Tivoli / La linea elettrica e la Vestale Cossinia, due nuove mostre al Museo Cittadino

In Terza pagina da Redazione Commenti

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La prima è dedicata alla storia dell’elettricità a Tivoli, prima città in Europa, nel 1886, ad utilizzare la corrente elettrica per l’illuminazione ordinaria e, nel 1892, il luogo dove si inaugurò la prima linea elettrica nel mondo di trasmissione in corrente alternata, che illuminò Roma. L’altra racconta invece la storia dell’ara della vestale Cossinia, unica sepoltura di vestale finora nota del mondo, con l’esposizione, per la prima volta a Tivoli, di importanti reperti archeologici relativi anche alla tomba anonima che gli si addossa.

Sono ufficialmente aperte le due nuove mostre situate al Museo della Città di Tivoli, promosse dall’assessorato alla cultura e al turismo e coordinate da Maria Antonietta Tomei, consigliere del sindaco per i musei civici.

“Tivoli, fonte di luce – CXXV anniversario della linea elettrica Tivoli – Roma 1892- 2017”, proposta da Carlo Innocenti e dall’associazione Aurea, è stata realizzata in collaborazione con Enel Green Power e con il supporto di Terna e sarà aperta fino al 31 dicembre 2018.

“Tivoli e la Vestale Cossinia” è stata organizzata con la collaborazione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’Area metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale e sarà aperta fino al 31 maggio 2018.

Entrambe le mostre sono a ingresso gratuito. Il Museo della Città si trova in piazza Campitelli ed è aperto tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle ore 15 alle ore 18 e la domenica anche dalle ore 10 alle ore 13.

La rievocazione con le vestali nel giorno dell’apertura delle mostre è stata curata dall’associazione Gruppo storico Publio Elio Adriano.

La presentazione delle mostre è stata preceduta da una visita guidata – a cura del Gruppo Archeologico latino “Latium Vetus” sezione Valle dell’Aniene – al Parco della Vestale Cossinia, recentemente riaperto al pubblico dopo i  lavori di riqualificazione del Comune di Tivoli e della Soprintendenza.

Introduzione del Sindaco Giuseppe Proietti

Dopo la conclusione della Mostra “Le bellezze di Tivoli nelle immagini e negli scritti del Grand Tour”, che ha avuto grande consenso non solo tra i tiburtini (le firme sui registri sono quasi cinquemila, ma il numero dei visitatori è stato di gran lunga superiore), il palazzo della Missione, futuro Museo della città – quando saranno completati i lavori che proseguono senza interruzione – ospita, dal 30 gennaio 2018, due mostre distinte, strettamente legate, come la precedente, alla storia di Tivoli:

La prima, TIVOLI, FONTE DI LUCE, allestita al piano terreno del palazzo, ricorda la prima illuminazione elettrica di Tivoli nel 1886 e celebra il CXXV Anniversario (1892-1937) della prima linea elettrica di trasmissione al mondo in corrente alternata, che collegava, con un percorso di ventisei chilometri, la centrale Acquoria di Tivoli a quella di Roma, posta presso Porta Pia, dove una lapide ancora oggi ricorda l’evento, che ebbe straordinaria risonanza in tutto il mondo.

La mostra, proposta e in gran parte organizzata da Carlo Innocenti (Associazione Aurea) con il coordinamento di Maria Antonietta Tomei, consigliere del Sindaco per i Musei Civici, ha avuto un importante contributo, anche finanziario, di Enel Green Power, la Società del Gruppo Enel dedicata allo sviluppo e alla gestione delle attività di generazione di energia da fonti rinnovabili a livello internazionale.

All’evento ha partecipato anche Terna Group, con un allestimento che illustra il ruolo che il gruppo riveste nella Trasmissione Nazionale di alta tensione in Italia.

Tra tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione della mostra, che sono tanti e che ringrazio, segnalo in particolare gli allievi dell’Istituto “Alessandro Volta” di Tivoli che, sotto la guida del prof. Giovanni Rossi, hanno dato un valido aiuto nella parte didattica.

La seconda mostra, TIVOLI E LA VESTALE COSSINIA, allestita al primo piano, documenta in tutti i suoi aspetti uno dei monumenti archeologici più significativi di Tivoli, la tomba della sacerdotessa Cossinia, scoperta nel 1929 lungo la riva destra dell’Aniene, unica tomba di vestale finora nota. L’iscrizione sull’altare funerario attesta che la gens Cossinia, nominata anche da Cicerone, ebbe a Tivoli una consolidata fioritura.

