Rifiuti. La discarica di Corcolle diventa un caso nazionale. Al convegno nella Sala del Tempio di Adriano fa rumore l’assenza dell’amministrazione comunale di Tivoli

In Ambiente & Territorio, Cronaca & Attualità, In Evidenza, Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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Il Convegno. Tante personalità della cultura, dell’arte, della politica e della scienza per sottolineare un fatto probabilmente evidente, ma che, visti i tempi, è giusto ricordare. “La discarica di Corcolle/San Vittorino è un caso nazionale”. Queste le parole di molti degli intervenuti al convegno che si è svolto nella Sala del Tempio di Adriano, in Piazza della Pietra. Sono state le parole del professor Andrea Carandini, l’archeologo Presidente del Consiglio superiore dei Beni Culturali, che, pur non essendo tra i relatori, è intervenuto dopo aver ascoltato la relazione del Professor Fausto Zevi ed aver visto le splendide foto inedite dei reperti che la necropoli arcaica di Corcolle sta restituendo nelle recenti campagne di scavo. “Questo caso alla nostra attenzione non è mai arrivato ma è logico, il Consiglio si occupa di casi nazionali. Sono però con voi- Carandini si rivolge a Franca Valeri e Urbano Barberini del Comitato Salviamo Villa Adriana, a Carlo Ripa di Meana presidente di Italia Nostra – e il 18 gennaio il Consiglio si riunisce e vi invito a partecipare, ne faremo un caso nazionale e la società civile potrà fare partecipe lo stato della gravità della vicenda”. Questo è un ulteriore passo in avanti che riceve il movimento di protesta contro la discarica di Corcolle, che andrà pesantemente ad impattare sulla Villa di Adriano. Tutto è accaduto in un convegno scientifico di grande valore, quello organizzato dal Comitato Salviamo Villa Adriana. Già la location scelta era altamente simbolica: una sala del Tempio di Adriano intimamente legata al sito Unesco tiburtino nei cui pressi rischiano di arrivare milioni di metri cubi di rifiuti. Come dicevamo poco sopra, molti gli ospiti di prestigio. C’era Franca Valeri, c’era Urbano Barberini che ha introdotto il convegno, c’era il professor Fausto Zevi dei Lincei, il quale, insieme alla dottoressa Flavia Marimpietri ha presentato una relazione sulle campagne di scavo da loro condotte nel sito corredata da immagini inedite della necropoli di Corcolle ed avanzato conferme sull’ipotesi avanzata da altri archeologi come Zaccaria Mari e Franco Sciarretta che la città che sta emergendo non sia altro che la Pedum legata alla storia di Coriolano.  Proprio il luogo adatto per portarci i rifiuti di Roma, in effetti: in questi casi spesso chi deve decidere tende a negare l’evidenza. Il caso del Parco Archeologico dell’Inviolata è un evidente esempio di paraocchi. Arte e cultura, ma non solo. Il geologo professor Antoni Biondi ha evidenziato in un documentato intervento, la pericolosità del trasferimento dei rifiuti in un sito la cui situazione idrogeologica e geologica estremamente precaria per la delicatezza delle falde sotterranee che alimentano le captazioni di acqua potabile di Corcolle e Finocchio e per la confluenza di tre corsi d’acqua in un imbuto creato dal ponte della via Maremmana che non potrebbe smaltire eventuali precipitazioni piovose come quelle che recentemente hanno colpito la Liguria e la Sicilia, mentre il mineralologo Ezio Curti ha descritto e mostrato alcuni esemplari dei geodi reperiti tra le pozzolane della cava destinata a diventare discarica.
Presenti naturalmente anche i rappresentanti delle associazioni che stanno portando avanti con maggiore forza le proteste: duri gli interventi di Urbano Barberini, di Carlo Ripa di Meana e Wanna Mannucci di Italia Nostra, di Gianni Innocenti di Legambiente Tivoli, di Vanessa Ranieri per il WWF e di Francesco Saltini del Comitato Rifiuti Zero di Corcolle. Da ricordare anche quanto detto da Athos De Luca che ha preannunciato la presentazione di una mozione al consiglio comunale di Roma per la rinuncia alla discarica a San Vittorino-Corcolle. Due annotazioni a margine della cronaca: tra il centinaio di persone presenti c’era anche Manlio Cerroni, spettatore molto più che interessato a questi temi. Per una presenza, ecco una rumorosa assenza: assente l’amministrazione comunale di Tivoli, che, fanno notare gli organizzatori, non ha provveduto neanche ad inviare neanche un messaggio di adesione. Eppure sono stati molti e talvolta “belligeranti” i proclami in merito del sindaco della Città dell’Arte, il quale non ha ancora risposta, infine, agli inviti a “passare all’azione” arrivati da Legambiente Tivoli.
Ripa di Meana da Godart. Carlo Ripa di Meana ha incontrato, il giorno dopo il convegno, il Professor Louis Godart, Addetto culturale della Presidenza della Repubblica. A lui il presidente di Italia Nostra ha presentato i pericoli che incombono su Villa Adriana e sulla necropoli arcaica di Corcolle a causa della localizzazione della discarica. Il professor Godart ha manifestato attenzione per la vicenda sulla quale riceverà una sintesi degli importanti interventi al convegno. “In attesa dei prossimi interventi  – afferma Gianni Innocenti, di Legambiente – del consiglio di Stato e del Tar del Lazio continuano le iniziative per mantenere alta l’attenzione della Cultura nazionale e delle cittadinanze sulla assurdità di una discarica localizzata in un sito di grandissimo valore archeologico e geologico che vede anche criticità idrogeologiche”. Una vicenda che assume sempre più i contorni della saga, acquisendo ampi spazi sui media: nel numero in edicola di Archeo sono ben quattro le pagine dedicate all’assurdità della vicenda, critico ed incredulo invece il servizio Stink raised over landfill at ancient Rome site che la Cbs, una delle televisioni più seguite al mondo, ha dedicato alla discarica vicina al sito Unesco. Un sito che ha bisogno dell’attenzione di tutti. Così come hanno bisogno del maggior supporto possibile gli abitanti di Corcolle, che rischiano di ritrovarsi tonnellate di immondizia dentro le loro case. E non serve l’Unesco in questo caso per definire anche queste un patrimonio – affettivo, economico – da salvare a tutti i costi.

 

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