Guidonia. De Vincenzi: «Se qualcuno ha deciso per un candidato esterno, a sindaco mi candido io»

In Cronaca & Attualità, Politica, Primo Piano da Yari Riccardi

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Il Pd di Guidonia si muove, in vista delle primarie e in vista di una campagna elettorale che si preannuncia particolarmente infuocata. Dinamiche interne ed esterne, voci più o meno confermate, di programmi e di futuro: di questo abbiamo parlato con Domenico De Vincenzi, consigliere comunale uscente e soprattutto ex candidato sindaco nel 2014, sconfitto al ballottaggio da Eligio Rubeis.

La vediamo particolarmente attivo sulla sua pagina Facebook: sta riproponendo con grande frequenza il logo della lista Futuro Comune. Sta pensando anche lei a una “svolta” civica?

Non voglio lasciare il Pd, se è questo che intende, né sto minacciando di farlo. Futuro Comune è la lista che mi ha appoggiato alle scorse elezioni, eleggendo tra l’altro Rocco Cisano, oggi una delle figure più autorevoli del centrosinistra locale, anche pensando alla sua attività per il No in merito al referendum costituzionale. Sostengo e ricordo quella lista perché all’interno ci sono molte persone che potranno sostenere il prossimo candidato sindaco. Che mi auguro sia del Pd. Una lista che è e resta riconoscibile in una scenario che inizia a pullulare di liste civiche, alcune più o meno “mascherate” per dare una nuova opportunità ad alcuni membri della scorsa amministrazione di centrodestra.

Lei ha detto “un candidato sindaco che mi auguro sia del Pd”. Ci sono possibilità che non lo sia?

Le primarie che stiamo per affrontare sono un percorso largo, che intende includere le forze di centrosinistra e quelle di coalizione. Il candidato uscirà dalle primarie, e quindi potrebbe anche non essere del Pd. Io mi auguro che lo sia.

Quale è secondo lei l’obiettivo delle consultazioni che sta portando avanti il segretario cittadino del Pd?

Senza dubbio intende verificare quanti e quali movimenti e persone avranno la volontà di prendere parte a un’alleanza e partecipare alle primarie. Mi sembra lo stesso percorso del 2014, quando insieme a me nelle primarie erano presenti altri esponenti del Pd, dell’Udc, della sinistra.

Non cambia nulla dunque rispetto a tre anni fa?

Questa volta si passa dall’albo degli elettori e dunque le primarie non saranno aperte. Per me questo è un errore: certo, in questo modo viene meno l’eventuale “inquinamento” da parte del centrodestra, ma con l’albo si rischia di far venir meno la partecipazione.

Ci racconta l’ultima unione comunale del Partito? Perché si dice che sia stata ad alta tensione…

Nessuna tensione. Abbiamo discusso di politica e avanzato delle proposte davanti al vicesegretario provinciale Masi, abbiano nominato la commissione per le primarie ufficializzando modalità e date. Tutto approvato all’unanimità. Ed è per questo che sarebbe singolare che oggi qualcuno pensi e tenti di mettere in discussione tutto questo: significherebbe  far implodere il Pd.

Eravate tutti presenti e rappresentati?

C’erano tutti quelli che hanno a cuore le sorti del Pd.

In queste settimane si è molto parlato dell’eventuale candidatura a sindaco – qualcuno lo voleva anche nel PD – di Marco Rettighieri, che a questo giornale ha dichiarato di non volersi candidare in quanto tecnico e non politico.

L’ingegner Rettighieri è un top manager con grandi qualità. E la sua è una scelta giusta e comprensibile. Guidonia ha bisogno di un politico: a mio giudizio nei prossimi mesi andremo in dissesto per colpa delle scelte fatte dal centrodestra, e per il futuro serve un uomo in grado di parlare alla città, non un tecnico.

Lei sarebbe disposto a sostenere un candidato rinunciando al simbolo?

Il PD a Guidonia senza simbolo non esiste: siamo il primo partito in città e sarebbe un suicidio. Le inchieste in corso dimostrano che siamo estranei ad ogni tipo di malaffare portato avanti in città, abbiamo portato avanti una opposizione vera e determinata, abbiamo votato per lo scioglimento. Non abbiamo nulla di cui vergognarci: per questo la rincorsa alle liste civiche “camuffate” non ci interessa. Noi abbiamo intenzione di metterci la faccia. E il simbolo.

Ma chi parteciperà alle primarie? Di Silvio, Guglielmo e De Vincenzi?

Non ho intenzione di farlo. Ma la cosa cambierà se non ci sarà un percorso democratico. Mi spiego, ma l’ho detto anche in unione comunale: se qualcuno ha deciso per un candidato esterno, io mi candido a sindaco. E non so chi sta spingendo per candidature esterne al Pd, ma mai come stavolta c’è bisogno di scelte che arrivano dal territorio.

Di Silvio e Guglielmo sono i candidati giusti per il Pd di Guidonia?

Lo sono, e dire il contrario significa affermare che a Guidonia il nostro partito ha fallito. Sono i nostri giovani, e discuterli, loro come magari Lomuscio, significa gridare in piazza che il Pd non ha futuro. E io non ci credo. Prendo atto che alcuni stanno riservando loro lo stesso trattamento che ho ricevuto io in passato. “È giovane, non è il momento”, mi ripetevano. Ci sono loro, e ce ne sono altri, che mi auguro possano impegnarsi per le primarie: negare questo e negare questa opportunità significa negare il futuro del partito. E chi è contrario alle candidature di Di Silvio e Guglielmo è solo perché pensa che possano essere di ostacolo a traguardi più ambiziosi obiettivo di altre persone. Ma non del partito.

La linea è dunque quella delle primarie, alle quali De Vincenzi non ha intenzione di partecipare. La sua dichiarazione sul volersi candidare a sindaco in caso di nome imposto dall’alto tuttavia sembra tutto tranne che una provocazione. Perché è chiaro che qualcosa e qualcuno si è mosso e si sta muovendo. Il candidato uscente dà l’investitura a Di Silvio e Guglielmo. Tuttavia sopra di loro la partita potrebbe essere ancora tutta da giocare. 

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