Non sono pochi i misteri collegati alla tomba della Vestale, che solo nuovi scavi potranno forse definitivamente risolvere. Il più importante è capire se il corredo funerario, scavato vicino all’ara e costituito da un cofanetto in ambra e da una bambola, appartenga o meno a Cossinia.

Quel che oggi più importa è che questa bambolina in avorio, reperto raro e delicatissimo, conservato a Roma nel Museo Nazionale Romano, torna a Tivoli ed è visibile in mostra, conservato in una speciale vetrina climatizzata: la fragile bambolina, ornata da monili d’oro, presenta una ricca capigliatura che assomiglia alla pettinatura dell’imperatrice Iulia Domna, come si vede dal confronto con la moneta d’oro esposta nella stessa vetrina.

L’area della tomba, posta lungo la sponda dell’Aniene in una zona centrale, ma defilata e poco transitata, è stata spesso oggetto di atti vandalici. Nel corso degli anni l’Amministrazione comunale ha effettuato alcuni interventi: per agevolarne la fruibilità nel 1967 fu realizzata una gradinata di accesso; nel 2001 seguì un altro intervento di valorizzazione dell’area archeologica. Ma la situazione di degrado era in seguito talmente avanzata che, per salvaguardare il monumento, la Soprintendenza competente era stata costretta a progettare lo smembramento del complesso monumentale, con il trasporto al museo dell’altare inscritto.

A impedire la perdita di un contesto archeologico e naturalistico di grande rilevanza per la città, l’Amministrazione comunale ha effettuato, d’intesa con la Soprintendenza, un drastico intervento di messa in sicurezza della zona, che è stata restaurata e dotata lungo tutto il perimetro di una solida recinzione, di cancelli, di un sistema di videosorveglianza e d’illuminazione. Panchine e pannelli illustrativi contribuiranno a creare un piccolo parco cittadino ricco di storia, di arte e di natura, un’oasi tranquilla, per la vestale e per tutti i cittadini che vorranno visitarne la tomba.

Come il precedente, anche il presente catalogo è stato curato con grande attenzione e sapienza dal prof. Roberto Borgia, che merita da parte di tutti i tiburtini un particolare ringraziamento.

 Introduzione della curatrice Maria Antonietta Tomei

Quest’anno sono due le mostre allestite dall’Amministrazione comunale, Assessorato Cultura e Turismo, nel palazzo della Missione; è stata la collaborazione di Soprintendenze, Istituti e Società, e soprattutto di tanti cittadini (elencati nel Colophon Mostra) che ha reso possibile, con un lavoro di squadra non sempre facile, la realizzazione di due eventi importanti, tra loro così differenti.

La prima, TIVOLI, FONTE DI LUCE, è una mostra particolare, che intende celebrare eventi di grande rilevanza non solo per la città di Tivoli, ma anche per la storia dello sviluppo tecnologico. L’allestimento inizia illustrando la prima illuminazione elettrica pubblica in corrente alternata, inaugurata a Tivoli il 29 agosto 1886, con un’entusiastica partecipazione popolare e oltre 500 importanti invitati. L’opera, interamente finanziata dal Comune, di cui era allora sindaco Pietro Tomei, e realizzata dalla Società per le Forze Idrauliche, utilizzava un’innovativa macchina elettrica, il trasformatore di Gaulard e Gibbs, che aveva permesso di alimentare le lampade elettriche dell’epoca, fino allora utilizzate in altre città con sistemi a corrente continua. Tivoli pertanto fu la prima città al mondo ad usare la luce elettrica come illuminazione ordinaria.

L’evento costituì una pietra miliare nella storia dell’elettrotecnica e portò, sei anni dopo, ad un nuovo importantissimo risultato. Infatti, il 4 luglio 1892, precisamente 125 anni fa, venne solennemente inaugurata a Tivoli (Centrale di Acquoria) la prima linea elettrica di trasmissione al mondo in corrente alternata, che collegava un centro di produzione (Acquoria) ad una città (Roma, Porta Pia) per la somministrazione di energia elettrica in forma commerciale. L’evento costituì – con la trasmissione a ventisei chilometri di distanza, a fronte delle trasmissioni precedenti, che non superavano le poche centinaia di metri – un’innovazione radicale, un passo storico nello sviluppo dell’elettricità, risorsa fondamentale per molte delle più grandi conquiste del mondo moderno.

L’ingegneria e l’imprenditoria italiana, con la collaborazione della Società Ganz di Budapest, non solo aprirono le porte all’utilizzazione delle risorse energetiche naturali, ma dettero un contributo fondamentale alla nascita dei grandi sistemi elettrici odierni. L’evento infatti non fu solamente tiburtino, romano o italiano – anche se Tivoli ebbe il ruolo fondamentale – ma ebbe risonanza vastissima in Italia e all’estero.

