ulteriori milioni di tonnellate di “scarti” di varia natura. Con il progredire della raccolta differenziata su scala locale e nazionale, i rifiuti indifferenziati dovranno necessariamente arrivare all'Inviolata da luoghi sempre più remoti. Dunque sostenere che l'impianto di trattamento è l'unico modo per chiudere la discarica dell'Inviolata non corrisponde a verità anzi, l'impianto è l'unico modo che la legge consente per poter continuare ad usare le discarica”. Una risposta che sembra quasi una sentenza, e che non sembra avere bisogno di ulteriori spiegazioni. L’analisi di Legambiente non si ferma al TMB, ma si allarga a tutto “l’indotto” interessato al tema rifiuti e ai suoi “prodotti”. “Le indicazioni regionali prevedono che i flussi in uscita dai TMB (le cosiddette ecoballe) vadano agli impianti termici più vicini. A questo proposito la Buzzi Unicem si è già resa disponibile ad incenerirle. Ciò aggiunge un ulteriore potenziale di criticità: il cementificio può diventare un mega inceneritore regionale per i prossimi 30 anni”. In uno scenario che guarda al futuro, non può mancare la politica. Politica ambientale che Legambiente definisce “pessima e decisamente errata nelle scelta di gestione dei rifiuti”. “Il Partito Della Discarica non vuole cambiare gli scenari, con buona pace di quanto accade all'Inviolata. Ma la città ha urgente bisogno di scelte razionali e lungimiranti nell'interesse presente e futuro della collettività e non dell'illogicità – chiude Coccia – di proclami in prima persona (“voglio l'impianto”) o delle bizzarre teorie che non reggono neanche la prova di un riscontro sommario. C'è bisogno di una decisa sterzata nella politica guidoniana, con atti concreti, per evitare che amministratori e cittadini nel futuro si trovino impotenti di fronte ad altri danni irreversibili, primi fra tutti quelli relativi alla salute. Riteniamo più che mai necessario che la questione sia riportata nelle sedi istituzionali dove possa trovare una soluzione sostenibile che tenga conto dei mutamenti di scenario ambientale e delle necessità di tutela del territorio. Il nostro Sindaco invece promuove il TMB con teorizzazioni bizzarre e continua a sorvolare sullo stato di impotenza ed impreparazione che lo ha messo di fronte all'inquinamento in atto all'Inviolata”.

Una storia che Legambiente chiude con uno slogan: un rimedio peggiore del male. Un male che va avanti da 20 anni e passa. E che sarebbe dovuto essere provvisorio. Ma di provvisorio, all'Inviolata, non c'è mai stato nulla.

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