“A Tivoli e a Roma – scriveva The Electrical Review del 15 luglio 1892 – il giorno quattro del mese in corso ebbe luogo un avvenimento che venne celebrato come un evento epocale nella sfera degli elettrotecnici… atteso per anni con attenzione spasmodica”.

Si pensi che questa conquista, l’elettrificazione – che si realizzò per la prima volta alla centrale Acquoria di Tivoli – è stata considerata, in un sondaggio svolto nel 2001 negli Stati Uniti dalla National Academy of Engineering, al primo posto tra le venti più importanti realizzazioni del XX secolo (Top Twenty), prima dell’automobile, dell’aereo, delle imprese spaziali, del Computer e di Internet.

Con questa mostra la città vuole dare la giusta rilevanza ad un avvenimento tecnico finora poco considerato e far conoscere, non solo attraverso importanti documenti e foto d’epoca, ma anche strumentazioni di varie epoche, messe a disposizione da Enel Green Power, Terna e da collezionisti privati, il ruolo importantissimo che Tivoli ebbe nella storia mondiale dell’elettrotecnica, non meno rilevante rispetto a quello che da sempre le viene riconosciuto nell’archeologia, nell’architettura, nelle bellezze naturali.

La seconda mostra, TIVOLI E LA VESTALE COSSINIA, allestita al primo piano del palazzo, vuole illustrare un importante monumento archeologico di Tivoli, l’ara funeraria della sacerdotessa vergine Cossinia, scoperta nel luglio del 1929 lungo la riva destra dell’Aniene, a seguito di uno smottamento del terreno. Resta ancora un mistero quale sia il rapporto tra la tomba di Cossinia, unica sepoltura di vestale finora nota nel mondo romano, databile alla metà del I sec d.Cr., e la tomba anonima che gli si addossa, della stessa tipologia a gradoni e che certamente doveva essere in qualche modo collegata a quella della sacerdotessa. Sotto questa seconda tomba è stato trovato un importante corredo funerario, costituito da un cofanetto in ambra e da una bambola in avorio con gli arti snodabili, con il corpo rappresentato in maniera naturalistica anche nel volto. La bambola, alta quasi 30 cm, presenta alle spalle, alle anche, ai gomiti ed alle ginocchia dei perni, per permetterne i movimenti. Assai ricca è la capigliatura costituita da ciocche raccolte sulla nuca in una serie di trecce, forse originariamente tinte di biondo; acconciatura che richiama – come testimonia la moneta d’oro esposta – quelle dell’imperatrice Giulia Domna. La bambola è ornata da una collana, due bracciali e due cavigliere e presenta calzature unite ai piedi, realizzate in avorio.

Non è stato facile avere in mostra questo reperto, conservata al Museo di Palazzo Massimo a Roma, difficilmente trasportabile per la fragilità e il precario stato di conservazione dell’avorio: è stato necessario predisporre una sofisticata e costosa vetrina climatizzata, costantemente monitorata, ad impedire dannosi sbalzi di temperatura.

È quindi per Tivoli un avvenimento importante vedere esposto questa preziosa bambolina tiburtina, connessa ad un monumento, la tomba di Cossinia, che attesta la presenza anche a Tivoli dell’importantissimo sacerdozio delle vestali, che aveva la sua sede ufficiale a Roma, nel tempio di Vesta e nella casa delle vestali al Foro Romano.

La maestosa statua proveniente dal Palatino, servirà ad arricchire la mostra, essendo uno dei pochi esemplari di sacerdotesse vestali che ci sono rimasti, imponente con il suo ricco abbigliamento e il suo severo atteggiamento.

È infine motivo di grande soddisfazione il fatto che, insieme alla mostra su Cossinia, anche l’area della tomba, fatta oggetto in passato di ripetuti atti di vandalismo, sia stata messa in sicurezza e valorizzata con un progetto realizzato dal Comune, in stretta collaborazione con la Soprintendenza di Stato. 

La partecipazione della Soprintendenza

La Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’Area metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale ha partecipato agli eventi culturali incentrati sulla figura della sacerdotessa collaborando con il Comune di Tivoli alla riqualificazione del “Parco della vestale Cossinia”, inaugurato il 13 gennaio scorso, ove sorge la monumentale tomba (inizi I sec. d.C.) scoperta nel 1929 lungo l’Aniene, e curando il settore della mostra dedicato alla necropoli dell’antica Tibur di cui la tomba faceva parte. È stata effettuata una ricognizione sui cospicui resti, ancora conservati nell’area Enel del Bacino di San Giovanni e sotto il palazzo sede Inps, della necropoli rinvenuta nel 1832 durante l’apertura dei Cunicoli Gregoriani ed è stata recuperata ed esposta in mostra la meridiana collocata alla fine del I sec. a.C. dai quattuorviri del municipium tiburtino nella necropoli. È invece tuttora in corso il complesso restauro dell’elegante ara marmorea della tomba, recante il nome della vestale e il ricordo dei sessantasei anni votati al culto della dea Vesta, purtroppo deturpata da scritte vandaliche. La Soprintendenza ha in programma il restauro strutturale della tomba, costituita da due basamenti affiancati in blocchi di travertino, e la nuova esplorazione della sepoltura ove furono rinvenuti il cofanetto in ambra e la famosa bambolina-giocattolo in avorio. Sono allo studio anche tempi e modalità per rendere visitabili i resti della necropoli.

La partecipazione di Enel Green Power

Enel Green Power sostiene la mostra “Tivoli fonte di luce”, un racconto del rapporto tra la centrale di Acquoria e il territorio di Tivoli, da sempre basato su sostenibilità e dialogo. L’impianto riveste una grande importanza nell’ambito del patrimonio di archeologia industriale del Lazio. Nel 1892, l’energia prodotta dalla centrale consentì per la prima volta l’illuminazione a distanza della città di Roma, attraverso una linea aerea di trasporto in corrente alternata di 28 km. La centrale, distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale, fu dapprima ricostruita nel 1949 e successivamente rinnovata nel 1995, giungendo all’assetto attuale che utilizza le migliori tecnologie disponibili per la migliore gestione della risorsa idrica nel rispetto di ambiente e territorio. L’impianto può generare ogni anno energia “verde” sufficiente a soddisfare il fabbisogni di 50.000 famiglie, evitando l’immissione in atmosfera di oltre 100.000 tonnellate di CO2.

Enel Green Power ha raccolto e messo a disposizione dei visitatori diversi strumenti, dispositivi e componenti di macchinari elettrici e idraulici utilizzati negli impianti idroelettrici sin dagli inizi del ‘900, oltre a un’ampia raccolta di materiale fotografico di grande valore storico.

TIVOLI, FONTE DI LUCE (cenni storici)

A Tivoli, il 29 agosto 1886, fu inaugurata la prima illuminazione elet- trica pubblica in corrente alternata. L’opera, interamente finanziata dal Comune e realizzata dalla Società per le Forze idrauliche, utilizzava una innovativa macchina elettrica, il trasformatore di Gaulard e Gibbs. Tivoli pertanto fu la prima città in Europa ad usare la luce elettrica come illuminazione ordinaria.

L’evento costituì una pietra miliare nella storia dell’elettrotecnica e portò, sei anni dopo, ad un nuovo importantissimo risultato.

Infatti, il 4 luglio 1892, precisamente 125 anni fa, venne solennemente inaugurata a Tivoli (Centrale di Acquoria) la prima linea elettrica di trasmissione al mondo in corrente alternata, che collegava un centro di produzione (Acquoria) ad una città (Roma, Porta Pia) per la somministrazione di energia elettrica in forma commerciale. L’evento costituì – con la trasmissione a 28 chilometri di distanza – un passo storico nello sviluppo dell’elettricità, risorsa fondamentale per molte delle più grandi conquiste del mondo moderno.

TIVOLI E LA VESTALE COSSINA (cenni storici)

La mostra illustra la tomba della vestale Cossinia, scoperta nel 1929 lungo la riva destra dell’Aniene. Resta ancora un mistero quale sia il rapporto tra la tomba di Cossinia, unica sepoltura di vestale finora nota nel mondo, e la tomba anonima che gli si addossa, certamente in qualche modo collegata a quella della sacerdotessa. Sotto questa seconda tomba è stato trovato un corredo funerario, costituito da un cofanetto in ambra e da una bambola in avorio, alta quasi 30 cm e con gli arti snodabili. Assai ricca è la capigliatura che richiama – come testimonia la moneta d’oro esposta – le capigliature dell’imperatrice Giulia Domna. La bambola è ornata da una collana, due bracciali e due cavigliere e presenta calzature unite ai piedi.

Non è stato facile avere in mostra questo fragile reperto – conservato nel Museo Nazionale Romano – che sarà esposto in una sofisticata vetrina climatizzata, costantemente monitorata. Per la città è motivo di grande soddisfazione il fatto che, insieme alla mostra, anche l’area della tomba, fatta oggetto di ripetuti atti di vandalismo, sia stata messa in sicurezza e valorizzata con un progetto realizzato dal Comune, in stretta collaborazione con la Soprintendenza di Stato.

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